Sapevo che Catena Fiorello fosse una scrittrice ma non mi ero mai imbattuta in suoi romanzi prima di avere tra le mani Un padre è un padre.
Un libro che ho letto lentamente e che, purtroppo devo dirlo, ho lasciato e ripreso più volte, intervallandolo con altre letture.
La storia non è male: una giovane donna, cresciuta con sua madre senza mai aver conosciuto suo padre, si ritrova tra le mani un biglietto con un nome, un cognome ed un indirizzo. Sono quelli di suo padre e le mani che le porgono quel biglietto sono quelle di sua madre, dal letto di morte.
Così, nell'arco di poco tempo, Paola - questo è il suo nome - si ritrova ad essere orfana di madre ma anche figlia di un uomo a cui ora riesce a dare un nome, anche se non un volto.
E' una storia toccante, che lascia emergere la fragilità di una ventiduenne che si ritrova sola - pur avendo accanto una nonna ed uno zio sempre presenti - ad affrontare una situazione più grande di lei: un padre.
Un uomo che lei cerca scrivendo una lettera a quel misterioso nome e inviandola a quell'indirizzo. Un uomo che risponde alla sua lettera e che, pian piano, riallaccia i ponti con una figlia che non ha mai voluto, mai cercato.
Paola è entusiasta di questo ricongiungimento anche se si sente ancora messa da parte. Roberto, suo padre, ha una vita altrove. Ha una famiglia altrove. Ed anche se la raggiungere per conoscerla e passare del tempo insieme, non la invita a Milano per presentarla a quella che ora è la sua famiglia. Ma nemmeno sembra aver intenzione di rendere partecipe, questa famiglia, del suo passato.
E' una storia commovente soprattutto se si pensa al vuoto che può esserci stato nella vita di Paola e quale improvvisa gioia possa essere iniziare a riempire questo vuoto con occhi, mani, sensazioni, parole, promesse che arrivano da suo padre. Padre: parola a lei estranea fino a poco prima. Parola ora così piena di significato da farla piangere.
La narrazione procede con parecchie divagazioni tanto che la storia di Paola e suo Padre è il filo conduttore di un racconto che spazia parecchio nella vita di lei, nel suo passato, nel suo presente, nelle sue amicizie, nell'ambiente in cui vive, nelle sue aspirazioni. A volte anche troppo.
Alcuni passaggi mi sono sembrati un po' troppo pesanti tanto da farmi dire "...allora, questa storia del padre che fine fa?".
Da qui una lettura rallentata.
Sono stata tentata di abbandonare ma sono contenta di non averlo fatto perché verso la fine la situazione ha uno sconvolgimento di fronte che ridona ritmo al racconto. E ammetto di essermi gustata maggiormente le ultime 50 pagine più di quanto non abbia fatto con tutto il resto.
Avrei preferito che venisse maggiormente inquadrata la personalità di Roberto piuttosto che divagare con tanti racconti, a volte superflui, che hanno - questo è vero - dato elementi utili per mettere meglio a fuoco la vita di Paola ma che hanno allontanato l'attenzione da quello che, a giudicare dal titolo, avrebbe dovuto essere invece il perno principale di tutta la storia.
Mi ha emozionata molto la storia delle due amiche di Paola, Sandy e Milena. Soprattutto l'epilogo.
Mi ha emozionata molto la storia delle due amiche di Paola, Sandy e Milena. Soprattutto l'epilogo.
Finale dal sapore agrodolce che, questo sì, mi è piaciuto, nonostante tutto.
Segnalo questa lettura per il Venerdì del libro di oggi: anche se non mi ha del tutto convinta, mi piacerebbe scambiare qualche opinione con altri lettori.
Segnalo questa lettura per il Venerdì del libro di oggi: anche se non mi ha del tutto convinta, mi piacerebbe scambiare qualche opinione con altri lettori.
Con questa lettura partecipo alla ChallengeFrom Reader to Reader 2.0, come secondo libro utile per l’ultimo mese di
gara.
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