Finito di stampare nel mese di agosto del 1976, il romanzo di Giorgio Scerbanenco che ho avuto modo di leggere mi ha fatto fare un tuffo nel passato. Non tanto perchè si tratta di una storia ambientata nel passato quanto per il periodo in cui è stato scritto e per lo stile narrativo di quell'epoca.
La sabbia non ricorda: l'ho preso in prestito in biblioteca perchè utile per partecipare alla terza tappa della The Hunting Word Challenge con la parola SABBIA (sia nel titolo che rappresentata in copertina).
Un modo di scivere lontano, con termini desueti per un delitto intricato, legami familiari e legami di cuore che si intersecano pericolosamente in un'indagine che viene portata avanti in sordina ed in modo ufficioso non da un commissario come quelli moderni, quelli a cui ci hanno abituati gli autori di gialli di oggi. No, stavolta Al non è un commissario come tanti ma un agente della scientifica che è spinto più da motivi di cuore che da motivi professionali ad occuparsi dell'assassinio di Giannuzzo Masetta, trovato morto sulla sabbia.
Viene coinvolto in questa sordida storia dal padre di Michela Lorè, una donna che non gli è affatto indifferente e che sta vivendo un particolare momento di depressione per via di una delusione amorosa.
Si sono amati, Al e Michela. Poi si sono allontanati ma le corde del cuore non hanno dimenticato. E' per amore di lei che accetta di scavare nel torbido per cercare il colpevole, la mano che ha agito nel tagliare la gola alla vittima.
Le indagini di cui l'autore dà conto non sono quelle delle forze dell'ordine ma quelle che il padre di lei, funzionario di polizia, chiede ad Al di portare avanti. Un uomo, il padre di Michela, che è interessato in primis ad aiutare sua figlia a venir fuori dallo stato depressivo in cui si trova, ma anche ad aiutare l'amico che lo ospita, Sebastiano Arrighi: il figlio di lui, Roberto, è l'uomo con cui Michela inizia a dimenticare il suo stato depressivo. La vicinanza tra Roberto e Michela è positiva per lei che sembra rinata. Ma Roberto teme di essere accusato della morte di Giannuzzo perchè aveva più di un motivo per ucciderlo. Ecco, dunque, che il padre di Michela - per amore di sua figlia - chiede ad Al di fare luce sul delitto affinchè l'uomo che sta restituendo la serenità a Michela, si senta definitivamente libero dal peso che lo opprime.
Questa è la situazione di partenza.
Michela è un personaggio a volte in luce ed a volte in ombra. E' in luce ogni volta che si lascia andare alla vita e accoglie con slancio anche le piccole cose che essa le riserva. E' in ombra nella maggior parte del tempo e l'autore rende alla perfezione il suo malessere. E' comunque un personaggio interessante: fragile, dalla personalità instabile, molto vicina al padre dal quale si rifugia in modo prevalente ma bisognosa di un appiglio esterno. Vede in Roberto questo appiglio senza essere certa che quello di lui sia vero amore.
Giannuzzo Masetta, la vittima: a ben guardare emergono dei lati piuttosto ambigui della sua persona. Violento, ricattatore, pronto a puntare un coltello al collo a chi lo ostacola. Sarà morto per vendetta? Per soldi? Per amore?
Sono tanti gli interrogativi che frullano per la testa di Al. Un uomo molto attento ai particolari, discreto e non superficiale.
L'ambientazione è quella vacanziera: il
cadavere viene ritrovato sulla spiaggia di Lignano ma anche dopo che è
stato rimosso e l'area è stata ripulita le vacanze non sono più le
stesse da quelle parti perchè resta nell'aria l'odore del delitto. Un
odore impalpabile ma pesante, fino a che non si arriva al colpevole.
Ciò che mi è piaciuto meno di questo romanzo è stata la lentezza (a tratti ho fatto proprio fatica) della narrazione per via dell'uso di frasi e termini oramai sorpassati. Ho molto apprezzato, invece, le informazioni che Al fornisce ai lettori nello spiegare la sua logica. A domanda precisa risponde in modo preciso.
"Come hai fatto a capire chi era il colpevole?" gli viene chiesto. E lui risponde.
L'ho molto apprezzato perchè in questo modo il lettore non resta nel dubbio di aver poco capito qualche passaggio come spesso capita. Ed ho anche apprezzato il fatto che, alla fine e nonostante tutto, Michela riesce davvero a comprendere quale sia il vero amore.
"Come hai fatto a capire chi era il colpevole?" gli viene chiesto. E lui risponde.
L'ho molto apprezzato perchè in questo modo il lettore non resta nel dubbio di aver poco capito qualche passaggio come spesso capita. Ed ho anche apprezzato il fatto che, alla fine e nonostante tutto, Michela riesce davvero a comprendere quale sia il vero amore.
Questa lettura mi permette anche di partecipare alla Challenge La ruota delle letture per l'obiettivo 14 - un libro ambientato al mare.
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