E' una donna schiva, Elspeth, che non ha mai parlato molto della sua vita passata alle persone che ha accanto. Non si è mai aperta con sua figlia Margaret che, improvvisamente, si trova a conoscere una donna del tutto diversa da quella che ha sempre creduto che sua madre fosse.
Nel momento in cui una lettera ingiallita è finita tra le mani di Margaret, è tornata a rivivere una storia a lei del tutto sconosciuta ma che le ha aperto lo uno spiraglio su quel passato a cui, da sempre, la giovane anela.
Il libro Novemila giorni e una sola notte (titolo molto calzante e, una volta tanto, non deviante), è strutturato come scambio epistolare in due spazi temporali: quello della prima e della seconda guerra mondiale.
Le lettere che hanno avvio dal 5 marzo 1912 raccontano la storia di un amore nato per caso ma alimentatosi al punto tale da diventare un legame forte e appassionato tra Elspeth (chiamata Sue dal suo innamorato) e David.
Quelle che, invece, partono nel 1940 sono le lettere di Margaret che cerca di fare luce su quel passato misterioso rispetto al quale non può più temporeggiare. Vuole avere delle risposte circa la vita passata di sua madre e, in modo indiretto, anche circa la sua, di vita. Va alla ricerca delle sue radici senza remore.
Sue (uso per semplicità il nomignolo che David ha dato alla sua amata) si è innamorata di quel giovanotto americano che, con una lettera da fan (lei scriveva poesie -ed anche questo era ignoto a sua figlia) l'ha contattata per farle dei complimenti. I due hanno innescato una corrispondenza durata anni e, pian piano, dall'amicizia è esploso un amore incontenibile, alimentato - come dice il fratello di lei, Finlay - dalla posta anziché dalle lune e dalle maree. Nemmeno la guerra è stata in grado di fermare questo sentimento sbocciato tra i due. Non era il momento per innamorarsi, però. Non tanto per la guerra. No, non per questo. Il punto è un altro: quando la corrispondenza è iniziata, Sue era già sposata.
Tra una riga e l'altra il lettore partecipa al nascere e all'alimentarsi di un amore grande. Un amore a distanza che oggi, nell'epoca delle moderne tecnologie di comunicazione, fa sorridere ma che, all'epoca, non è certo stato un episodio raro. I due sono teneri ed appassionati, sono infantili a volte e profondamente maturi in altre. Sono due giovani innamorati, di un amore che potrebbe portarli lontano ma del quale, a Margaret non è arrivata traccia. Cosa è successo, allora? La figlia di Sue (che non ha mai sentito sua madre essere chiamata in questo modo) non sapeva dell'esistenza di questo americano e resta stupida nel conoscere una storia a lei sconosciuta.
Questo libro mi ha fatto molto riflettere sui rapporti che possono esserci, anche oggi, tra una madre ed una figlia: noi figlie ci chiediamo mai chi fosse, nel passato, nostra madre? Quali amori possa aver vissuto? Quali delusioni possano averne segnato l'anima?
Allo stesso tempo, noi madri (perchè mi trovo a ricoprire anche questo ruolo) quanto siamo disposte ad aprire il nostro cuore e la nostra anima alle nostre figlie per mostrare loro chi siamo realmente?
Ma la storia di Sue e David mi ha toccata profondamente trattandosi di un amore che non è stato vissuto appieno, un amore in cui ci sono stati sacrifici, sono state fatte scelte importanti, si sono alzati steccati.... ma che non si è mai spento. Una amore grande, alimentato anche dalla lontananza. Un amore come non se ne trovano più, forse.
Ammetto di essermi emozionata e devo dire che il personaggio che mi è piaciuto di più è stato quello di Margaret. La sua voglia di sapere non si è mai tradotta in invadenza, in mancanza di rispetto, in giudizio.
Non giudica sua madre ma cerca di comprenderla.
Non la condanna ma le apre il suo cuore e compirà un gesto importante per lei ma anche per se stessa.
Una bella storia, una lettura scorrevole agevolata dalla struttura epistolare, dall'indicazione di date e luoghi.
Con questo libro partecipo alla VisualChallenge in
quanto in copertina compare un cappello, utile per questo mese di gara.
Inoltre, partecipo alla Challenge From Reader to Reader 2.0, come terzo libro utile per l’ultimo mese di
gara.
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