Un bel formato, una bella copertina, storie terribili. Tali
sono le storie narrate da Susanna Tamaro. Terribili in quanto raccontano il
male di vivere, tracciano i contorni di personalità sofferenti dal profondo.
Susanna Tamaro, nel libro Per voce sola, racconta con delicatezza ma, allo stesso tempo, con intensità,
storie che non lasciano indifferenti, in particolare quelle che riguardano
un'infanzia violata nel corpo e nell'anima. Ed è questa la lettura che propongo per il Venerdì del libro di oggi.
Dei cinque racconti proposti, quelli che mi hanno
maggiormente toccata sono relativi a storie di bambini.
La storia di Dorrie, bambina trovata abbandonata tra la
spazzatura e cresciuta da una coppia che - purtroppo - si rivelerà diversa da
ciò che vorrebbe essere. Una bambina maltrattata in modo tale da far passare
quasi per normale ciò che le accade. Una bambina incapace di difendersi,
piccola, trovata nella spazzatura e che, purtroppo, in mezzo alla spazzatura
continua a vivere anche se le premesse erano diverse e se... Me lo sono chiesta: quante storie di
sofferenza e di violenza si nascondono dietro a due occhioni inespressivi,
dietro ad un tic nervoso di un bambino, ad un sorriso troppo tirato? Quante? E
non nei romanzi, ma nella vita di ogni giorni. Purtroppo sono storie più comuni
di quel che si vorrebbe pensare.
Un'altra storia, un altro dolore. Una bambina venduta ad una
coppia di zingari e addestrata per rubare al prossimo. O torna a casa con un
buon bottino o sono botte. Se non peggio. Perché anche il peggio arriva per
Vesna: una bambina che inizia presto a fare i conti con la vita, già appena
nata, quando si ritrova ad essere un difetto della natura per via del suo
labbro leporino. Una bambina che crede di aver trovato l'amore in un uomo
adulto che le sembra l'uomo della sua vita, quello da cui avere figli. Ma non
si rende conto di essere lei stessa una bambina e che la vita, purtroppo, non
sempre ha un lieto fine come nelle favole.
Quando, poi, un bambino nasce senza padre, figlio di N.N., e
sua madre trova un nuovo compagno? Cosa può succedere? Che tutti e tre vivono
felici come una vera famiglia, oppure... Oppure... è questo il caso raccontato
nella terza storia. Una tristissima storia - non che le altre due fossero
allegre! - che ha per protagonista un bambino che si ritrova ad essere più che
un peso per la sua famiglia. Subisce in silenzio le angherie di un patrigno che
vorrebbe forgiarlo in modo diverso da ciò che è, una madre incapace di dare
amore a quel figlio frutto di un errore di gioventù, l'indifferenza che gli
gravita attorno e lo porta a scoprire istinti fino a quel momento sconosciuti e
ripudiati dal profondo. Un racconto che mi ha fatto molto riflettere: cosa c'è
dietro ad un comportamento violento di un ragazzino? Cosa può essersi impresso
nella mente e nell'anima di un bambino che tale nasce - tutti siamo nati
bambini, pronti ad assorbire come spugne tutto ciò che avevamo attorno a noi -
e cosa motiva certe sue scelte? Cosa arma una mano omicida? Me lo sono chiesta.
Questo ragazzino mi ha fatto molto pensare. E mi ha fatto una gran compassione
così come mi hanno fatto attorcigliare le budella quei due soggetti che si
definiscono genitori (madre di sangue e padre acquisito) davanti a questo loro
figlio diventato alla fine invisibile tra le mura di casa, anche se accolto con
grandi sorrisi davanti agli altri. Quanta ipocrisia, quanta falsità tra le mura
di casa? Non si può generalizzare, è ovvio, ma non si può neanche escludere che
ciò accada davvero.
Nel racconto intitolato "Sotto la neve" un bambino
è il protagonista indiretto della storia narrata. Perché è quella della sua
mamma la storia che l'autrice racconta. Una mamma privata di suo figlio fin dal
suo primo vagito. Una madre senza un uomo. Una vergogna per una famiglia che ha
voluto mettere tutto a tacere. Ora quella mamma è anziana e qualcos'altro
cresce dentro di se, giorno dopo giorno, in quello stesso posto in cui era
cresciuto suo figlio. Una male che la consuma, che la sta portando alla morte.
Quella raccontata è la sofferenza profonda di un'adolescente che ha dovuto
rinunciare a suo figlio per non far parlare la gente, per non infangare il nome
della sua buona famiglia. Ma quel distacco le è rimasto addosso come uno
strappo fisico che l'ha portata ad odiare quella donna - sua madre - che tutto
ha deciso al posto suo.
Infine, una storia legata alla guerra, alla resistenza, a
storie di un passato che è rimasto impresso negli occhi, nella mente e
nell'anima di quegli uomini che, pur tornati a casa come sopravvissuti, si sono
portati addosso la violenza della guerra come se non fosse mai finita. Tanto da
non riuscire più a sopportare il male di vivere, il peso di quella vita
che non poteva più essere vissuta come se niente fosse accaduto.
Sono racconti tutt'altro che leggeri. Restano nell'anima. I
personaggi danno voce alla loro anima in modo diretto e molto efficace. I
bambini raccontano e parlano proprio come farebbe un bambino. Con la stessa
ingenuità che ogni bambino ha diritto di rivendicare alla sua età ma che,
purtroppo, viene loro strappata via. Così come nel caso delle donne anziane. I
personaggi vengono resi al meglio anche se si tratta di racconti brevi. In
poche pagine (complessivamente sono 167 pagine) vengono proposte storie
profonde e complete.
Spesso, nel parlare di racconti, ho sostenuto che fossero
una specie di tracce per un libro diverso, un libro che si sarebbe potuto
strutturare per ognuna delle storie proposte. Bhè, stavolta non è così. Se ogni
storia fosse un libro a se stante sarebbe troppo doloroso. Lo è già in poche
pagine. Immagino in un libro intero.
Bravissima l'autrice, a mio parere, che dà vita ad una
raccolta di racconti che sono come un pugno nello stomaco ma che si vogliono leggere fino alla fine e fanno riflettere.
Con questa lettura partecipo terza tappa della The Hunting Word Challenge con la parola VOCE nel titolo.
Ciao mi chiedevo se questo libro potesse andare bene per un gruppo di lettura di anziani ma leggendo il post fino alla fine mi sono convinta che non sia il caso, che dici tu?
RispondiEliminaSecondo me sono un po' troppo forti.... Meglio qualcosa di più spensierato per un anziano.
Eliminascusami non riesco a pubblicare con un profilo diverso da quello sopra che è inesistente! Ora ci riprovo. Sono La Silvi di www.officinadellefavole.it
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