Mi chiamo Lucia. Lucia Santa Angeluzzi-Corbo.Se potessimo dare la parola a Lucia Santa, questo direbbe per presentarsi, per presentare la sua storia.
Ho lasciato l'Italia da giovanissima per abbracciare una nuova vita negli Stati Uniti dove un compaesano mi ha chiesta in sposa. L'ho sposato per procura. Non l'avevo mai visto. Era prassi comune a quel tempo.
Sono rimasta sola con tre figli suoi. L'ho perso a seguito di un incidente sul lavoro. Vedova e con dei figli a carico, mi sono risposata.
La mia famiglia si è allargata ma sono nuovamente sola: il mio secondo marito mi ha abbandonata... Ha lasciato la sua casa e nessuno sa se mai tornerà.
Continuerò comunque a guardare alla vita a testa alta, non mi arrendo anche se le prove da affrontare ogni giorno sono dure.
La storia narrata da Antonio Puzo nel libro Mamma Lucia sarebbe racchiusa nella sua descrizione. Si tratta di un libro datato (venne pubblicato nel 1965) che racconta la storia di immigrati italiani in America. Una storia d'altri tempi che segna un periodo storico molto particolare, quando nel parlare di immigrati si pensava agli italiani che partivano verso il sogno americano. Oggi gli immigrati sono altri, ma il sogno di una vita serena, lontani dalla povertà e dalle guerre di casa propria è sempre lo stesso.
Siamo nella Little Italy degli anni Trenta. Gli immigrati italiani sono molti e creano una numerosa comunità. Ognuno sfugge ad una vita di stenti ed arrivano da piccoli paesini italiani dimenticati da Dio. Mamma Lucia è una di questi. Nemmeno il corredo aveva, all'epoca della sua dipartita. Nulla. E' partita senza niente spostatasi per procura, si ritrova con due bocche da sfamare ed un figlio in grembo quando suo marito la lascia sola, morto prematuramente per un incidente sul lavoro.
Donna giovane e forte, non si è lasciata abbattere ed è andata avanti a testa alta, pronta a sopportare le difficoltà e le avversità della vita, pronta a dare un futuro ai suoi figli.
Ed uno spiraglio è arrivato con il secondo marito, sposato regolarmente in chiesa. Frank Corbo le ha dato altri due figli per abbandonare, però, il tetto familiare lasciando sua moglie nuovamente sola. Non sarà un abbandono definitivo ma il punto di partenza per un declino che porterà la donna ad essere ancora sola. Sola con i suoi cinque figli.
Gli anni passano, i figli crescono così come crescono gli acciacchi ma anche la speranza. Speranza per una vita migliore, per una casa nuova in un diverso quartiere, per un futuro più sereno.
Mamma Lucia si trova ad affrontare tante prove: donna sola in una comunità in cui non ha veri amici, tranne la vecchia Louche madrina del piccolo Vincent (il bimbo che era nel grembo di Lucia quando rimase vedova la prima volta), sola ad affrontare le avversità di una vita tutt'altro che facile, sola a prendere di petto le situazioni che, con cinque figli, non si sono certo risparmiate.
Quella di Lucia è una storia che va letta tutta d'un fiato. L'autore descrive con maestria un momento storico che gli italiani non possono dimenticare: tanti sono stati coloro che hanno inseguito il sogno americano e la famiglia di Lucia è una famiglia tipo dell'epoca con una particolare caratteristica: il perno è una donna. Una donna forte, di carattere, temprata dalle sofferenze, pronta a proteggere la sua famiglia e a tenerla unità nonostante tutti.
I cinque figli hanno caratteri e personalità differenti: vederli crescere (perchè si ha davvero la sensazione di vederli crescere) e ritrovarli uomini e donne dopo averli visti bambini rende la storia ancora più vera.
Ho molto apprezzato lo stile narrativo: chiaro, scorrevole, ricco di descrizioni che non appesantiscono la lettura ma la arricchiscono di spaccati di un'epoca. Il lavoro alle ferrovie, la guerra, le donne vestite di nero... tanti dettagli descritti minuziosamente rendono perfetto il quadro nell'ambito del quale si svolgono le vicende.
Così come ho molto apprezzato la forza dei rapporti familiari che viene trasmessa al lettore. I legami di sangue sono più forti di qualunque altra cosa:
Lui sapeva ancora che cosa significasse un fratello; che non c'era dovere più sacro del sangue, che esso veniva prima della patria, della chiesa, della moglie, della donna e dei soldi.
Il personaggio che ho amato di più? Difficile da dire.
Di ognuno ho apprezzato un aspetto.
Di Mamma Lucia ho apprezzato la forza d'animo, il voler dare un futuro ai suoi figli, la sua voglia di riscatto dopo una vita di stenti in Italia, il suo voler mantenere le proprie radici italiane seppur in terra straniera (...ecco che la piccola Aileen, l'ultima arrivata e così chiamata per insistenza della figlia maggiore, resta Lena per la madre... Aileen è un nome che non le appartiene).
Ho apprezzato la forza ed il coraggio davanti a vicende che l'hanno messa a dura prova. Perderà due mariti ed un figlio: a quarant'anni sarà segnata dal lutto ma questo non le impedirà di continuare a guardare con fiducia al futuro.
Molto particolare la figura di Gino: il figlio ribelle, lui che preferisce giocare per strada piuttosto che aiutare in famiglia, lui che non ama le regole e che non ha paura di fare ciò che sente. Quel Gino che viene considerato da tutti troppo simile a suo padre, secondo marito di Lucia, e destinato ad essere la sventura della famiglia. Gino dimostrerà a sua madre che si sbaglia e lo farà in modo drastico e definitivo.
Octavia, la prima figlia di Lucia, ha un rapporto di amore-odio con la madre. Una situazione molto comune tra madre e figlia. Di lei ho apprezzato il senso di responsabilità sempre dimostrato nei confronti dei suoi fratelli ed anche la solidarietà mostrata alla madre, nonostante i tanti scontri che hanno avuto nel tempo.
Tutto funzionava, erano ambedue in intimità: la ragazza una fedele ma potente subordinata; la madre, capo incontestato, ma che mostrava rispetto e ammirazione per l'aiuto di una figlia intelligente e leale. Non lo dissero mai, ma l'esilio del padre le aveva liberateda gran parte della tensione e della preoccupazione. Erano quasi felici che non ci fosse e il loro potere fosse assoluto.
Bellissima recensione! Circa otto anni fa cercavo i romanzi di Mario Puzo, ma era difficile trovarli, c'erano solamente delle edizioni che erano delle giacenze di magazzino, ma alla fine trovai solo un romanzo disponibile. Ci rinunciai. Ho sempre voluto leggere i suoi libri, oltre alla fama ottenuta dal film tratto, credo che siano davvero belli.
RispondiEliminaxoxo Connor
PS: Auguri per un bellissimo anno nuovo!