mercoledì 30 settembre 2020

In fondo al tuo cuore. Inferno per il commissario Ricciardi (M. De Giovanni)

Sono tante le emozioni che, anche stavolta, Maurizio De Giovanni mi ha trasmesso nel raccontare le paure, le fragilità e le intuizioni del Commissario Ricciardi.

Questa volta Luigi Alfredo Ricciardi è alle prese, nella Napoli degli anni '30, con la morte di uno stimato professionista volato giù dalla finestra dall'ospedale in cui lavorava. Il più grande ginecologo in circolazione, titolare della cattedra all'università, un dottore che insegnava ad altri dottori. Eppure quel suo corpo accartocciato a terra, volato giù dall'ultimo piano, trasmette a Ricciardi parole d'amore. Eh sì, perchè la dannazione che Ricciardi si porta cucita addosso è sempre la stessa, quella che le venne trasmessa da sua madre: sente gli ultimi pensieri dei morti ed è condannato, perchè condanna la considera, a vedere le immagini dei morti sfigurati dopo una coltellata, dopo uno sparo o dopo un incidente con gli ultimi pensieri rammentati all'infinito.

E' una condanna con la quale ha imparato a convivere ma che non vuole imporre ad altri. Per questo ha scelto di non assecondare il suo cuore che lo porterebbe a scegliere una donna al suo fianco, sia essa  quell'Enrica che aspetta un cenno, una iniziativa, qualsiasi cosa le dimostri che il suo non è un cuore che batte a senso unico o quella Livia che, ammirata da tutti, darebbe ogni cosa per qualche sua attenzione.

La vicenda porta Ricciardi e i suoi uomini in un mondo fatto di amori, di ambizioni, di aspettative, di ricchezza ma anche di disperazione, di allontanamenti e riavvicinamenti, di gelosie ed indifferenza. Quello che capita, insomma, nella vita comune, anche se i protagonisti sono professionisti stimati dell'uno o dell'altro settore.

Ciò che più mi ha conquistata, ancora una volta, è la padronanza narrativa di un autore che sa come fidelizzare i suoi lettori tenendoli attaccati alle pagine al termine delle quali non si può non avere voglia di andare alla ricerca dal volume successivo. 

Perchè se è vero come è vero che i casi che passano per le mani del commissario e dei suoi uomini sono autoconclusivi, è anche vero che le vicende personali di Ricciardi così come degli altri personaggi che gli gravitano attorno autoconclusive non lo sono affatto, tanto da motivare la necessità di cercare il volume a seguire.

Io onestamente una svolta nella vita sentimentale del commissario me la sarei aspettata... ma una svolta arriva comunque, in merito ad uno degli affetti più cari: quella tata che risponde al nome di Rosa e che, da sempre, accudisce il signorino come se fosse suo figlio.

Quella di Ricciardi è la storia di una dannazione, è vero, ma anche di una sensibilità particolare che rende il personaggio malinconico, stretto nel suo dolore quotidiano e in quella solitudine che sente sempre più appiccicata alla persona, soprattutto ora che sente di essere sul punto di perdere quell'amore incondizionato di Rosa che non avrebbe più sentito sulla sua pelle e che aveva dato per scontato per troppo tempo. 

Divertenti i passaggi in cui il collaboratore più fedele di Ricciardi - Maione - ha a che fare con Bambinella, il travestito che è il suo informatore più fidato. Divertenti ma anche toccanti perchè, stavolta come non mai, Maione si rende conto di avere accanto soprattutto degli amici prima che colleghi o informatori di sorta. Ed è la stessa cosa di cui dovrebbe rendersi conto Ricciardi: ha la continua sensazione di essere sul punto di restare solo (anche per sua scelta) ma, a ben guardare, solo non è.

Un'ultima osservazione: il silenzio, soprattutto nei confronti delle persone che si hanno vicine e che si amano, nei confronti di chi si vorrebbe proteggere, può essere più dannoso e doloroso di una verità condivisa. Perchè il silenzio alimenta il dubbio, la paura, il timore... e innalza tanti muri che, poi, possono anche essere difficili da abbattere.
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In fondo al cuore. Inferno per il commissario Ricciardi
Maurizio De Giovanni
Einaudi Editore
518 pagine
19.50 euro

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