Ci ho messo un po' prima di raccontare il mio incontro con Barbara Fiorio ma non perchè sia stato noioso... tutt'altro! Dovevo solo trovare il momento giusto. Ed è arrivato.
L'occasione mi è stata fornita da uno degli incontri al calendario di #Leggerestate, rassegna estiva che viene proposta a Porto Sant’Elpidio (Fm) nel corso della quale è stata proposta un'interessante serie
di incontri con autori.
Nel ruolo dell'intervistatrice, come di consueto,
Giovanna Taffetani (Libreria Il Gatto con gli stivali).
E poi lei.
Simpatica, dalle mille risorse, un fiume in piena. Una donna ironica, Barbara, diretta, senza filtri.
Con lei, Vittoria.
Vittoria.
Una donna.
Una storia.
Da dove arriva il titolo?
Il titolo è mio e sono molto felice di questo. Questo libro si è intitolato così fin dall'inizio.
Il gatto in copertina?
I gatti sono presenti anche nella mia vita e, a dirla tutta, ho prestato a Vittoria il mio, di gatto, Brodo. Pur amando i gatti non di razza, in copertina c'è un siamese che, da quel che mi dicono, pare abbia attirato parecchio. Ho messo Vittoria in situazioni piuttosto difficili ed ho pensato di prestarle, almeno, un mio amico.
Dove si svolge la storia?
Siamo a Genova ma la città non è molto presente visto che la storia di Vittoria viene vissuta per lo più tra quattro mura con pochi momenti in esterna. Conosciamo Vittoria in un momento delicato della sua vita ed ha bisogno di un ambiente protetto, intimo.
Genova c'è, la si sente, anche nel cibo ad esempio, ma resta discretamente fuori dalla porta.
Parlaci della protagonista...
Vittoria è un'artista che, però, non riesce più a creare. La sua arte si esprime con le foto: tutti noi abbiamo un lato creativo ed ognuno lo declina come preferisce. Nel caso di Vittoria corrisponde al suo mestiere ma anche alla sua identità. Si trova a vivere una profonda crisi creativa e quando il suo uomo la lascia la situazione precipita. Si ritrova senza lavoro e senza una fonte di sostentamento, si ritrova povera pur avendo una casa, un cellulare, una macchina. Si può essere poveri anche quando, pur possedendo dei beni, non ci si può più permettere l'abituale tenore di vita.
Per fortuna ci sono gli amici.
Vittora può contare su degli amici che le ricordano il suo valore ma lei non lo coglie immediatamente. Nel momento in cui realizza ciò, torna ad essere la Vittoria di sempre.
E' intollerante ai lieviti ed ascolta Rock duro!
Una curiosità. Vittoria ha la mania delle liste. Ce l'hai anche tu?
E' anche una mia mania, lo confesso. Faccio le liste per fare la valigia prima di un viaggio, per le cose da fare, per la spesa e se, per caso, metto nel carrello qualche cosa che nella lista non c'è bhe... aggiungo alla lista e cancello! La verità è che sono peggio di Vittoria su questo fronte!
Cosa ci insegna la storia di Vittoria, che è meglio avere tanti amici veri piuttosto che un amore fasullo?
Bhè, secondo me l'amicizia è cibo per l'anima e Vittoria ne ha la prova materiale.
Gli amici la nutrono, la accudiscono, fanno in modo che resti in vita. Ecco, questa è l'amicizia: cibo per il corpo ma, soprattutto, per l'anima.
E la storia d'amore fallita? Che ci dici in proposito?
A 46 anni, con tre anni di convivenza alle spalle, un amore che fallisce è come aver digitato il terzo tentativo di PIN! Federico, il suo uomo, se n'è già andato di casa ma il lettore vive la loro storia percorrendo i ricordi di Vittoria.
Oltre al gatto, hai fatto un altro dono importante a Vittoria...
Sì, le ho donato Alice, la mia migliore amica. E' un'amica che a volte liquida i problemi con leggerezza e questo spezzo irrita Vittoria. Alice, però, è quella che sa esserci sempre e che affronta la vita con la leggerezza buona che non va scambiata per superficialità.
Nel tuo romanzo compaiono anche i social. Che rapporto ha Vittoria con loro?
Lei non ha un buon rapporto con i social che, però, le portano molte cose positive. Su Facebook ha visto evaporare il suo rapporto! Va detto, comunque, che nei social come in tutto il resto c'è del buono così come del cattivo. Facebook è uno spazio sociale che crea dipendenza: non è mia intenzione demonizzare i social ma è vero che è arrivato il momento di affrontare questo problema: ho visto persone che conosco essere diverse sui social rispetto a ciò che sono.
Il libro è sul mio comodino. Inizierò la lettura a breve. Per ora ho solo il giudizio - lapidario - di mia madre che lo ha letto prima di me: "Parte lento ma poi accelera e mi è piaciuto". Vedremo.
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