Mia figlia ha tanto desiderato la seconda parte della storia di Olga e, per lei, è stato un apprezzatissimo dono di Natale. Lo è stato anche per me, lo ammetto: ho dovuto attendere che lei lo leggesse - ovviamente ha avuto la precedenza - poi me lo sono fatta prestare.
Innanzitutto spendo due parole per la copertina: mi è sembrata davvero molto accattivante per un volume anche bello da vedere, in linea con le caratteristiche del primo libro con la stessa protagonista.
Per chi non la conoscesse, Olga Papel è una bambina sottile sottile, quasi come un foglietto di carta, tanto che ha guadagnato sul campo il nomignolo di Olga di carta. Senza voler ripercorrere la storia che è legata a questo nomignolo e narrata nel primo volume, mi limito a dire che non è una scelta dovuta solo al suo aspetto fisico ma anche alle storie che, in quell'occasione, raccontava.
Perchè Olga racconta storie. Storie vere anche se fantastiche. Sembra strano ma è così. Tutti ne sono convinti ed è proprio la convinzione che non siano mera fantasia che rende Olga così famosa nel paesino in cui vive con sua nonna. E' talmente credibile come narratrice che, quando inizia a raccontare la storia di un ragazzino fatto di buio - Jum è il suo nome - in paese inizia a diffondersi un certo timore, tanto da indurre grandi e piccini ad avviare una ricerca armata contro quel personaggio così misterioso e capace di seminare terrore.
Eh sì... proprio così! Olga non avrebbe mai potuto immaginare che la storia di Jum avrebbe seminato il panico in paese tando da dare origine da una vera e propria caccia.
Lei insiste nel dire che non si tratta di storie di paura e che sono storie divertenti ma in paese ciò non viene compreso.
E' un messaggio un pochino difficile da far passare, a dire il vero: Jum rappresenta il buio che ognuno di noi ha dentro, quello che si alimenta in particolare quando si perde qualcuno che si è amato. Jum si ciba di lacrime ma viene cacciato via dai sorrisi, dalla serenità, dalle lacrime di gioia o di commozione. E' la tristezza che va cacciata via e, di conseguenza, Jum se ne va con lei.
Devo ammettere di aver preferito la prima storia di Olga, quella nella quale l'autrice ha raccontato la sua storia e, allo stesso tempo, ha dato voce alla storia del personaggio di fantasia Olga di carta.
Questa volta, pur essendo sempre un personaggio molto tenero e grazioso, pur manifestando la volontà di trasmettere messaggi importanti al resto della popolazione, Olga (per me) è meno efficace di quanto non lo sia stata in precedenza.
Anche per mia figlia credo sia stato così visto che, a differenza del primo volume, per lei la lettura ha proceduto a rilento. Io l'ho letto nell'arco di una giornata: è scorrevole, ben scritto, vengono proposte anche delle immagini e si alterna il racconto della vita di Olga con quello della storia di Jum però dal confronto con il precedente, Olga di carta Jum fatto di buio non riesce a guadagnarci.
Ho comunque apprezzato il fatto che l'autrice abbia voluto insistere sull'importanza di raccontare storie e dare spazio alla fantasia. Le storie catturano grandi e piccini. La dimostrazione arriva proprio da Olga che, a dire il vero, ha un seguito ben nutrito soprattutto tra i grandi oltre che tra gli amici della sua età.
Ho anche apprezzato l'invito a cacciare via la tristezza e la paura, i nostri mostri quotidiani.
E' un libro che suggerisco di leggere dopo il primo: la storia si regge benissimo da sola ma ci conoscendo la storia di questa bambina si hanno degli elementi in più per comprendere il contesto. Rispetto al primo l'ho trovato meno efficace ma questo non pregiudica il fatto che sia comunque una bella storia da leggere.
Con Olga partecipo alla Challenge Di che colore sei? nello spicchio azzurro in quanto libro per ragazzi, obiettivo 2 (parte di una serie).
Inoltre, apro con questa lettura la partecipazione alla nuova Visual Challenge in quanto libro che ha un albero raffigurato in copertina.
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