Due gemelle separate dalla morte di una di loro.
Olivia è il suo nome.
A separarle non un incidente stradale, non una malattia, non la vecchiaia ma il terremoto.
Quello che ha colpito L'Aquila il 6 aprile del 2009. Quello che ha strappato la vita a 309 persone di tutte le età e che ha lasciato per la strada migliaia di sfollati. Quello stesso terremoto che ognuno porta ancora dentro la propria anima come una delle tragedie più grandi degli ultimi decenni, con una città - L'Aquila - che fa ancora i conti con quella ricostruzione che nessuno avrebbe mai immaginato di doversi augurare per tornare ad un minimo di normalità.
Anche la mia terra ha conosciuto gli effetti del terremoto. Non agli stessi livelli, è vero. Ma dal punto di vista emotivo posso dire di aver letto il libro Bella mia, di Donatella Di Pietrantonio, con i sensi più esposti di quanto non lo siano mai stati in altre letture.
Olivia in questo libro è la grande assente, rimasta schiacciata sotto le macerie di casa sua, sotto il tetto di quella casa che divideva con suo figlio dopo essere stata lasciata dal marito, padre del ragazzino.
Ora, a distanza di tre anni da quella grande perdita, quel ragazzino è un adolescente che porta sulle sue spalle tutti i segni di una così profonda perdita: è un adolescente che si trova a vivere con sua zia, quella identica a sua madre, e con sua nonna. Un adolescente che non ha più contatti con un padre lontano, distratto da tanti impegni, assente oggi come allora.
Ognuno serba nel proprio cuore un dolore profondo e ancora vivo. Ognuno lo affronta a modo suo.
La madre di Olivia e Caterina cerca un colpevole e lo trova in quel padre che, se non se ne fosse andato, avrebbe avuto accanto sua moglie e suo figlio in un'altra città e le cose sarebbero andate diversamente.
Caterina - l'io narrante - si trova a fare i conti con un nipote diventato d'improvviso come un figlio ingombrante (e non solo dal punto di vista fisico), con i suoi brufoli ed i suoi eccessi da adolescente. Lei che di figli non ne ha voluti, lei che fa ancora fatica a trovare la sua dimensione al di fuori della coppia con quella sorella che le manca si trova a gestire una situazione che mai avrebbe potuto immaginare.
E poi Marco, il figlio di Olivia: è nel momento più delicato della sua crescita e, oltre a far fatica a relazionarsi con un corpo che è cresciuto all'improvviso, fa anche fatica a trovare uno spazio in quelle relazioni così delicate ma, allo stesso tempo, così forti.
La narrazione alterna l'oggi al ricordo di ciò che è stato in una scrittura diretta, asciutta come una situazione di questo tipo merita. L'autrice non usa escamotages per arrivare al cuore dei lettori, non calca la mano sugli aspetti più intimi della vicenda anche se, a dire il vero, avrebbe potuto farlo. E' la realtà che ci arriva diretta come un treno.
Nulla di più.
Sono i personaggi così veri, che danno sempre l'impressione di avere ancora addosso quella polvere che è stata distribuita ovunque con i crolli, anche nelle anime degli aquilani che soffrono ancora e che, ne sono certa, non smetteranno mai di farlo.
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Bella mia
Donatella Di Pietrantonio
Einaudi Editore
182 pagine
12.00 euro copertina flessibile - 7.99 Kindle
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