In realtà quello che avevamo lì era un ghetto in miniatura, poichè c'era un muro invisibile fra le due parti, e sebbene lo spazio che le separava fosse solo di pochi metri, in quanto la strada era molto stretta, la distanza sociale avrebbe potuto essere chilometri e chilometri. Era una piccola strada tranquilla, che si notava difficilmente in mezzo alle altre ben più ampie, ma ciò che la rendeva eccezionale era il fatto che noi vivevamo da una parte e loro dall'altra. Noi eravamo gli ebrei e loro i cristiani.
E' concentrato qui, in queste righe, il senso del libro Il muro invisibile. La voce narrante è quella di un bambino, Harry, che vive sulla sua pelle la realtà di quell'epoca: la rigida divisione tra ebrei e cristiani.
Quel piccolo Harry mi ha fatto pensare immediatamente all'autore. La sua storia personale, quella della sua famiglia, ha ispirato il romanzo e credo che ci sia molto di autobiografico. A partire dalla foto di copertina che mi ha fatto pensare ad una vera foto d'altri tempi, al vero Harry.
Siamo nel periodo della prima guerra mondiale. Harry ha quattro anni. Vive con suo padre, sua madre e cinque fratelli nel quartiere operaio del Lancashire. Sono una famiglia povera, con un padre assente ed impegnato solo nel lavoro e nello sperperare ogni danaro nei pub della città. Sua madre, una donna che non ha mai avuto la forza di opporsi agli atteggiamenti despotici del marito, tira avanti la baracca con quel poco di cui dispone.
La famiglia vive in una strada caratterizzata da una netta separazione tra ebrei e cristiani. Quel muro invisibile a cui l'autore fa riferimento nel titolo è ciò che separa le due comunità. Un muro che non si vede ma la cui presenza incombe, costantemente, su tutto e su tutti. Non c'è persona che non sappia della sua esistenza. Tutto sommato e malgrado l'esistenza di questo muro, le famiglie dei due lati della strada cercavano di avere dei buoni rapporti. Ma questo non bastava per fare in modo che quel muro cadesse. Le differenze c'erano e in più d'una occasione sarebbero emerse con estrema violenza.
E' proprio Harry a raccontare tutto ciò con una narrazione chiara e profondamente toccante, con descrizioni molto verosimili e tali da dipingere davanti agli occhi quelle situazioni e quelle persone.
E' un libro scritto molto bene. Un libro scritto con il cuore. E si sente.
Accanto a lui sfilano personaggi che, seppur secondari, non restano in ombra ma hanno tutti un ruolo importante nella narrazione.
Tante le emozioni alimentate da questa lettura: la rabbia per un passato che nessuno può cambiare ma che ha portato tanta sofferenza, paura per una guerra che porta via tutto e tutti, profonda pena per quei giovani che non possono veder coronato il loro amore in quanto l'uno ebreo e l'altra cristiana o viceversa. Mi sono commossa davanti alla sorte spettata a Freddy, mi sono arrabbiata per gli insulti subiti in particolare dagli ebrei... Ho provato orgoglio per il coraggio di un personaggio femminile che mi è molto piaciuto: Lily, sorella maggiore di Harry, ha avuto il coraggio di seguire il suo cuore sfidando tutto e tutti pur avendo dovuto subire delle umiliazioni per mano, in particolare, del padre. Ho provato tanta rabbia per la figura di quel padre così assente ma, allo stesso tempo, così dominante su tutta la famiglia. Un uomo capace di terrorizzare tutti senza alzare un dito. Un padre che nessuno sente come tale e del quale viene anche narrata la storia per far comprendere al lettore da dove arrivassero quei modi di fare.
Lily è senza dubbio il personaggio che mi è piaciuto di più.
Quanto ad Harry... ho sentito quella voce narrante molto vicina, proprio come se l'autore stesse mettendo sul piatto ricordi ancora vivi nel suo profondo. A lui va dato merito di aver raccontato la vita di quel tempo senza mirare alla compassione del lettore di oggi, senza calcare la mano su situazioni che si sarebbero ben prestate ad essere spettacolarizzate. Il suo è un racconto lucido e molto toccante, racchiuso in un libro che non può certo essere definito leggero. Non è un libro leggero perchè, comunque, ricalca una storia di vita vera che è assimilabile a quella di tanti nostri nonni, ragazzini di allora, che hanno vissuto la guerra sulla loro pelle. La scrittura è fitta fitta tanto che le 314 pagine di cui consta il libro sembrano molte di più in fatto di contenuti.
Come non soffrire davanti all'arrivo di quella piccola postina che portava notizie di morte nelle case con telegrammi che nessuno avrebbe voluto ricevere?
Come non soffrire con Lily che vede spezzate le sue aspirazioni per via di un padre tiranno che ha deciso altro per lei?
Come non gioire per ciò che un bambino appena nato può significare per un'intera collettività?
Come non soffrire per Sarah e con Sarah, chiamata a scontare la colpa di essersi innamorata di un cristiano!
Questo libro mi è piaciuto per la capacità di arrivare dritto al cuore del lettore pur narrando una storia che è stata - seppur non con gli stessi protagonisti - raccontata in tanti modi e da tanti autori.
E' anche un invito a superare le divisioni, di qualunque tipo esse siano.
Il muro invisibile è un libro che consiglio senza ombra di dubbio. Mi permette, tra l'altro, di partecipare alla Challenge di Chiara del blog La lettrice sulle nuvole e ringrazio chi lo ha suggerito: è un libro molto bello, che non si dimentica. Harry resta nel cuore, con i suoi modi, il suo occhio attento, il suo cuore grande ed anche con tutta la sofferenza che racconta e che gli è rimasta addosso, segnata con tratti indelebili.
Inoltre, mi permette di partecipare anche alla quarta tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori, per l'obiettivo n. 1: un libro ambientato nel Regno Unito.
Sapessi quanto sono felice ti sia piaciuto, proprio perché l'ho suggerito io. E meravigliosa recensione. Brava
RispondiEliminaè una recensione molto toccante, bravissima
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