Promosso a pieni voti. Acqua passata, di Valeria Corciolani, è un libro che mi sento di promuovere a pieni voti nonostante un iniziale scetticismo dovuto allo stile dell'autrice.
Stile che, pian piano, mi ha conquistata, stile che caratterizza i personaggi ed anche la storia.
Siamo a Chiavari.
Alma è una colf che è dotata di uno spiccato spirito d'osservazione. Andando nelle case della gente per cui lavora ne conosce abitudini, particolarità e stranezze ed ogni minima cosa fuori posto le salta agli occhi.
Vive con sua suocera e con quattro figli, due coppie di gemelli. Suo
marito l'ha lasciata per andare dall'altra parte del mondo dove ha formato un'altra famiglia.
E' una donna molto responsabile, affidabile, seria e precisa che non esce mai dai confini del suo ruolo.
Quasi mai... perchè accade qualche cosa che le scombussola la vita ed incontra qualcuno che avrà un ruolo fondamentale in tutto ciò.
Nel momento in cui un uomo viene rinvenuto in fin di vita e dopo aver trovato il cadavere di una giovane editor che abita nel palazzo dove Alma lavora, questa tranquilla quarantenne si vede stravolgere la vita e si trova a collaborare con l'ispettore Jules Rosset che trova proprio in lei una valida - anche se inusuale - collaboratrice.
La loro collaborazione è un tantino anomala e le intuizioni di cui Alma rende partecipe Rosset non sono vere e proprie prove ma sono degli agganci preziosi per delle indagini che sembrano arenarsi ogni giorno di più.
Ci sono legami tra i due accadimenti? E le misteriose scomparse che si verificano nei giorni successivi hanno qualche cosa a che fare con tutto ciò? Chi è il colpevole? Sono forse più colpevoli che hanno agito separatamente? O magari collaborando e coprendosi a vicenda?
Ho molto apprezzato l'abilità dell'autrice di delineare alla perfezione il carattere dei personaggi, i loro punti di forza e le loro debolezze.
Ciò che all'inizio mi ha fatto un po' storcere il nasto è stato il modo in cui l'autrice tronca le frasi lasciando il discorso in sospeso. Pian piano, però, questo modo di fare diventa una caratteristica stilistica che mi è proprio piaciuta così come mi è piaciuto lo stile ricercato e preciso nel fornire descrizioni, nell'imbastire ragionamenti, nei dialoghi che mi hanno anche strappato il sorriso in più occasioni. Anche la scelta di chiudere un capitolo con frasi che poi aprono il successivo, anche se in contesti diversi, mi è piaciuta.
Il personaggio che più mi ha colpita è stato un ragazzino, Filippo, che è un personaggio minore. Compare come un fulmine e colpisce per simpatia e per schiettezza. In modo altrettanto fulmineo scompare dalla storia.
Un dialogo, in particolare, con Alma, mi ha fatto innamorare di quel bambino. Alma è nera, i suoi figli sono marroncino chiaro... e il dialogo con quel ragazzino su questo dato di fatto è davvero divertente ma rende anche bene l'idea di quanto sia importante relazionarsi anche con i più piccoli in modo schietto e sincero. Su questo Alma è imbattibile.
E' lei, comunque, il personaggio che domina su tutti non solo per il suo ruolo nell'ambito delle indagini, per la sua capacità di osservare e di dedurre ma anche per la sua sensibilità, per l'incapacità di far fina di niente ma anche per la capacità di vedere nelle indagini che la coinvolgono un valido motivo per venir fuori da quell'esistenza anonima nella quale si è segregata.
Per dieci maledetti anni si è sepolta viva in una noia mortale. E cosa ha ottenuto? Casini, solo casini. E allora tanto vale lanciarsi a doppio tuffo carpiato. Perchè adesso si è davvero rotta le scatole di nascondersi dalla vita come un ragno nei buchi.
Alma cresce durante il racconto e non intendo anagraficamente (la storia si snoda nell'arco di pochi giorni) ma rivaluta la sua persona, si scrolla di dosso la zavorra che un abbandono e che i dieci anni di vita che ne sono seguiti le hanno lasciato addosso.
Ho molto apprezzato anche l'abilità dell'autrice di inserire una storia nella storia. Alle indagini, ai delitti, ai misteri rispetto ai quali Alma collabora con Rosset, l'autrice somma una parentesi familiare importante dando a quell'anonima colf un'umanità ed una fragilità che la plasmano come persona, come madre prima che come collaboratrice familiare o collaboratrice nelle indagini. E' una donna fragile quella che fa i conti con una famiglia altrettanto fragile per un sacco di buoni motivi. Ma è anche una donna che sa trovare la sua forza nel quotidiano, quando affronta con il cuore problemi che mai avrebbe voluto vedere emergere attorno al suo focolare.
Molto interessanti anche le figure del prete e dell'ex detenuto. Mi piacerebbe conoscerli entrambi, tanto mi ha incuriosita l'autrice con le loro descrizioni.
Da ultimo, ma non per importanza, l'ispettore Rosset. Non è un supereroe di quelli che compiono imprese mirabolanti. E' un uomo un po' imbranato, con una matrimonio fallito alle spalle ed un figlio che vede poco, un uomo che sa ammettere i suoi limiti e sa accettare l'aiuto di chi può fare la differenza, nella vita come sul lavoro. Perchè Alma lo aiuterà sul lavoro, è vero, ma avrà un ruolo anche nella sua vita donandogli quel calore che tanto gli manca, calore familiare e senza alcuna declinazione sessuale, sia chiaro.
Alma ha un carattere particolare, Rosset ha un carattere altrettanto particolare: si trovano, si comprendono, si detestano in alcuni momenti, si aiutano.
Suggerisco questa lettura - che poi è la prima di una serie che avrà per protagonista la coppia Alma/Jules - e partecipo alla challenge Le quattro cavaliere dell'Apocalisse in quanto libro letto e recensito da Guerra. Inoltre, partecipo con questa lettura alla nuovissima Challenge Dalle tre Ciambelle in quanto libro con un minimo di 200 pagine.
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Acqua passata
Valeria Corciolani
Editore Amazon Publishing
letto in e-book
334 pagine
copertina flessibile € 9.99
avevo già messo in wl questo romanzo assieme ai seguiti e spero di riuscire a leggerlo presto!
RispondiEliminaHo già preso il seguito e sto cercando di capire se mi può essere utile per qualche challenge che sto seguendo ;-)
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