Una commedia tragicomica che non mi ha trasmesso niente.
Mi spiace ma non sono riuscita a trovare sintonia con i personaggi, con la storia, con lo stile.
Il libro L'anno che a Roma fu due volte Natale (che peraltro di atmosfera natalizia non ha niente se non il titolo e la copertina con la pallina dell'albero) non mi ha catturata, non mi ha emozionata, non mi ha nemmeno divertita se non per qualche fugace momento, subito rientrato però perchè se è vero che alcune situazioni strappano un sorriso è anche vero che arriva, uguale e contraria, tanta tristezza.
Ma andiamo con ordine. La fatica letteraria dell'autore è coraggiosa, questo sì. Ma per quel che mi riguarda non ha raggiunto l'obiettivo sperato: indurmi ad apprezzare la storia narrata.
Siamo a Torvaianica, frazione di Pomezia e località balneare del litorale romano nella quale, negli anni Sessanta, attori e registi andavano a passare le vacanze. Da allora le cose sono cambiate e l'autore ben descrive quanto accaduto: la storia non è ambientata negli anni Sessanta, no, ma in tempi più moderni quando ormai il quartiere è diventata "una torretta della mafia su Roma" (metto tra virgolette perchè non sono io a dirlo).
In questo ambiente vive Alfreda, una signora anziana che rappresenta il declino di quel posto: dopo una vita coniugale felice, rimasta vedova, oggi è un'accumulatrice seriale, diabetica, fortemente sovrappeso. Marco è suo figlio: un ragazzo piuttosto particolare al quale la donna - che dice di vedere Sandra Mondaini nella sua casa e di ascoltare le sue lamentele e richieste - chiede di fare in modo di dare corso ad una richiesta di Sandra, quella di ricongiungerla con Raimondo, ora che sono entrambi passati a miglior vita e che riposta lontano da lei. Una richiesta piuttosto perentoria, la sua, dietro minaccia di uccidersi se suo figlio non farà in modo di accontentarla e dare a Sandra la serenità che le manca.
Con Marco scende in campo una singolare compagnia: Er Donna, un travestito che non ha mai nascosto di aver fatto vita di strada; Carlo, da sempre presente nella vita di Marco ed Alfreda cui è legato da un'antica amicizia.
Questa la storia di fondo, arricchita da ricordi che tornano alla mente a destra e a sinistra, tentativi di offrire scene divertenti ma che a me, onestamente, anche se sulle prime hanno strappato un sorrisino poi hanno subito profondamente rattristata.
Magari saranno piccole o grandi follie quotidiane quelle raccontate e che potrebbero far sorridere ma io non ne ho compreso il senso... faccio proprio fatica a raccontare in modo coerente tutto ciò che accade e riesco solo a limitarmi alla richiesta di Alfreda, ai tre che cercano di accontentarla e poco più.
Un grande "bho!" è poi legato al riferimento al Natale che ho cercato tra le righe, tra i capitoli ma tranne un accenno a qualche cosa di natalizio che ho pure rimosso, non c'è altro.
Probabilmente anche stavolta è un mio limite, sono una lettrice più tradizione... Surreale... particolarissimo e non nelle mie corde.
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L'anno che a Roma fu due volte Natale
Roberto Venturini
SEM editore
192 pagine
17.00 euro copertina flessibile, 8.99 Kindle
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