Mi spiace, ma questo libro proprio non mi è piaciuto.
Non che sia scritto male, no. Non intendo questo. Però la storia mi è sembrata di una banalità assoluta, prevedibile… il tentativo di scrivere una storia ad effetto, di quelle che toccano le corde di un animo sensibile agli interrogativi della vita secondo il mio parere non è riuscito.
La protagonista, che soffre di mal di vivere, nel momento in cui decide di farla finita si trova a vivere vite parallele alle quali accede da una speciale biblioteca. Quella di mezzanotte, appunto. Dove ogni libro è una possibile vita che lei avrebbe potuto vivere ma che non ha vissuto perché, nella realtà, ha fatto scelte differenti.
La storia mi è sembrata a tratti ripetitiva e quel pizzico di magia che si è inteso – almeno così credo – inserire tra le pagine non ha avuto effetto, almeno su di me.
Tutti noi ci chiediamo cosa sarebbe successo se avessimo fatto scelte diverse nel nostro passato. E considerando che sono le continue scelte che determinano il nostro presente – fosse anche nell’acquistare carne piuttosto che pesce o nell’attraversare la strada sulle strisce pedonali oppure no – è facile immaginare quanti volumi ci fossero in quella biblioteca. L’autrice ha permesso alla protagonista di viverne più d’una, tutte diverse, tutte legate ad un rimpianto che la donna si porta cucito addosso.
Perché il nodo della storia è tutto lì: nei rimpianti. Di come siano essi il peso maggiore, di come possano in qualche modo determinare il presente di ognuno se si permette loro di prendere il sopravvento. È questa la chiave di lettura.
Per arrivare a considerazioni di questo tipo è stata costruita una storia che mi ha intrattenuta, quello sì, ma non mi ha catturata affatto. Mi spiace ma, onestamente, non è un libro che consiglierei.***
La biblioteca di mezzanotte
di Matt Haig
edizioni e/o
pag. 329
Nessun commento:
Posta un commento