venerdì 11 gennaio 2019

L'amante giapponese (I. Allende) - Venerdì del libro

Isabell Allende è la mia autrice preferita. 
Chi mi segue lo sa, l'ho detto più volte. 
Mi ha stregata con La casa degli spiriti e il suo stile mi ha affascinata. 

Ne L'amante giapponese ho trovato una Allende più commerciale, se mi viene concesso il termine. Una Allende meno impegnata, con un romanzo più scorrevole del solito, che intreccia fili narrativi un tantino sfruttati (la guerra, la storia d'amore impossibile, i rapporti tra caste sociali differenti, una persona anziana che racconta la sua storia) che si fa leggere ma che appare diverso da chi l'ha conosciuta in libri precedenti. 

Alma Belasco - ed è la seconda volta che mi imbatto in una protagonista che si chiama Alma nell'arco di pochi giorni - è un'anziana signora ultraottantenne che decide di andare a vivere a Lark House: una casa di riposo che ospita uomini e donne di diverse età, più o meno vicini al Paradiso.  Irina Bazili a ventitre anni compiuti decide di candidarsi per un lavoro nella residenza per la terza età in cui Alma è ospite: è così, con l'ottenimento di quel posto, che le loro due esistenze si incontrano. Alma impara a fidarsi di Irina e la ragazza si affeziona molto all'anziana signora che, pur ponendosi in modo altero e con l'atteggiamento di chi è abituato a dare ordini, pian piano si scioglierà al punto tale da affidae alla giovane collaboratrice i propri segreti.

Entrambe hanno una storia da raccontare.
Entrambe hanno qualche cosa da nascondere anche se si tratta di vicende ben diverse l'una dall'altra.
Entrambe impareranno a fidarsi reciprocamente e a riconoscere nell'altra un'amica prima che un'assistente o una donna da assistere.

Le voci che si intrecciano sono diverse, la narrazione si sposta su diversi piani temporali, l'autrice non abbandona temi a lei cari come vicende storiche realmente accadute, seppur calate in un romanzo. Questa volta, però, ho avuto l'impressione che abbia dato maggior spazio alle storie d'amore (perchè non si può parlare di una storia sola) virando più sul romanzo rosa di quanto non abbia fatto in precedenza.

La storia che Alma ha da raccontare ha inizio quando era una bambina e, pian piano, arriva ai tempi attuali. Serba nel suo cuore una storia d'amore importante. Più d'una, a dire il vero, anche se si è trattato di storie diverse, nelle quali l'amore ha assunto una diversa declinazione.
Anche la storia di Irina inizia quando era bambina ma è molto più dolorosa e violenta di quanto non si possa pensare. Una storia che rappresenta una pesantissima zavorra, per lei, e della quale fa fatica a liberarsi anche dopo tanto tempo.

Tra i personaggi maschili mi ha sorpreso la figura di un uomo che arriva a Lark House e si scopre essere un vecchio amico di Alma che ha avuto un ruolo importante nella sua vita. Si incontrano casualmente nella stessa residenza e solo verso la fine del libro l'autrice scopre le carte e ne svela l'identità. Mi ha sorpresa, non me lo aspettavo proprio: Lenny Beal, un bell'uomo anche nella senilità, mi è sembrato subito un personaggio più importante di quanto l'autrice non abbia voluto lasciar intendere all'inizio. Ed è stato proprio così. 

Anche la figura di Nathaniel mi ha positivamente colpita: è un'ancora di salvezza per la piccola Alma fin dal primo momento in cui i due bambini (all'epoca del loro incontro erano piccoli, lui con qualche anno più di lei) si conoscono e le cose non cambieranno mai. Nel tempo diventa un uomo che protegge Alma, che la fa ridere, la consola, la coccola, la rispetta, la aiuta, la sorregge, le asciuga le lacrime ma che la lascia anche libera di essere se stessa.

Agli attimi di vita quotidiana si alternano racconti d'altri tempi con un continuo passaggio dal passato al presente e viceversa sia per quanto riguarda la storia di Alma che quella di Irina.

Alma mi ha fatto un po' arrabbiare ma anche soffrire con lei, per lei e per quell'amore che avrebbe meritato molto di più di ciò che ha avuto. 
Ha vissuto un'esistenza felice? Sì, ma non tanto quanto lo sarebbe stata - probabilmente - se avesse fatto scelte diverse.
I due personaggi femminili principali - Alma ed Irina - si contendono il ruolo di protagonista. Tra le due vince Alma per una precisa scelta dell'autrice che lascia, questo mi è apparso chiaro, Irina più nell'ombra affrontando la sua dolorosa storia in modo volutamente meno dettagliato.

Onestamente avrei gradito maggiore approfondimento della figura dell'amante giapponese - quell'Ichi che è sempre presente nella vita di Alma, in un modo o nell'altro - che sembra passare come personaggio secondario quando, invece, non lo è affatto. 

Pur avendo trovato tanti elementi narrativi piuttosto sfruttati, l'epilogo mi è comunque piaciuto e la lettura non è stata mai noiosa, secondo il mio punto di vista. 
Ho letto di meglio di questa autrice che ha abituato i suoi lettori in altro modo. Comunque, nonostante qualche perplessità, il libro mi è piaciuto.

Con questa lettura - che segnalo per il Venerdì del libro di oggi - partecipo alla challenge Le quattro cavaliere dell'Apocalisse come lettura libera. Inoltre, partecipo alla nuovissima Challenge Dalle tre Ciambelle in quanto libro avente protagonista anziano. Alma nel nostro caso.
***
L'amante giapponese
Isabel Allende
Feltrinelli Editore
281 pagine
€ 15.30 copertina flessibile

2 commenti:

  1. Ciao Stefania, sono sempre stata innamorata anche io della scrittura della Allende, dai tempi de La casa degli spiriti fino a Il quaderno di Maya. Il calo qualitativo che però ho percepito a partire da Il gioco di Ripper e poi con L'amante giapponese mi ha completamente deluso. Non è più l'autrice che mi ha emozionato, i temi e lo stile sembrano snaturati, come dici, dalla commercializzazione. Ho letteralmente paura di leggere l'ultimo, Oltre l'inverno.

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    1. Ho sentito parecchie opinioni in linea con la tua ma io ammetto di essere comunque curiosa di leggere altro di suo, giusto per capire meglio cosa è accaduto alla mia scrittrice preferita... Sarà il mercato che, attualmente, chiede storie meno impegnate? Chissà!

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