domenica 6 dicembre 2020

Don Arlocchi e il mistero della statua di Minerva (E. Masina)

E’ un’indagine molto sui generis quella che porta avanti un investigatore altrettanto sui generis che risponde al nome di Don Arlocchi. E’ un prete. E’ il Coadiutore del Parroco che è momentaneamente in ferie e che lo lascia alle prese non solo con una comunità da gestire ma anche di un mistero del quale avrebbe fatto volentieri a meno.

Don Arlocchi è un prete di provincia piuttosto anziano, un po’ sempliciotto ma dall’arguzia sopraffina.

Durante una confessione (o subito prima?) viene a conoscenza di un fattaccio e rinviene un cadavere con accanto un bambino… Situazione incresciosa davanti alla quale deve decidere il da farsi. In fretta. Perché  c’è un bambino da sistemare, un morto da denunciare alle autorità competenti ma anche un mistero legato al ritrovamento di alcuni pesanti reperti che fanno pensare a qualche cosa di importante.

Inizia, così, un’avventura (che ho letto in collaborazione con Thrillernord) che pone il simpatico Don Arlocchi davanti alla necessità di rendersi utile davanti alla giustizia ma, allo stesso tempo, ottemperare ai suoi compiti davanti a Dio, con il sacramento della confessione. Ma poi perché nessuno vuole assumersi le proprie responsabilità e  tutti i protagonisti della storia scelgono la via della confessione per far arrivare a lui, proprio a lui, delle informazioni importanti su quanto accaduto? Manifestazione di stima nei suo confronti? O, più semplicemente, un modo per sentirsi a posto con la propria coscienza?

Fatto sta che a lui arrivano informazioni importanti rispetto alle quali deve decidere in fretta come comportarsi soprattutto perché  i Carabinieri (uno in particolare) non fanno una granché bella figura e non sono affatto d’aiuto.

Don Arlocchi si trova a vestire i panni di un investigatore un po’ impacciato, sia nei modi che nelle espressioni.

In questa storia non c’è da cercare la perfezione stilistica. Nemmeno il giallo puro o il pathos che si cerca nei thriller (è un romanzo classificato come giallo/thriller) ma una vena di divertimento e di leggerezza che riportano alla vita di provincia dove le notizie corrono in fretta, dove tutti sanno tutto di tutti, dove nessuno ci vuole mettere la faccia.

Nel leggere di Don Arlocchi (peraltro personaggio presente in altri libri dell’autore) ho visto davanti ai miei occhi il volto del vecchio parroco del mio paese. E mi ha fatto tanta tenerezza soprattutto per le tante domande che si pone su come relazionarsi con gli altri, su cosa dire o non dire, su come e in che misura coinvolgere gli altri nel pasticcio in cui si è trovato invischiato.

E’ una figura tenera che non minaccia la figura del Maresciallo (che, pure, si va a prendere le ferie in un momento cruciale del mistero) ma che ne diventa coadiutore, proprio come gli capita con il parroco titolare!

L’uso del dialetto in alcuni dialoghi rende il racconto più familiare e le sue interlocuzioni, a volte ridondanti e dalle quali sembra non riuscire a venire fuori, se da una parte possono risultare un po’ dispersive, dall’altro caratterizzano un personaggio che si mostra così com’è: impacciato nelle movenze e nei pensieri ma tutt’altro che sciocco.
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Don Arlocchi e il mistero della statua di Minerva
Ernesto Masina
Macchione Editore
182 pagine
15.00 euro copertina flessibile

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