Sapevo che il libro di Paola Zannoner, A piedi, a cuore aperto, non sarebbe stata una lettura di svago. E non mi sbagliavo affatto.
Lei è Rachele, lui è Taisir. Lei ha quattordici anni, lui poco di più e frequentano la stessa scuola seppur in classi diverse. Il loro incontro, del tutto casuale e fuori dall'ambiente scolastico, darà il via ad una vera e propria avventura alla scoperta l'uno dell'altra.
Lui è un tipo misterioso, silenzioso, diffidente. Sembra avere dei segreti, difficile da avvicinare, quasi incomprensibile nel suo modo di fare. Arabo palestinese, vive in un quartiere lontano da quello, più borghese, in cui vive Rachele ma questo non impedisce alla ragazza di tentare un contatto, di tentare di creare le condizioni per vivere un sentimento puro come può essere quello che lega due adolescenti. Non un arabo-palestinese ed un'italiana ma Taisir e Rachele, un ragazzo ed una ragazza in cerca di emozioni, di calore, di amore come avviene alla loro età. Questo è ciò che vorrebbe Rachele ed è ciò che cerca di far comprendere a lui ma anche a tutti coloro che le gravitano attorno.
Se, da una parte, la famiglia di Rachele è sempre stata di ampie vedute, con genitori impegnati l'uno sul fronte educativo ed artistico, l'altra sul fronte politico-amministrativo, dall'altra la famiglia di Taisir non può dirsi altrettanto aperta. Ha un passato alle spalle ed anche un presente che appare poco chiaro.
Non mancano le difficoltà fin dall'inizio ma Rachele è tenace e, pur nella consapevolezza di essersi infilata in una situazione per niente facile, cerca di fare di tutto per abbattere quei muri che secondo il suo parare non esistono ma che per la società in cui i ragazzi vivono, invece, sono non solo esistenti ma anche piuttosto solidi. Culture diverse, abitudini diverse, una storia diversa...
Il percorso che segue principalmente Rachele per cercare di farsi apprezzare semplicemente come una ragazza innamorata, senza etichette o definizioni è un percorso accidentato e nemmeno per Taisir è semplice abbassare quella cortina di diffidenza che, da sempre, lo avvolge. Pur essendo nato in Italia lui è e resta uno straniero, additato con la sua famiglia, controllato dalle forze dell'ordine, guardato di traverso dai compagni a scuola. Sembra non potersi permettere di essere semplicemente un ragazzo di quindici anni come tutti gli altri perché pare avere un'etichetta appiccicata addosso, un'etichetta che lo identifica con forza.
Non è una storia semplice e ammetto che, soprattutto in alcuni dialoghi, i due ragazzi mi sono sembrati piuttosto impostati. Avendo degli adolescenti in casa, conoscendo i loro amici, sentire certi discorsi messi in bocca a ragazzini della loro età mi è sembrato un po' forzato ma non metto in dubbio che ci possano essere davvero dei giovani maturi al punto di discutere in modo serio e con cognizione di causa della situazione palestinese, del razzismo che aleggia un po' ovunque, della voglia di riscatto, del bisogno di essere accettati come persone, senza etichette.
Rachele ha il coraggio di mettersi in gioco in prima persona, ha voglia di conoscere il mondo in cui vive il ragazzo che le piace e si rende conto che ci sono diversi modi di vivere, diametralmente opposti l'uno dall'altra. Si rende conto che non è poi così scontato avere la lavastoviglie in casa o una stanza ad uso esclusivo. Si rende conto che ci sono due mondi che sembrano viaggiare su piani differenti pur convivendo nella stessa città. E non ha paura di approcciarsi a quel mondo che non è il suo rischiando anche di venire additata dai suoi amici, da chi non comprende il suo modo di fare, la sua voglia di conoscere e non di giudicare.
Taisir, da parte sua, è molto più concreto di Rachele e più disilluso ed anche scettico, all'inizio, diffidente. Mi è sembrato anche antipatico in alcuni frangenti. Ma poi parla (a dire il vero non parla molto)... e io muta!
"Non ti sei accorta della differenza? Tu hai una carta d'identità, io ho dei fogli, perché io non sono un cittadino italiano, anche se sono nato e vivo qui. Non sono né italiano né palestinese, non ho cittadinanza, non ho appartenenza, non ho un bel niente. Sono una specie di detenuto in libertà vigilata, senza aver commesso alcun crimine, o meglio, il crimine è che sono figlio di immigrati palestinesi".
Ps. libro per ragazzi ma che io consiglio anche a lettori adulti.
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A piedi nudi, a cuore aperto
Paola Zannoner
Fanucci Editore
236 pagine
12.50 copertina flessibile
Ciao, mi chiamo Greta Icardi dagli Stati Uniti, voglio condividere un'esperienza straordinaria che ho avuto con l'onnipotente dottoressa Adeleke, mio marito Greg ha chiesto il divorzio ero davvero devastata ho pianto giorno e notte ogni giorno ho detto a un mio amico della situazione e mi ha parlato del potente incantatore Dr Adeleke mi sentivo un po' scettico al riguardo ma ho deciso di provarlo ho fatto tutto quello che mi ha chiesto di fare e mi ha promesso il risultato di 24 ore e la mattina dopo con mia grande sorpresa è stato Greg in ginocchio a implorarmi di perdonarlo e accettarlo di nuovo sono così felice tutto grazie alla dottoressa Adeleke che può anche aiutarti a contattare aoba5019@gmail.com / WhatsApp +27740386124. In bocca al lupo
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