lunedì 20 marzo 2017

Lettera d'amore alla Scozia (A. McCall Smith)

Lettera d'amore alla Scozia è il terzo libro della serie Le storie del 44 Scotland Street di Alexander McCall Smith ed ora più che mai posso dire che il personaggio che sovrasta tutti gli altri è Bertie.
Non ho più dubbi.
Li sovrasta per carattere, per spontaneità, per le esperienze che - suo malgrado - si trova a fare e per la tenerezza che emana da ogni poro.
 
Adoro quel bambino e vorrei tanto poterlo aiutare in qualche modo a venir fuori dalla situazione in cui si trova: avere una madre oppressiva, una madre che non lo ascolta e, pur nella convinzione di fare qualunque cosa per il bene di suo figlio, non fa altro che schiacciarlo giorno dopo giorno sotto il peso della sua volontà, quella che è insita in quello che ha definito il Progetto Bertie

E' un libro che può essere letto anche senza gli altri due visto che l'autore, ogni tanto, riprende alcuni dettagli della storia precedente ma è evidente che, trattandosi di una lettura seriale, per avere un bel quadro d'insieme bisogna andare in ordine con la lettura.

Ritroviamo Bertie nella situazione di sempre con una differenza: ora sua madre è incinta e, per quanto possibile, ciò la rende ancora più oppressiva visto che ha più tempo libero per dimostrare a suo figlio Bertie che l'arrivo del fratellino o della sorellina non cambierà niente nel loro rapporto.
E pensare che il bambino ci aveva sperato, in un qualche miglioramento inteso come minor tempo che la madre potesse dedicare a lui per occuparsi del piccino o della piccina!
In questo terzo volume la storia di Bertie è ancora più divertente delle precedenti. La sua ingenuità è disarmante e il suo modo limpido di essere mi ha fatto riflettere: come sarebbe, il mondo, se fossimo tutti un po' più simili a questo bambino che non riesce a dire le bugie, che ha un'intelligenza superiore ma non ha alcuna intenzione di far pesare ciò sugli altri, anzi, desidera essere un bambino come tutti gli altri? Perchè questo è ciò che insegna Bertie: dire la verità, comportarsi in modo limpido e trasparente a volte può creare delle situazioni imbarazzanti ma se ne viene sempre e comunque fuori a testa alta. Questo è ciò che mi ha trasmetto Bertie.
Il passaggio più divertente in assoluto? La descrizione che fa il bambino di sua madre al cospetto di un nuovo amico. 

Il ragazzo, che avrà avuto a malapena tredici anni, guardò Irene dirigersi verso il bar e poi si voltò a guardare Bertie. "E' tua mamma?" gli chiese.
Bertie scosse la testa. "No", disse. E aggiunse, per ribadire il concetto: "No, non ha niente a che fare con me".
"E allora chi è?" chiese il ragazzino.
"E' una che ho incontrato sull'autobus" disse Bertie "Le ho parlato e mi ha seguito dentro".
Il ragazzino sembrò sorpreso. "Devi stare attento a non dare confidenza agli estranei" disse. "Non te l'hanno mai detto?".
Bertie annuì. "Lo so" rispose. "E' solo che mi dispiaceva per lei". Si spremette le meningi per escogitare una storia credibile e poi continuò: "E' appena uscita dal manicomio. Li fanno uscire al sabato e non aveva nessuno con cui parlare. Per questo le ho dato spago". 
"Ah" fece il ragazzino. "Credi che sia pericolosa?"
"Non direi" rispose Bertie. "O forse un po'. E' veramente strana. Fa finta di essere mia madre, credo".
"Certi adulti sono proprio tristi" disse il ragazzino.
"Sì" concordò Bertie. "Tristissimi". 
Come si fa a non affezionarsi ad un bambino così? 
Un bambino che è alla ricerca di una vita in cui non sia pilotato dalla volontà della madre ma possa scegliere liberamente cosa fare o cosa non fare. Una vita da bambino libero di essere tale! 

Al 44 Scotland Street qualche cosa è cambiato. Non la vita di Bertie, quella no, ma ci sono stati dei cambiamenti importanti che hanno visto Bruce trasferirsi definitivamente, Pat spostarsi in un'altra via, Domenica salutare temporaneamente per una missione antropologica alla ricerca dei pirati.

Anche in questo caso il libro non ha una trama ben precisa ma racconta le vite dei personaggi che spuntano dalle pagine. Ecco, dunque, che Matthew torna a fare i conti con i suoi sentimenti per Pat ma dimostra anche, con i fatti, di essere un ragazzo altruista oltre che buono e docile. Ecco che arriva un'amica di Domenica ad occupare il suo appartamento e che Angus Lordie, che a Domenica ha promesso di fare gli onori di casa, con questa nuova arrivata non si prende molto. 
E poi Irene, la mamma di Bertie. Non si smentisce nemmeno con il pancione.

L'autore fa affezionare ancora di più il lettore ai suoi personaggi e lo fa con una penna a tratti ironica, a tratti divertente, mai scontata nelle storie che racconta. 
Ho letto questo libro con piacere e leggerò anche il successivo, che ha Bertie nel titolo per cui mi fa pensare che sarà lui il personaggio di maggiore spicco nel prossimo volume. Per me, come ho detto, questo ruolo ce l'ha già e sarà solo una conferma.

Arrivo quasi sul gong ma sono in tempo per partecipare alla challenge Leggendo SeriaLmente: si tratta del terzo libro di una delle tre serie proposte dalle organizzatrici.
 


3 commenti:

  1. Io ho letto solo il primo libro della serie, ormai anni fa, però la mancanza di una trama precisa non mi aveva convinto molto, pur piacendomi l'ambientazione e alcuni personaggi, come appunto Bertie.

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    1. E' il terzo della serie che leggo. E sul quarto Bertie è protagonista già sul titolo. Nonostante la mancanza di una trama, come ben dici, mi incuriosisce questo personaggio ed ho già comprato il quarto della serie. Prima o poi lo leggerò.

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