Edoardo e Chiara sono due adolescenti che frequentano la stessa scuola. Si saranno forse incontrati qualche volta all'uscita o nei momenti d'intervallo ma non hanno nulla a che fare l'uno con l'altra.
Lui è arrabbiato, molto arrabbiato. E' arrabbiato con il mondo, con tutto ciò che lo circonda. Odia la sua città, non sopporta sua madre che - a suo dire - è una nullità ed è colpevole di aver fatto allontanare suo padre, odia i suo insegnanti che non sanno nulla di lui e che lo vedono come un bravo ragazzo, con buoni voti, buon comportamento senza mai interessarsi davvero alla sua persona, odia la malattia che sta consumando suo padre un giorno dopo l'altro.
Ma più di tutti Edoardo odia gli stranieri.
In particolare, odia i cinesi da quando a dei cinesi attribuisce il fallimento del negozio di famiglia a seguito del quale suo padre si è ammalato e si è ridotto su un letto d'ospedale.
E quando in classe arriva proprio un ragazzino cinese, Yong, che si piazza accanto al suo banco, in Edo scatta una molla che fa venir fuori tutto il disagio che ha accumulato nel tempo, tutta la rabbia tenuta faticosamente a bada. Edoardo si scopre ribelle, capace di compiere gesti che non gli appartengono e che sono lontani anni luce da quel bravo ragazzo. Eppure, si sente forte più che mai, si sente un guerriero pronto a tutto, con una certa soddisfazione.
Chiara è una ragazza molto brava. Una ragazza modello non solo a scuola che, però, si sente sola, distante da quelle ragazze dietro alle quali i maschi sbavano.
Non è il suo mondo, quello che guarda, ammirata, da lontano.
Si sente un bruco che, prima o poi, spiccherà il volo nelle vesti di una splendida farfalla. Quel momento arriva molto in fretta quando, grazie a Facebook che facilita i rapporti ed agevola le conoscenze, per lei si apre un mondo diverso fatto di trucco pesante agli occhi, abiti nuovi e nuove compagnie così come nuove abitudini. Vive con suo padre dopo che sua madre è morta quando lei era piccola. Ma la nuova Chiara con quel padre non riesce più a relazionarsi: ora ha un ragazzo che le fa girare la testa e pazienza se a suo padre non piace o se la sua migliore amica la mette in guardia! Eric è tenero, affettuoso, ha occhi solo per lei. E' un gran bravo ragazzo, anche se le persone a lei più vicine le dicono il contrario.
Sono tutti invidiosi!
Meglio lasciarli stare!
Le vite di Edoardo e Chiara si sfiorano in alcuni momenti per poi incrociarsi in modo definitivo. E lo fanno in un percorso fatto di sofferenza, di difficoltà, di delusioni, di violenza, di perdono. Entrambi i personaggi - che poi sono le due voci narranti (anche se in
alcuni capitoli si alterna più volte la voce narrante maschile) - vivono
una profonda crisi esistenziale che nel caso di Edoardo si manifesta
con comportamenti violenti che snaturano la sua figura di ragazzo
perbene mente nel caso di Chiara appaiono come momenti di disinibizione
che, però, non le appartengono.
Con Fra me e te l'autore - insegnante di italiano e latino in un liceo del milanese oltre che giornalista - scatta una fotografia di quel periodo, l'adolescenza, in cui i giovani si trovano davanti a contraddizioni, a dubbi, all'incapacità di capire quale sia il loro posto del mondo.
Sia Edo che Chiara indossano delle maschere. Vogliono essere accettati in un ambiente che, fino a poco prima, non li vedeva neanche. E ad un certo punto realizzano che questa maschera non è poi così difficile da indossare. Anzi, ci si toglie anche qualche bella soddisfazione!
L'autore tocca un tema delicato come il razzismo e lo fa senza concedere sconti.
In questo contesto secondo il mio parere spicca la figura di Yong. Quel ragazzino arrivato da lontano che sembra la preda ideale per i bulli di turno, quel muso giallo che pretende pure di salutare ed essere simpatico alla classe! E' lui il personaggio chiave del racconto ed è anche colui che ho preferito anche se i protagonisti sono Edoardo e Chiara.
Yong è un ragazzo molto intelligente, parla molto bene italiano, viene da una famiglia di lavoratori regolari ed onesti che vive da anni in Italia, gioca molto bene a calcio e dimostra di essere altruista oltre che gioviale e pronto a mettere il bene di un amico prima del suo. Darà una bella lezione ad Edoardo e non solo a lui.
Amico: ma come si permette di pronunciare quella parola!
Vorrà mica pretendere, quel muso giallo, di essere considerato amico di qualcuno!
Vorrà mica pretendere, quel muso giallo, di essere considerato amico di qualcuno!
Checché Edoardo ne dica, sarà proprio quel ragazzino, quell'amico, la chiave di volta.
La narrazione è fluida, il racconto scorrevole anche se molto forte in alcuni passaggi soprattutto considerato che è un libro per ragazzi. In biblioteca, dove l'ho preso in prestito attirata dalla copertina e nel tentativo di valutare se fosse adatto a mia figlia (che di anni ne ha tredici) hanno apposto un'etichetta con su scritto +16 anni e credo che sia più che giusto.
L'autore non usa filtri, non fa sconti a nessuno. Quando racconta comportamenti razzisti, bullismo in seno all'ambiente scolastico lo fa senza romanzare più di tanto. Perchè, purtroppo, quello che viene raccontato è ciò che troppo spesso capita nelle nostre scuole, nelle vie delle nostre città, tra i vicoli dei nostri quartieri.
Così come non usa filtri rosa nemmeno nel raccontare i fragili equilibri familiari, pronti a crollare come un castello di carte ad un solo balito di vento.
Mi ha molto ferita il modo in cui Edoardo si relaziona con sua madre. Da mamma, mi ha davvero colpita al cuore ed il solo pensiero che uno dei miei figli possa riservare a me, per un qualsiasi motivo, un trattamento del genere, mi ha gelato il sangue.
Fa riflettere, adolescenti e non solo!
Con questa lettura partecipo alla fase finale della della Challenge Tutti ad Hogwarts con le 3 ciambelle.
Inoltre, partecipo alla VisualChallenge in quanto in copertina compaiono un paio di scarponi ai piedi della ragazza ed anche alla Challenge Di che colore sei? utile per lo spicchio verde obiettivo 2.
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