Dopo aver conosciuto storie e personaggi del Bar Lume ho avuto occasione di leggere uno dei libri più recenti di Marco Malvaldi, autore che ricordo con simpatia, incontrato alla presentazione di un suo libro nella mia città, qualche anno fa.
Già dalle prime pagine ho apprezzato la proposta di Malvaldi quando, nel presentare i vari personaggi che avranno poi dato vita la storia, ha offerto il loro punto di vista circa la location in cui si snodano le vicende: Poggio alle Ghiande. Così facendo, non solo ha reso l'idea di alcune caratteristiche dei personaggi ma anche del loro rapporto con il luogo conteso: Poggio alle Ghiande, infatti, è un podere nelle campagne toscane e sarà il motivo del contendere.
Eh sì, perché Alfredo e Zeno Cavalcanti, gemelli che vivono nel podere, hanno ricevuto un'offerta per la vendita dell'intero blocco ad un'azienda cinese e c'è da decidere il da farsi. I due, ovviamente, hanno posizioni contrarie favorevole il primo, contrario il secondo - e per decidere se vendere o no si affidano ad un consulto medico molto particolare: chi dei due avrà maggiore probabilità di sopravvivere all'altro deciderà il da farsi.
Un modo molto singolare, quello scelto dai due gemelli, per prendere una decisione così importante che, tra l'altro, coinvolgerà anche altre persone che, in un modo o nell'altro, sono legate al podere ed il responso sulla longevità dell'uno rispetto all'altro è affidata a Piergiorgio Pazzi che, però, è ignaro del valore che il suo consulto avrà sulle sorti del podere.
Semplice, no?
Invece no. Perché come se la situazione non fosse già paradossale di suo, si aggiunge il ritrovamento del cadavere di Raimondo, agricoltore e custode della tenuta, luogo in cui gli è stata data una seconda possibilità di vita dopo un soggiorno obbligato in manicomio. E con la sua morte spunta un mistero: l'uomo, infatti, sosteneva di possedere un'opera autentica donatagli da un suo compagno di ospedale, un certo Ligabue. La reale esistenza del dipinto può essere legata alla sua morte? Ma dov'è, se davvero esiste, questo dipinto?
Mentre si cerca di dipanare la matassa, un'altra morte sospetta si abbatterà sul podere e sui suoi abitanti.
Piergiorgio si troverà, suo malgrado, a seguire a suo modo le indagini e tenterà di venirne a capo - parallelamente ma anche in collaborazione con il colonnello Valente - assieme a Margherita, affascinante filologa di sua conoscenza.
Dico subito che la questione del quadro è quella che mi ha interessata ed anche colpita di più, non immaginavo niente di simile, circa alla sua sorte! Originale, senza dubbio.
E mi è piaciuta l'ironia dei personaggi, il loro modo di porsi e di relazionarsi tra loro.
Così come mi ha fatto piacere trovare, alla fine del libro, un'altra volta la carrellata dei personaggi a posteriori, dopo che si sono svolte le vicende narrate da Malvaldi.
Originale anche questo!
Il personaggio che mi è piaciuto di più? Il colonnello. Perché, poverino, lui è in forza alla forestale e di solito ha a che fare con situazioni molto più tranquille e di altro genere, non certo con due cadaveri rinvenuti a stretto giro l'uno dall'altro.
Non è l'eroe di turno, il super commissario che si trova in tanti romanzi di altri autori, e mi ha anche fatto tenerezza in alcuni passaggi.
Di coloro che hanno a che fare con Poggio alle Ghiande devo ammettere che il più intrigante è stato proprio Raimondo ma non dico altro, proprio non posso!
E' un libro che consiglio per gli amanti del giallo ma anche di chi ama una scrittura ironica, legata al territorio in cui si svolge la vicenda, con personaggi spontanei e che fanno anche sorridere e con questa lettura partecipo alla Challenge Di
che colore sei? utile in quanto titolo consigliato per l'obiettivo 2 dello spicchio giallo della gara.
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