Quando mi madre mi ha chiesto di comprarle il libro di Ermal Meta ammetto di non avergli dato troppa fiducia. Mi sbagliavo e di grosso. Non solo è scritto molto bene ma la storia proposta arriva al cuore fino a graffiare l'anima.
Quella proposta è la storia di un popolo sopravvissuto ad eventi terribile. La storia di uomini e donne che hanno sofferto, hanno creduto che si potesse fare qualcosa per conquistare la libertà, hanno sopportato, sono morti.
Tutti i personaggi che entrano in scena sono inventati ma ispirati, per stessa ammissione dell'autore, a persone che ha incontrato, delle quali ha conosciuto le storie. Per non perdere la memoria di ciò che è stato. Per non dimenticare.
In un periodo storico e in una società nei quali il mondo occidentale viene demonizzato, c'è chi quel mondo lo sogna, lo cerca, lo conquista. Quel lavaggio del cervello effettuato su un popolo che ha imparato a dare la colpa di tutto al capitalismo è sopravvissuto a lungo.
Raccontando la storia di Kajan Ermal Meta racconta le sofferenze di un popolo nell'Europa segnata dalla seconda guerra mondiale quando l'Albania subisce l'occupazione tedesca. Kajan all'inizio della storia ha sette anni, è l'inverno del 1943. Comprende solo in parte ciò che gli sta accadendo attorno: sta crescendo con suo nonno perché i suoi genitori, partigiani, sono lontani a combattere sulle montagne contro i nazisti. La guerra finisce e i sogni sembrano avverarsi. Kajan non sa, però, che la sua vita sarà una continua (e non sempre positiva) sorpresa, con tante perdite, tanta sofferenza, tante occasioni che sembrano però avere tutte le stesso epilogo. Ad un certo punto della sua vita si troverà a subire vicende che mai avrebbe immaginato e la sua esistenza vivrà non una ma più svolte in direzioni inimmaginabili.
In quello che è stato definito come uno straordinario romanzo di formazione, Ermal Meta racconta la sua terra in un periodo storico particolare, quando la popolazione era piegata sotto il peso della più feroce delle dittature comuniste mai esistite, quella applicata da Enver Hoxha.
Devo ammettere che prima di questa lettura conoscevo davvero poco di quegli anni, di quel popolo. Ed ho sofferto. Ho sofferto terribilmente nel pensare che quanto letto tra quelle pagine, seppur romanzato, potesse anche solo minimamente essere fedele ad una realtà dolorosa, terribile.
Quello che viene narrato è il racconto di una vita fatta di allontanamenti e riavvicinamenti, di dolore fisico e non solo, di violenza ma anche di speranza. Quella che anche nei momenti di sconforto manda la sua fioca luce dal profondo dell'anima di un giovane, prima, uomo adulto poi, che vive un'avventura lunga una vita, capace di tenere il lettore sulle spine fino alla fine.
La libertà, per me, aveva l'aspetto di quelle poche cosa per cui non bisognava chiedere il permesso. Per tutto il resto serviva l'autorizzazione del partito, persino per l'amore. Chissà che aspetto ha la libertà qui.
Domani e per sempre
Ermal Meta
La nave di Teseo
546 pagine
20.00 euro copertina flessibile, 11.99 Kindle
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