sabato 26 gennaio 2019

Il Diario di Anna Frank (A. Frank)

Il Diario di Anna Frank è uno di quei libri di cui sai già il finale. Tutto quello che leggi, perciò, è in qualche modo proiettato a quel finale che hai già scritto bene in mente.
Ricordo di averne letta qualche pagina a scuola, quando la lettura era obbligata dagli insegnanti, ma non avevo mai letto tutto il diario. 
Fino ad ora.

Anna, come il mondo intero oramai sa bene, è una ragazza ebrea nata a Francoforte il 12 giugno del 1929. Decide di affidare ad un diario i suoi pensieri nel periodo in cui scappa, con la sua famiglia ed altre quattro persone, ad Amsterdam. Non un viaggio di piacere. Tutt'altro. Fuggono per andare a vivere in un nascondiglio, sopra l'uffici del padre, vivendo in clandestinità per tentare di sfuggire alla sorte che, in quel periodo storico, spettava a gran parte degli ebrei. 
Il 4 agosto del 1944 vengono scoperti dalla Gestapo e deportati ad Auschwitz. Anna muore assieme a sua sorella nel campo di Bergen-Belsen all'età di 15 anni.
Solo suo padre Otto sopravvive alla guerra. 

Questa è la storia di Anna. Non c'è molto da aggiungere.
Quello che, però, mi sento di fare, è condividere le mie sensazioni, i miei pensieri alimentati dalla lettura di quelle pagine oggi, da lettrice matura.

Innanzitutto ciò che ho notato è stato come le vicende della guerra arrivassero ovattate ad Anna e a tutti gli altri. Vivendo isolati, è evidente che anche le notizie del conflitto arrivassero con il contagocce e questo, probabilmente, ha aiutato Anna ed i suoi compagni di sventura a mantenere viva la speranza fino alla fine.
Chi si aspetta di conoscere in modo dettagliato la violenza della guerra resterà deluso.
Tranne qualche accenno che comunque ben rende la tragicità del momento, ciò che viene narrata è la monotona vita all'interno del rifugio segreto.
Monotona.
Non potrebbe essere altrimenti la vita di un gruppo di persone che si deve nascondere al mondo tra quattro mura.
E' la monotonia che caratterizza le giornate anche se Anna cerca sempre di trovare una luce infondo al buio.

Quello che più mi ha colpita è il senso di speranza e di fiducia verso il futuro che Anna, fino alla fine, manifesta. E' una ragazzina vivace, una ragazzina come tante altre, proveniente anche da una famiglia benestante che vede cambiare improvvisamente la sua vita. Sua e quella dei suoi cari.
Lei si mantiene attiva, cerca di combattere la noia e la monotonia come può anche se la situazione all'interno del rifugio, spesso, degenera. La convivenza non è facile, tantomeno lo è quando gli spazi sono ridotti, il cibo scarseggia, non si possono aprire le finestre, si deve stare a luce spenta, fare i bisogni in un catino comune. Una situazione terribile.

In questo contesto, emerge la personalità di una ragazzina che matura molto in fretta. E' costretta a farlo. Nella prima parte ho incontrato una Anna che si sente vittima del comportamento dei suoi familiari che, secondo lei, non la comprendono. Si sente sola, continuamente sgridata e ripresa... mi ha colpita il rapporto con sua madre che la ragazzina considera assente dalla sua vita, presente solo per sgridarla sistematicamente.
E' un'adolescente come tanti altri, Anna. La situazione, però, è decisamente particolare. Tragica.

Ho molto apprezzato la sua voglia di vivere, quella positività che trasmette anche in una situazione di quel tipo. Un atteggiamento che spesso manca agli adolescenti di oggi che, invece, vivono una vita decisamente diversa e priva di prove così terribili. Anna avrebbe tutti i motivi per piangere, per disperarsi, per abbattersi ma non lo fa. Studia, legge, fa ricerche, fa i mestieri in casa ed è anche di sostegno agli altri.
E' un'adolescente che matura in fretta, dicevo.
Ben presto non si vede più quella bambina che giocava sulle pozzanghere: la situazione è cambiata, è vero, ma anche lei cresce. Inizia a provare sentimenti nuovi, si accorge dell'altro sesso, chiede tenerezza, affetto, matura anche nei confronti dei suoi genitori rispetto ai quali cambia atteggiamento. Lei fa tenerezza con i tanti scrupoli che si fa quando si chiede se non sia una brutta cosa abbracciare un ragazzo - ce n'è uno tra i suo compagni di sventura - o scambiarsi un bacio.
Ragionamenti sempre proiettati al futuro, i suoi.

Sta qui il bello di questo personaggio. Posto che la sua storia è terribile e che non potrei mai dire che si tratta di una bella lettura, nella sua semplicità Anna si proietta con positività all'esterno grazie a delle pagine che, nelle sue intenzioni, nessuno avrebbe dovuto mai leggere.
Ha dei sogni che coltiva fino alla fine. Vorrebbe fare la giornalista o la scrittrice e legge molto, studia, si applica anche al buio. Sogni che si infrangeranno davanti alla Gestapo.
Ovviamente il loro arresto non è narrato nel diario perchè Anna non ha certo modo di prendere carta e penna. E fino alla fine parla dei suoi sogni, delle sue speranze verso una realtà migliore, con la fine della guerra.
 
Ho trovato alcuni errori nella versione in e-book che ho letto, anche delle frasi a volte in cui credo mancasse qualche cosa. Purtroppo con gli e-boook mi capita spesso.

Ho notato poi alcune cosette che mi sono saltate agli occhi.
Ad un certo punto Anna racconta della scomparsa del suo gatto. Poi qualche giorno dopo parla del gatto come se non fosse mai scomparso. Probabilmente non ha ritenuto importante annotare il suo ritorno.
Il personaggio che avrei con piacere approfondito maggiormente è quello della sorella di Anna, Margot. Mi sarebbe piaciuto poterla conoscere meglio ma, essendo un diario, Anna ha scelto di scrivere solo ciò che le sembrava più importante, evidentemente non ha ritenuto di dare maggiori informazioni su di lei. Magari non c'era nemmeno molto altro da dire, sarà stata una bambina come tutte le altre. Purtroppo, morta con lei secondo la stessa terribile modalità.

Cosa lascia Anna Frank? E' stato detto e ridetto e non sarò originale: lascia una terribile testimonianza di ciò che accadde, vista dagli occhi e dal cuore di un'adolescente. La scrittura non è quella di un'autrice ricercata che vuole colpire i lettore ma parole semplici (usa quasi sempre il passato remoto e in alcuni punti passa al passato prossimo o al presente) ma è una ragazzina e il suo diario è stato reso come tale. Credo che se non fosse stato così, non sarebbe sembrato così vero.

Terribile.
Non credo di dover dire altro.

Partecipo con questa lettura alla challenge Le quattro cavaliere dell'Apocalisse che, tra gli altri, ha inserito anche la lettura di un libro ambientato durante una guerra reale ed anche alla Challenge Dalle tre Ciambelle in quanto libro scritto da un'autrice morta.
***
Il Diario di Anna Frank
Anna Frank 
Le Vie della Cristianità Editore
285 pagine
letto nell'ambito dell'abbonamento Kindle Unlimited

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