Flora è la protagonista di un romanzo che, devo essere sincera, mi ha trasmesso una profonda tristezza sommata a tante altre emozioni.
E' una donna che è convinta di aver trovato il suo equilibrio: tradita più volte dal marito Antonio, sposato da giovane e dal quale ha avuto una figlia - Bianca - ha scelto di tenersi alla larga dagli uomini. Ha sua figlia, ha l'anziana madre a cui pensare ed un bar da tirare avanti. Uomini, in questo contesto, non sono contemplati perché portano solo guai, non meritano fiducia... La verità è che Flora non intende darsi una seconda possibilità come donna e a lei sta bene così: nel limbo di un matrimonio finito ma di un sentimento che non è del tutto scomparso verso un uomo che, dice, non è stata capace di tenersi stretto. Ma che, allo stesso tempo, non sente di poter perdonare.
Nella prima parte del libro ho conosciuto una Flora rassegnata, senza prospettive che non vadano oltre la routine quotidiana, senza interessi che travalichino la quotidianità già impegnativa di suo per una donna sola.
Ed ho anche cercato di capirla: non è semplice dimenticare un uomo con il quale si sono condivisi tanti anni di vita, che si è sempre creduto potesse essere l'uomo della vita, il padre ideale per i propri figli ma, allo stesso tempo, non è semplice perdonarlo per le tante scappatelle che si è concesso durante il matrimonio.
Ho cercato di darle ragione quando l'ho sentita ripetere più volte che gli uomini andassero tenuti alla larga ma... non ce l'ho fatta a stare dalla sua parte. La Flora della prima parte del libro mi ha irritata, non mi è piaciuta perché sempre più schiacciata sotto il peso dei ricordi, delle responsabilità e di quella sorta di rassegnazione che ho letto tra le righe. Pronta a darsi tante colpe, troppe secondo me.
Lungi da me il pensiero di giudicare chi, dopo una grande delusione, sceglie di chiudere tutte le porte che ha attorno e allontanare ogni tentativo di contatto da parte di chi intendesse fare capolino in quell'esistenza segnata dal dolore. Così come chi si sia trovato a fare i conti con perdite dolorose che non posso nemmeno immaginare... Non intendo giudicare nessuno. Non posso negare, però, che la Flora che ho amato di più è quella della parte centrale del libro: una Flora che decide di darsi una possibilità, che non allontana lo spiraglio di quella felicità che ogni donna merita. Una scelta non semplice, non lo metto in dubbio e nemmeno priva di ostacoli che, puntuali, si presentano puntuali alla sua porta.
Dopo tante elucubrazioni mentali, tanti interrogativi rimasti senza risposta la protagonista cambia da una pagina all'altra: questo suo percorso di maturazione e consapevolezza passa per altre dolorose situazioni che, ad un certo punto, mi hanno fatto davvero pensare a quanto possa essere sfortunata quella donna.
A ben guardare, però, non è lei la persona sfortunata perché lei c'è, ha un presente, ha una figlia, una madre, un lavoro... cosa che per altre persone che le sono state accanto non è possibile dire. Non è la sua l'esistenza sfortunata e di questo mi sono augurata che si rendesse conto, prima o poi. Ed è qualcosa su cui ho riflettuto molto anche io, guardando alla mia vita.
Non voglio svelare altro, nemmeno dire se questa consapevolezza arriva. Mi limito a dire che la sua storia potrebbe essere quella di tante altre donne.
Ho pensato a mia madre che ha perso sua sorella maggiore quando era un'adolescente. Ho pensato a mia nonna che ha perso la sua primogenita ed ha convissuto con questo dolore, in silenzio, per tanti anni. Ho pensato a mio nonno venuto a mancare troppo presto. E mi sono emozionata quando questi ricordi, grazie alle vicende di Flora, mi sono tornati alla mente. Mi sono anche chiesta come mia madre o mia nonna abbiano elaborato quel dolore così grande e mi sono resa conto di non averne mai parlato con loro. Con mia nonna, ormai, non posso più farlo ma con mia madre, se vorrà, sì. Ed è merito di Flora se ho avuto questi pensieri. E' merito dell'autrice che mi ha messo tra le mani una storia così. Una storia d'amore, di dolore, di passione, di tradimento, di legami indissolubili ma anche di legami da creare.
Chiudo prendendo in prestito le parole di una donna anziana che Flora incontra nel suo cammino ma alla quale non riesce a dare un nome.
Tutte le volte che ho pianto
Catena Fiorello
Giunti editore
272 pagine
18.00 euro copertina rigida - 9.99 Kindle
Ciao, mi chiamo Greta Icardi dagli Stati Uniti, voglio condividere un'esperienza straordinaria che ho avuto con l'onnipotente dottoressa Adeleke, mio marito Greg ha chiesto il divorzio ero davvero devastata ho pianto giorno e notte ogni giorno ho detto a un mio amico della situazione e mi ha parlato del potente incantatore Dr Adeleke mi sentivo un po' scettico al riguardo ma ho deciso di provarlo ho fatto tutto quello che mi ha chiesto di fare e mi ha promesso il risultato di 24 ore e la mattina dopo con mia grande sorpresa è stato Greg in ginocchio a implorarmi di perdonarlo e accettarlo di nuovo sono così felice tutto grazie alla dottoressa Adeleke che può anche aiutarti a contattare aoba5019@gmail.com / WhatsApp +27740386124. In bocca al lupo
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