Io non amo i racconti e solitamente li evito.
Mi piacciono le storie più strutturate, più approfondite e spesso i racconti mi lasciano addosso una sensazione di velocità, di sospeso.
Con Rocco Schiavone, alle prese con le sue cinque indagini precedenti al trasferimento in quel di Aosta (noto a tutti coloro che conoscono il personaggio) questa sensazione è stata un po' attutita dal fatto che, comunque, avessi familiarità con il protagonista avendo letto le altre sue avventure per cui tutto sommato mi sono adattata alla lettura.
Posto che i Sellerio mi piacciono come volumi da tenere tra le mani, da sfogliare e tenere comodamente in borsa per occupare ogni momento libero, in questo caso ho trovato cinque racconti pubblicati prima delle vicende che caratterizzano il Rocco Schiavone che Manzini ha presentato al pubblico.
Che Rocco avesse una condotta un po' particolare chi conosce le sue avventure lo sa già.
Che è stato trasferito per punizione, anche questo chi lo conosce lo sa già.
Che abbia delle abitudini molto particolari, ai limiti della legge (se non oltre tali limiti) assieme ai suoi amici di sempre, pure si sa.
Quello che non si sa è come ha vissuto il periodo precedente a quel fatidico trasferimento e come affrontasse, all'epoca, i vari casi che gli arrivavano tra le mani. Questo è quanto viene proposto nella raccolta di racconti delle cinque indagini di quando Rocco Schiavone lavorava nella Capitale.
Ne L'accattone Rocco è alle prese con la morte violenta di un uomo anziano che per campare accattava cibo e avanzi ai margini del mercato cittadino (dove è stato trovato cadavere) facendo concorrenza ad altri coetanei nella stessa condizione. A chi può aver pestato i piedi un uomo come lui?
Cambia il periodo ne Le ferie d'agosto quando un'auto piomba nel messo della filiale della Banca di Piazzale Anco Marzio di Ostia ferendo il cassiere e un paio di clienti che si stavano servendo agli sportelli. Niente è come sembra e l'arguzia, lo spirito d'osservazione di Schiavone porteranno a galla delle verità che esulano dalla rapina pura e semplice.
Arriviamo alla vigilia di Natale con Buon Natale, Rocco, quando due persone anziane vengono rinvenute prive di vita nel proprio appartamento. Anche nella triste storia dei coniugi Moresi emergono circostanze che portano a galla questioni di soldi ben diverse da quelle che inizialmente si vorrebbero far credere.
Ne La ruzzica de li porci, titolo che più degli altri rende l'ambientazione romana, ci si sposta in un locale mondano nel quartiere Testaccio di Roma. Perché quel cadavere si trova proprio in quel punto? Cosa può aver scatenato la ferocia della mano assassina?
L'ultimo racconto è quello che, secondo me, esula dalle caratteristiche di tutti gli altri. Il caso che alla fine Schiavone si trova per le mani, volente o nolente, non ha niente a che fare con i casi più canonici che lo vedono indagare su cadaveri e violenze varie. Questa volta ha a che fare con una violenza differente e la vicenda si svolge anche in un momento particolare della sua vita, proprio alla vigilia del fatidico trasferimento.
In tutti i racconti viene proposto il filo conduttore dei pensieri che non abbandonano mai Schiavone: il dialogo immaginario con la sua Marina è sempre struggente, soprattutto per chi avesse letto 7/7/2007 che è il libro più doloroso e straziante della serie proposta da Manzini al suo pubblico.
Complessivamente Schiavone non delude, il suo acume è sempre presente così come il suo essere un personaggio dalle caratteristiche contrastanti. La lettura, però, è scivolata via con più lentezza di quanto non sarebbe avvenuto se avessi avuto tra le mani cinque libri piuttosto che cinque racconti. La consapevolezza che le varie avventure sarebbero, per forza di cose, finite in fretta mi ha influenzata nel ritmo di lettura tanto che ho alternato un altro libro a questo per potermelo godere più a lungo.
Cinque indagini romane per Rocco Schiavone
Antonio Manzini
Sellerio Editore Palermo
248 pagine
14.00 euro copertina flessibile - 9.99 Kindle
Nessun commento:
Posta un commento