Il film non l'ho visto per cui non farò alcun parallelo con la pellicola cinematografica. Ammetto, però, che Johnny Deep ce lo vedo proprio nei panni di Roux, il bello, selvaggio e maledetto.
Appena ho avuto tra le mani il libro Chocolat, preso in prestito in biblioteca, mi sono subito chiesta (essendo completamente all'oscuro del film) i quale personaggio Deep avrebbe stavolta vestito i panni e, leggendo la storia, non ho avuto alcun dubbio.
Siamo a Lansquenet, un piccole e tranquillo villaggio al centro della Francia, dove tutti si conoscono e dove la vita scorre senza troppe sorprese. Francis Reynaud è il giovane parroco che si occupa della comunità apparentemente senza troppi problemi, fino a che qualcosa arriva a turbare gli equilibri raggiunti dalla placida cittadina.
Qualcuno, più che qualcosa: il giorno di carnevale arriva una straniera, Vianne Rocher e sua figlia Anouk. Uno spirito libero, quello di Vianne, che porta scompiglio con il suo modo di essere, la sua affabilità e, soprattutto, il suo lavoro: apre una pasticceria, confeziona e vende peccati di gola. E' proprio questo il punto: Vianne è vista come colei che ha portato il peccato nella tranquilla esistenza di Lansquenet.
E' una donna indipendente, rispettosa degli altri e dai modi misteriosi a volte, una donna capace di catturare la benevolenza altrui grazie anche a quelle che sono paragonate ad arti magiche, quelle che danno vita ai tanti, piccoli e grandi peccati di gola che offre e vende dal bancone del suo negozio posto proprio davanti alla chiesa.
Il più turbato di tutti è il giovane parroco.
Vianne ha scelto un'attività che invita al peccato.
Ha scelto una tempistica sbagliata (il periodo di Quaresima, il seguente periodo di Pasqua) e dimostra di avere modi che, secondo il suo punto di vista sono sbagliati.
Commette forse un reato? No, non è questo il punto. Ha però portato scompiglio in una comunità che sembra andare pian piano verso la perdizione.
Ma cos'è la perdizione? Gustare un cioccolatino? Sorseggiare una cioccolata calda? O lo è, forse, diventare amica di una straniera che, secondo il parroco, avrebbe dovuto essere allontanata fin da subito, prima che mettesse radici?
Ma cos'è la perdizione? Gustare un cioccolatino? Sorseggiare una cioccolata calda? O lo è, forse, diventare amica di una straniera che, secondo il parroco, avrebbe dovuto essere allontanata fin da subito, prima che mettesse radici?
Vianne non è certo una persona che mette radici e non ha alcuna intenzione sovversiva. Anzi, cerca di aiutare la gente del posto e lo fa con semplicità e schiettezza.
La storia è raccontata a due voci con lei, Vianne da una parte e lui, il parroco dall'altra. Punti di vista diversi dai quali traspare tutta l'apprensione e l'insicurezza di lui a fronte di una serenità d'animo (che pure, però, ha i suoi punti d'ombra) di lei.
Molto interessanti i personaggi che compaiono attorno a Vianne, molto ben descritti e che restano nel cuore del lettore. Il paesino francese viene descritto con dovizia di particolari (così come ricche di particolari sono le descrizioni delle prelibatezze che compaiono con disinvoltura durante il racconto), tratti molto chiari anche quelli che vengono dipinti per rendere l'idea della personalità in particolare del giovane parroco. Nelle more del racconto vengono scoperte tante storie nella storia e ne emerge un quadro ordinato e complesso, molto più complesso di quanto il tranquillo paesino vorrebbe far pensare.
Ho odiato il parroco, lo ammetto. Il suo modo contorto di essere un uomo di Dio, un modo molto poco divino e parecchio umano direi. I suoi discorsi ed i suoi gesti mi hanno fatta arrabbiare. A fronte di ciò, ho immaginato il volto sereno e rassicurante di Vianne che va dritta per la sua strada dimostrando di avere un gran carattere.
Il finale mi ha lasciato un po' di amaro in bocca (è un controsenso parlare di amaro in bocca quando si parla di prelibatezze di pasticceria!) l'avevo immaginato differente ma, a ben pensare, è un giusto finale, in linea con la personalità della protagonista.
Bel libro che, a dire il vero, mi spiace aver scoperto solo ora.
Lo suggerisco per il Venerdì del libro di oggi... venerdì di Quaresima ma garantisco che è solo un caso!!!
Inoltre, con questa lettura partecipo alla challenge di Chiara del blog La
lettrice sulle nuvole che è arrivata (sigh!) alla fine.
Ho visto il film ma forse ho letto anche il libro: sono passati troppi anni! ;-) ciao!
RispondiEliminaCiao mia cara. Io invece avevo in mente da un po' questa lettura e l'ho letto parecchio tempo dopo la sua uscita. Meglio tardi che mai!
Eliminaciao, il finale è amaro ma è quello giusto, l'unico possibile. Se puoi evita il film, Johnny Depp è bravissimo, lei pure, ma hanno stravolto il senso del libro, consiglio mio
RispondiEliminaCapita spesso che nei film tratti da libri succeda questo. Ne ho avuto prova tempo fa con La custode di mia sorella e, da quella volta, ho sempre evitato di guardare il film dopo aver letto un libro che mi è piaciuto (a dire il verdo guardo pochissima tv per cui i film li evito proprio però c'è stata qualche eccezione, lo ammetto!).
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