venerdì 7 luglio 2017

Wonder (R. J. Palacio) - Venerdì del libro



Wonder è uno di quei libri che avevo in wish list da un sacco di tempo. Aspettavo l’occasione giusta per leggerlo. Occasione che è arrivata con la challenge Leggendo Serialmente.


Occasione presa al volo.

Va detto che non amo leggere libri tanto pubblicizzati nelle immediatezze della loro pubblicazione perché spesso mi è capitato di imbattermi in recensioni gonfiate e poco veritiere per delle letture che, invece, mi hanno delusa probabilmente per via delle troppe aspettative nei loro confronti.
Stavolta ci sono andata con i piedi di piombo e, soprattutto, non si tratta di una nuovissima uscita per cui non siamo più nella scia dell’entusiasmo del “lancio” del libro.

Così ho incontrato August: è un ragazzino che riesce ad accettare se stesso con una buona dose di ironia ma che non nasconde le sue debolezze. Come ogni altro ragazzino della sua età, anche se per lui le prove sono più dure che per chiunque altro. Ha un aspetto diverso dagli altri. Un aspetto particolare, un viso che sembra sfuggito ad ogni legge anatomica. Eppure la descrizione di August arriva soltanto quando la lettura è inoltrata, quando è sua sorella che ne parla. Non prima.
August sa perfettamente di non essere come tutti gli altri e sa anche quanto gli altri, soprattutto suoi coetanei, possano essere cattivi.

Ratto. Mostro. Scherzo di natura. Freddy Krueger. ET. Disgustoso. Faccia di lucertola. Mutante. Lo so cosa mi dicono dietro. Ho frequentato abbastanza giardinetti da sapere che i ragazzi sanno essere crudeli.

August è un ragazzino molto forte. E' la vita che gli ha messo davanti continue prove e, di conseguenza, lo ha forgiato nell'animo e nello spirito. Così come le prove della vita hanno forgiato la sua famiglia: ho molto apprezzato la schiettezza di sua sorella, Via, quando ammette che - anche se per un nanosecondo - anche lei è rimasta un po' spiazzata dall'aspetto di suo fratello. Poi, ovviamente, l'amore supera tutto e l'aspetto passa in secondo piano. Non è un'ipocrita, Via, come non dovremmo esserlo noi: la diversità ci spaventa anche se ci mettiamo con la buona volontà nel dire che siamo tutti uguali, che non è l'aspetto che conta e tutto il resto. Siamo sinceri… 
Chi può dire di non lanciare uno sguardo un po' più insistente del solito davanti a qualcuno che non rientra nei canoni della normalità? Non lo si fa con cattiveria ma è così.

E' proprio questo che ho apprezzato nel libro: non ci sono ipocrisie così come non è il buonismo che impera. I ragazzini reagiscono in un modo forte perché, secondo il mio punto di vista, è questo che la diversità provoca in tutti noi. E sarebbe stato strano il contrario anche se in alcuni momenti l’autrice calca un po’ troppo la mano per far meglio passare il messaggio.
Certo, ci sono delle eccezioni e per fortuna che ci sono. 

Ma la diversità se non spaventa come minimo incuriosisce ed i personaggi a cui l'autore dà voce ne sono la prova. Spesso, poi, c'è chi reagisce alla paura che deriva dalla diversità, non alla diversità in se, in modo violento, facendo battute, con comportamenti sopra le righe. Non poteva mancare un personaggio come Julian perché se così fosse stato la storia, secondo il mio punto di vista, non sarebbe stata credibile. Il suo è un atteggiamento di difesa dettato – secondo il mio parere – più dalla paura di non essere all’altezza di relazionarsi con la diversità che non da effettiva cattiveria d’animo. Inqualificabile il comportamento della madre che però, a ben guardare, anche se in modo non così marcato fa emergere un comportamento che si trova spesso in madri delle nostre realtà quotidiane. Basta pensare alle nostre classi: non c’è sempre, forse, qualcuno che si lamenta se la classe resta indietro per via di un ragazzino in difficoltà? Magari ci si lamenta borbottando in modo ufficioso, non ufficiale, ma questo è quello che capita.

August è un personaggio che si fa amare: ironico quanto basta, sensibile e schietto. 
L’autrice non nasconde la sua fragilità ma fa emergere soprattutto la sua forza. 

Nella seconda parte del libro qualcosa cambia per August. Continua ad affrontare prove difficili anche quando sembra aver conquistato un minimo di normalità. Una normalità che potrebbe concretizzarsi con la partecipazione ad un camposcuola lontano dalla famiglia per qualche giorno, proprio come tutti gli altri ragazzini. Una prova importante: questa volta, in particolare, al cospetto dei più grandi la prova è davvero dura!

E sarà proprio questa circostanza a far emergere quanto di meglio possa esserci attorno a lui: i suoi amici. Quegli stessi che lo guardavano da lontano, che non mancavano occasione per prendere le distanze da lui (in un modo o nell'altro), nella parte finale del libro abbattono ogni barriera. Il finale è più che positivo anche se, lo ammetto, non credo che nella realtà sia tutto così facile. Per ragazzi come August le prove sono continue. Da bambini, da ragazzini ed anche da adulti.
La storia di August ha un lieto fine ma mi chiedo: quanto durerà? Quando ci vorrà prima che arrivi qualcun altro a far notare in modo pesante la sua diversità? Perché non si può essere ipocriti: August è diverso e resto dell’idea che la diversità – senza voler dare a questo termine alcuna accezione negativa – in ogni caso non passa inosservata anche se, soprattutto da adulti, si tenta di fare in modo che sia così. 

Ho trovato interessante il punto di vista del fidanzato di Via, la sorella di August: schietto, anche lui, nell'ammettere di aver avuto qualche problemino sulle prime nel relazionarsi con il fratello della sua amata. Mi è piaciuto molto il personaggio di Miranda che, secondo me, incarna alla perfezione tante adolescenti di oggi: si trovano ad adattarsi alla situazione, ad integrarsi in un gruppo per omologarsi ma senza rinunciare fino in fondo ai suoi sentimenti e all'amicizia.

Molto azzeccato, secondo me, il voler dare la parola ai vari personaggi anche nel raccontare la stessa situazione: i diversi punti di vista rendono l’insieme più completo.

Sono contenta di aver letto questo primo volume ed ora mi appresto a proseguire: lo suggerisco per il Venerdì del libro di oggi (è stato suggerito anche in precedenza per questa rubrica ma ci tenevo a lasciare il mio pensiero in merito) e l'ho anche consigliato a mia figlia, che ha 12 anni. Credo che sia adatto per la sua età e che possa trasmetterle molto. Questo non vuol dire che la lettura sia preclusa a lettori più adulti: assolutamente. Credo che faccia bene a tutti, senza limiti di età.

5 commenti:

  1. Che bello il libro che proponi! Vedo di procurarmelo. Grazie x la segnalazione

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    1. Ho appena iniziato a leggere il seguito, il punto di vista di Julian.

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  2. Avevo già letto diverse recensioni positive di questo libro è la tua è una conferma scritta con competenza ed attenzione ai dettagli. Prima o poi lo leggerò!

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  3. Il titolo è nella mia wish list già da un po, la tua bella recensione non fa che aumentare la curiosità!

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