Non è frutto di fantasia ma il racconto della vita di un uomo che ha lasciato il segno e di cui si parla nei libri di storia.
Ed è proprio con quel poco che ho acquisito dai libri di storia - peraltro all'epoca dei miei studi oramai lontani - che mi sono avvicinata al libro di Roberto Romano (collana I Condottieri, Graphe.it edizioni) sulla figura di Riccardo Cuor di Leone.
Così lo definisce Sir Steven Runciman.Un cattivo figlio, un cattivo marito e un cattivo re, ma un valoroso e magnifico soldato
Un uomo fuori dal comune, singolare ed eccessivo in tutte le palesi manifestazioni della sua personalità, alla ricerca, potremmo dire, di una sorta di "rivincita" in grado di compensare gli aspetti manchevoli della sua esistenza.Questo dice di lui Régine Pernoud.
Ma quanto c'è di suo in queste descrizioni inserite in premessa dall'autore? Quanto emerge della sua vera personalità e quanto, invece, viene mascherato dal suo atteggiamento imposto dal suo ruolo?
E' questo il viaggio che propone l'autore. Un viaggio nella storia, è vero, ma anche nella personalità complessa di un uomo con le sue ambizioni, i suoi vizi, le sue abilità, le sue sofferenze.
Riccardo viene descritto come un normanno primitivo, brutale, avido di ricchezze, inaffidabile, volubile e sanguinario. Superbia, cupidigia e lussuria gli sono attribuite senza mezzi termini ma appare anche un uomo spiritoso visto che a chi lo apostrofa sottolineando tali sui vizi lui risponde (secondo fonti storiche) "...faccio dono della mia superbia ai Templari e agli Ospitalieri, della cupidigia ai Cistrecersi, della lussuria a tutto il Clero!".
Secondo l'autore - a cui va dato merito di una profonda conoscenza storica - "...se tre sono i tipi umani che sovrastano dalla cintola in su tutti gli altri mortali - l'eroe, il genio e il santo - non v'è dubbio che egli resta per noi l'eroe".
Va detto che non amo la storia, non vado mai alla ricerca di romanzi storici tantomeno di testimonianze di questo tipo, che propongono un viaggio approfondito e circostanziato nella vita di un personaggio storico realmente esistito, un viaggio ricco di riferimenti a vicende storiche, a personaggi realmente esistiti e così via discorrendo. Questa volta, però, grazie al libro che mi è stato gentilmente inviato dalla casa editrice, mi sono avvicinata alla lettura con curiosità.
Sì, perchè quel Cuor di Leone lì mi ha sempre incuriosita (come pochi altri dei personaggi di cui si parla nei libri di storia). Ricordo il suo coraggio, le sue imprese... ma con questa lettura ne ho conosciuto il lato umano, i vizi, le caratteristiche personali.
Ho molto apprezzato la precisione nella ricostruzione delle vicende che lo hanno riguardato da vicino: dai rapporti familiari (il giovane Riccardo si sentì schiacciato dalle personalità dei suoi genitori, personalità forti, più forti della sua in quella particolare fase di vita che è stata la sua giovinezza) alla sua ascesa al potere che lo portò a diventare Re d'Inghilterra nel 1189. Le crociate, le conquiste ma anche le sconfitte ed il declino che lo vide ridotto in carcere si alternano a vicende personali che lo vedono, in particolare, alle prese con scappatelle fuori natura. Scappatelle che puntualmente confessava pubblicamente ai vescovi del suo seguito, pentendosi.
Le vicende della cattura e della prigionia di Riccardo sembrano tratte da un romanzo: l'autore non ha dubbi in merito e quanto viene poi raccontato in proposito conferma tale asserzione. Ma non è un romanzo... di vita vera si tratta, pur avendo tutte le caratteristiche per imbastire un romanzo a tutti gli effetti!
L'Inghilterra dovette organizzarsi per pagare un sostanzioso riscatto per riavere Riccardo libero e questo impose sacrifici a tutta la popolazione. Il riscatto venne pagato e Riccardo venne restituito alla sua gente a sua madre che, oramai più che settantenne, tanto aveva fatto per lui.
Una figura, quella di Eleonora (madre di Riccardo) che spicca senza mezzi termini anche da anziana.
La prigionia non aveva affatto infiacchito Cuor di Leone che tornò ad essere Re d'Inghilterra nel 1194 con una nuova incoronazione. Ed ancora vittorie... ma anche ancora fornicazione. Il Re era nuovamente ricaduto nel peccato dell'omosessualità anche se su questo punto, dice l'autore, le opinioni sono controverse e alcuni storici cerchino di negarlo.
Riccardo morì a soli 41 anni nel 1199 e, secondo l'autore, nella sua vita mostrò più spesso la maschera di quanto non mostrò il suo vero essere. L'influenza del Cristianesimo, in particolare, i suoi doveri di sovrano, gli imposero comportamenti mitigati rispetto alla sua indole sanguinaria e viziosa. Una ostentata religiosità, il pentimento davanti ai vescovi, la generosità di cui dava forzatamente sfoggio servivano per crearsi un'alibi, un contraltare che mascherasse la cupidigia di ricchezze, per stupire i beneficati.
Nonostante ciò, arriva a noi il suo essere eroe prima di tutto.
E' stata una lettura appassionante, devo ammetterlo. Ho molto apprezzato i linguaggio chiaro usato dall'autore, voluto per arrivare a tutti. Anche a chi, come me, non avesse particolare inclinazione ad approfondire argomenti di questo tipo. Ho apprezzato la franchezza con cui l'autore racconta la storia ed anche i precisi riferimenti storici con tanto di una ricca documentazione finale che arricchisce ancora di più il racconto.
Per questo Venerdì del libro propongo una lettura insuale, dunque, per conoscere meglio quel personaggio che, nell'immaginario collettivo, dentro e fuori dalla Gran Bretagna, è assurto a simbolo dello chevalier sans peuro e sans repcohe. Uno dei più grandi condottieri inglesi, un soldato di altissimo valore e di ineguagliabile ardimento; sempre fra i primi, con l'esempio trascinava i suoi uomini a nuovi atti di eroismo.
Un uomo che è, comunque, un uomo, con i suoi pregi e i suoi difetti e che, come molti, è costretto a non mostrare il suo vero volto.
Con questa lettura partecipo alla quarta tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori, per l'obiettivo n. 3: libro con un personaggio realmente esistito.
Non leggo quasi mai romanzi storici, biografie ecc., non è un genere che riesce ad appassionarmi purtroppo e non so spiegare bene il perché.
RispondiEliminaMa non ti nascondo che mi hai abbastanza incuriosita con la tua recensione. Certo che ne ha fatte di cotte e di crude questo personaggio che poi è anche molto mitizzato!
Segno. Davvero non si sa mai ;)