giovedì 5 aprile 2018

Il gioco della seduzione (S. E. Phillips)


Lei è bella, una donna di gran fascino e lo sa.
Lui è un duro, ex giocatore di football, abituato alla gloria, alle donne e al divertimento ma ora allena la squadra degli Stars – una delle più importanti squadre di Chicago - quella stessa che il padre di lei le lascia in eredità al momento della sua morte. E non sarà un’eredità facile da gestire soprattutto se lei, Phoebe Somerville, odia il football e non ha avuto un bel rapporto con quel padre che vuole punirla anche dopo la morte, con un gesto di questo tipo. L’ha diseredata in vita ma non gli è bastato. Quell’uomo ha messo su un bel siparietto pensato per piegare sua figlia alla sua volontà – inserirla nel mondo del football – ma anche di punirla mettendogli tra le mani una grossa rogna che sarà (queste credo fossero le sue intenzioni) solo un motivo di umiliazione. Phoebe diventerà proprietaria della squadra solo se riuscirà a vincere il campionato: cosa che appare sempre più difficile alla luce delle recenti prestazioni del team. Nel caso in cui non centrasse l’obiettivo, Phoebe erediterebbe centomila euro ma la proprietà della squadra passerebbe a suo cugino Reed: un personaggio odioso dall’inizio alla fine.
In ogni caso, sia nell’una che nell’altra soluzione, Phoebe dovrebbe lavorare fianco a fianco con il duro di turno - il coach dei Chicago Stars, Dan Celebow – che perde la sua scorza dura piuttosto in fretta, soprattutto quando subisce il fascino di Phoebe.

Il loro primo incontro avviene al funerale del padre di lei. Da quel momento in avanti i due saranno costretti, volenti o nolenti, a frequentarsi per motivi professionali ma ben presto l’esuberanza e la carica erotica di lei – che appare come un’oca svampita che distruggerà la squadra, così la definisce Dan – farà scintille con quell’uomo che riesce a fatica a domare la propria rabbia così come i propri istinti sessuali. 

Tanta l’apparenza che i personaggi tentano di salvaguardare e questo è il primo aspetto che mi è saltato agli occhi. I protagonisti non si mostrano per quello che sono, per lo meno nella parte iniziale del libro. Sia lui che lei hanno una bella immagine di facciata da difendere, in un modo o nell’altro, ma a ben guardare sono fragili e in attesa della persona giusta. Anche i personaggi minori, a dire il vero, non si mostrano propriamente senza filtri!

Phoebe usa il suo corpo come armatura per proteggere una personalità fragile, ferita, in crisi nel profondo e incapace di trovare un posto ben preciso nel mondo. E’ perfettamente consapevole dell’ascendente che ha sull’altro sesso e non lo nasconde affatto. Anzi, il suo corpo, le sue moine, la sua voce suadente sono strumenti di uso quotidiano per una donna che fa fatica a gestire la sua vita, il suo passato ma anche il suo presente e che per niente al mondo intende far vedere questa sua fragilità. Non le importa ciò che gli altri pensano di lei. Anzi, ironizza sui gossip quotidiani (da qualunque parte essi arrivino) e lo fa alla perfezione. Dimostra, però, di essere una donna intelligente, sensibile, capace di ascoltare, consolare e motivare ma anche coraggiosa all’occorrenza.
Mi verrebbe da definirla un’oca per scelta, una bambolina per scelta che nasconde un'anima ferita e rapporti difficili con l'altro sesso. E pensare che tutti la considerano una mangia-uomini!

Anche Dan mostra una personalità piuttosto complessa: stanco di una vita di eccessi, è alla ricerca dell’amore vero, ha un passato che gli pesa ed i cui strascichi emergono spesso, piuttosto spesso, nel suo modo di essere e di relazionarsi con gli altri. 
Cerca una moglie, una madre, una donna con cui metter su famiglia in modo serio. Phoebe non rientra affatto in questo prototipo di donna e lo capisce fin dal primo momento. E’ l’esatto contrario e, a dire il vero, si fa un’idea sbagliata di lei. 

Strada facendo i due si conosceranno e si mostreranno, pian piano, per quello che sono tanto che le reciproche convinzioni inizieranno a vacillare.

Il personaggio di Phoebe è sorprendente. In alcuni punti l’avrei presa a schiaffi. In quanto donna, l’ho odiata caldamente per certi suoi atteggiamenti. Ma si capisce facilmente come tutto ciò sia solo una copertura, un atteggiamento di comodo. E’ credibile, credibilissimo come personaggio. Ci sa fare.
E’ il personaggio che mi è piaciuto di più in assoluto.

Mi è piaciuto anche il modo con cui l’autrice imbastisce una trama in cui c’è molta carne al fuoco senza che ciò rovini l’insieme. Ci sono la storia d’amore, rapporti familiari incrinati (e non solo quello di Phoebe con il suo oramai defunto padre), l’amicizia, la rivalità, la ricchezza, l’arroganza, la voglia di vendetta… Non è un libro banale come ho pensato che fosse all’inizio. Non mancano descrizioni dettagliate degli incontri intimi tra i due protagonisti ma devo dire che, nell’insieme, non stonano affatto. Per non essere un’amante dei romance devo dire che la storia mi ha incuriosita e mi ha riservato anche qualche sorpresa. Tra i personaggi secondari mi è piaciuto quello della sorellastra di Phoebe: una ragazzina che non sopporta quella donna che conosce appena e che ora, alla morte del padre, è la sua tutrice. Non ne sopporta gli atteggiamenti, l'abbigliamento, il tenore di vita, il modo di fare e, soprattutto, non ha mai sopportato la convinzione che il loro padre amasse Phoebe più di quanto non amasse lei. Anche se l’ha diseredata. Anche se non si sono visti per anni. Anche se l’ha sempre considerata il suo fallimento più grande. Perché Phoebe – e questo suo padre lo diceva sempre alla figlia minore – era capace di tenergli testa cosa che Molly (questo è il suo nome) non è mai stata capace di fare. Molly non la sopporta per questo: qualunque cosa sia successa tra i due, suo padre non l'ha mai considerata all'altezza della sua sorellastra e quella sensazione di non essere benvoluta le è rimasta tatuata addosso.

Degne di nota sono anche le descrizioni degli abiti di Phoebe: vestiti scintillanti, completini vedo non vedo, abiti da sirena... avrei tanto voglia di vederli davvero tutti quegli abiti tanto l'autrice è stata brava nel descriverli addosso a quel corpo volluttuoso. E' un'osservazione sciocca, lo so, ma quei capi mi hanno incuriosita davvero: merito dell'autrice che ha dimostrato ottime capacità descrittive.

Non conoscendo il football americano ammetto di essermi un tantino smarrita davanti ai tanti termini tecnici usati ma poi ci ho fatto l'abitudine (e qualcosina me lo sono anche andato a cercare per capire bene di cosa stessimo parlando).

Bei personaggi, ambiente particolare che mi ha fatto piacere conoscere più da vicino, storia ben strutturata, stile fluido e accattivante: credo proprio che leggerò altro di questa autrice. Se non erro questo libro è il primo di una serie per cui non mi mancherà di certo occasione di incrociarla di nuovo tra le mie letture.

Con questo libro partecipo alla Challenge Di che colore sei? in quanto titolo suggerito per lo spicchio rosa obiettivo n. 1.




Inoltre, partecipo alla Challenge Tutti a Hogwarts con le 3 ciambelle nell'ambito della macro-categoria I doni della morte per l'obiettivo storia che si svolge interamente negli Usa.

 

2 commenti:

  1. sono contenta che ti sia piaciuto. C'è pure il libro con protagonista Molly, Il lago dei desideri

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    1. Lo cercherò! Stanne pur certa! L'ambiente sportivo mi piace parecchio e l'autrice scrive dannatamente bene.

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