Ora non c'è più!
Mi ero ripromessa di leggere quanto prima il seguito del
libro Schegge
di verità ed eccomi qui, a parlare del seguito.
Nel libro Schegge di ricordi l'autrice cambia la
prospettiva del suo racconto. Non è più Giulia la protagonista principale ma è
Livia e si scopre anche che il pazzo che le rapì aveva puntato su di lei il
mirino delle sue attenzioni, non su Giulia come si era pensato nel primo
volume. Subito si era pensato che Livia fosse diventata una vittima
semplicemente perché si era trovata nel posto sbagliato, nel momento sbagliato,
in compagnia di Giulia. Ora ci si rende conto che, anche se all'inizio può
essere stato così, è scattata un molla perversa nella mente di quell'uomo che
ha cambiato gli equilibri iniziali.
Diciamolo subito (o ricordiamolo, per chi avesse letto il
primo libro o la mia recensione in merito): Mario Gerli, questo è io suo nome,
è un pazzo squilibrato che ha un'ossessione che risponde al nome di Livia.
Continua ad avere lei in mente anche dopo averla persa e
cerca di fare di tutto per continuare a tormentarla, più di quanto non abbia
già fatto.
E riesce a farlo, ad arrivarle vicino, fin troppo vicino.
Riesce anche a toccarla senza che lei si renda conto che quelle mani sono state
le stesse che l'hanno tenuta immobile durante le continue violenze subite in
prigionia.
Sarà difficile, per lei, scrollarsi di dosso la repulsione
per il sesso maschile che le violenze subite le hanno lasciato addosso. Eppure,
pur essendosi ripromessa di non lasciarsi mai più avvicinare da un uomo, arriva
qualcuno che riesce pian piano ad abbattere le distanze.
Torna in scena il commissario Claudio Sereni, colui che
aveva dovuto cedere le indagini sul rapimento delle due ragazze al collega Arco
perché era stato vittima di un incidente stradale. Torna a seguire il caso di
Livia e Giulia che è tutt'altro che chiuso. Il pazzo è libero e, purtroppo,
molto vicino alle due ragazze tanto da rappresentare una minaccia costante. La
necessità di svolgere al meglio il suo lavoro porta Sereni a stare sempre più
vicino ad una Livia che, pian piano, abbassa le sue difese e trova un amico, un
sostegno e, perché no, un amore in
quell'uomo dalle spalla larghe e dalle mani rassicuranti.
Così, alla paura dovuta alla vicinanza, seppur nell'ombra,
di Gerli, per Livia fa capolino un sentimento diverso. Quel sentimento che le
mancava e che la stessa Giulia aveva avvertito come mancanza per la sua amica,
fin dai primi giorni successivi alla sua liberazione.
Ciò che più mi è piaciuto di questo romanzo è il fatto che
accanto alle indagini, descritte con dovizia di particolari, i personaggi si
mostrano con sempre più chiarezza al lettore.
Il pazzo di Gerli, nella sua personalità corrotta dal male ma legata anche a ricordi di un passato che l'ha segnato per sempre.
Il pazzo di Gerli, nella sua personalità corrotta dal male ma legata anche a ricordi di un passato che l'ha segnato per sempre.
La fragilità di Livia, che supere l'iniziale smarrimento dal
punto di vista psicologi per trovare, pian piano, una sua dimensione.
La dolcezza di un commissario, Claudio Sereni, che riesce ad
abbandonare le vesti del duro (dovute al suo mestiere) per rappresentare un
rifugio sicuro e discreto per quella donna che, in pochissimo tempo, l'ha affascinato.
Ciò che mi ha maggiormente stranita, durante la lettura, è
stata la disinvoltura con cui il pazzo è riuscito a stare vicino alle sue
vittime mentre le indagini si facevano sempre più serrate ma sempre più lontane
da lui. Nessuno riusciva a beccarlo. Nessuno di coloro che avrebbero dovuto
farlo perché, a ben guardare, qualcuno ci riesce anche se avrebbe dovuto
tenersi alla larga.
La figura della giornalista non mi è piaciuta molto. Sarà
per deformazione professionale, ma non posso pensare che una giornalista possa
approcciare un sospettato di rapimento, sequestro di persona, stupro ma anche
un assassino pur di avere lo scoop. No, non mi è piaciuta ma fa parte della
storia ed è un personaggio ben inserito nel racconto. Magari c'è pure chi è pronto a fare di tutto per la carriera, per uno scatto in avanti per cui non è una figura così poco credibile come inizialmente mi è sembrata.
Su tutti, il personaggio che ho preferito è stato Sereni. Dopo una fugace comparsa, più che altro come personaggio fuori campo, nel primo volume, stavolta è lui che la fa da padrone accanto a Livia e mi ha positivamente colpita.
Una specie di principe azzurro che non ha il mantello e la spada ma una pistola sempre a portata di mano. Un principe azzurro che immagino di gran fascino, dal fisico mozzafiato e con una delicatezza che non avrei mai attribuito ad un tutore dell'ordine pubblico, non so perché ma avevo questa idea.
Per chi non avesse letto nulla di questa autrice consiglio di iniziare da Schegge di verità di cui questo libro è il prosieguo.
Con questa lettura partecipo alla challenge Di
che colore sei? (e ringrazio le organizzatrici per avermi fatto conoscere questa autrice) in quanto libro adatto per lo spicchio Giallo, obiettivo n. 1 (parte di una serie). Potrebbe essere adatto anche per l'obiettivo n. 2: autrice italiana.
ti è piaciuto, sono proprio proprio contenta. Anche io ho adorato il commissario qui
RispondiEliminaEh si. Bel tipo davvero!
EliminaDate un Sereni anche a me! ;) In apparenza una coppia molto improbabile, in realtà perfetti l'uno per l'altra.
RispondiEliminaHo fortemente voluto raccontare la storia di Livia, la storia di una donna al tappeto che si rialza, perché è quello che le donne fanno: si rialzano.
Un abbraccio e, spero, Stefania, che continuerai a leggermi!
Se ti avanza, portane uno pure a me di quel Sereni lì... senza dirlo a mio marito, però ;-)
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