La figlia di Odino non è stata una lettura facile per me. Si
tratta di un fantasy che mette in campo tanti, tantissimi ingredienti ed
ammetto che in alcuni punti, seppur consapevole di non aver compreso appieno
dei passaggi, sono comunque andata avanti senza farmi troppe domande.
La protagonista femminile è una ragazzina di quindici anni, Hirka,
che fin dalle prime pagine si identifica come diversa rispetto al resto della
gente tra cui vive. Lei non ha la coda come tutti gli altri della stirpe di Ym
ma non è l'unica cosa che le manca. A differenza di tutti gli altri, infatti,
non è capace di evocare e non possiede il Dono, non ha alcun contatto con la
terra e con tutto ciò che in essa vive e si alimenta. Quello che non sa è che
suo padre non è tale ma è stato colui che l'ha trovata tra la neve e se n'è
preso cura. Nel momento in cui scopre questa verità, così come quando apprende
che non ha mai avuto la coda e che non l'ha persa per via di un attacco di lupi
come le è sempre stato detto, viene travolta da una verità che la sconvolge. Si
sente sempre più inadeguata tanto più considerando che è arrivata all'età giusta
per sopporsi a quel Rito cui anelano tutti i suoi coetanei che vivono negli
undici regni di Ymslanda e a cui gli stessi sono obbligati a partecipare. E' un
rito particolare, durante il quale rischia di essere scoperta e allontanata:
lei è una "Figlia di Odino", così dicono, e dicono anche che lei
abbia permesso agli Orbi di seguirla e portare la morte. Leggenda? Verità?
Difficile da dire soprattutto in un luogo in cui la popolazione è abituata a
credere a ciò che le viene detto soprattutto da quel Consiglio che la governa
(sono 12 persone a costituirlo, in rappresentanza di altrettante famiglie
potenti e storiche) al servizio del Veggente. Chi sia questo Veggente è un
mistero. Ha le sembianza di un corso e viene adorato senza se e senza ma.
Il protagonista maschile è Rime, erede legittimo di
un posto in Consiglio ma che non ne condivide ne' i metodi ne' le finalità. Si
ribella, si allontana per vestire i panni di coloro che combattono per il
Veggente portando con se dolore e morte.
I due giovani si incontrano e si trovano a combattere l'uno
accanto all'altra contro una realtà che è a tratti incomprensibile, contro il
male che si manifesta in diverse forme.
Su tutto, aleggiano quantità indefinibili di corvi che sono
considerati dei protettori ma che aggiungono un alone di mistero in più alla
storia.
Non so se sono riuscita a rendere l'idea: com'è chiaro si
tratta di una storia di fantasia che è ricca di riferimenti alla mitologia
nordica. Tanti, tantissimi i termini che mi hanno confusa, legati al mito nordico
con nomi difficili da memorizzare. Questo mi ha un po' spiazzata, soprattutto
all'inizio, sommato al fatto che la narrazione procede ad un ritmo piuttosto
serrato senza dare pause al lettore.
Ho anche fatto fatica a capire cosa fosse, concretamente,
quel Dono di cui tanto insistentemente si palare per tutte le seicento pagine
(ed oltre) in cui si snoda la storia. Ho dovuto mettere insieme diversi pezzi
per poter avere un'idea chiara in mente.
In alcuni punti ho pensato di essere una lettrice inadeguata
per un libro di questo tipo. Poi, però, la curiosità di capire cosa ne sarebbe
stato dei due ragazzi ha avuto la meglio ed ho proseguito con voracità. In
palestra mi avranno presa per matta quando mi sono messa sul tapis roulant con
il mio bravo tablet davanti agli occhi per continuare a leggere le avventure di
Rime e Hirka. Pazienza!
I personaggi che mi sono piaciuti di più... vediamo... Rime
non mi è dispiaciuto affatto anche se Hirka domina in tutto e per tutto.
Una ragazzina come tante che si ritrova ad affrontare una realtà del tutto
nuova, che fa fatica a darsi un'identità e che trova la forza di affrontare ciò
che la vita le mette davanti tirando fuori le unghie senza mai mettere da parte
i principi in base ai quali è cresciuta e che, prima di tutto, non ammettono la
violenza o l'inflizione della morte ad altri. In un ambiente violento, dove lei
stessa viene messa alla gogna per quel suo essere diversa e per ciò che
la gente crede che sia, lei non rinuncia mai ai suoi principi anche quando le
circostanze lo richiederebbero.
Hirka è un personaggio forte e sensibile al tempo
stesso.
E poi, lo posso dire? Mi è piaciuto il corvo. Non il
Veggente (quella figura non l'ho compresa fin dall'inizio, e non a torto a
quanto pare). Mi è piaciuto il corvo che diventa l'amico più fedele di Hirka.
Sempre presente, capace di rispondere al richiamo di lei con discrezione ma
anche pronto ad spiegare le sue ali in caso di necessità. Pur non amando in
particolare questi volatili, e pur avendo tremato all'idea di uno stormo di
corvi tutti presenti contemporaneamente a volare sulle teste dei protagonisti,
Kuro mi è proprio piaciuto.
Che altro dire? Libro particolare, fantasy dal buon ritmo e
dai tanti, tantissimi elementi che rendono la storia ricca e corposa, non di
semplice lettura ma capace di appassionare.
Il finale? Bhe, lascia il lettore con la voglia di leggere
il seguito! Me compresa, nonostante io sia una lettrice alquanto atipica di
storie così.
Con questo libro, che consiglio agli amanti del genere,
partecipo alla Challenge Di
che colore sei? in quanto suggerito per lo spicchio nero.
io sono veramente fiera di te, tanto!
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