Sono Laia ed Elias le due voci narranti del libro Il dominio del fuoco di Sabaa Tahir. Un fantasy che mi spaventava, sulle prime, soprattutto perchè non sono molto appassionata del genere e in questo periodo avrei preferito trame lineari e semplici, magari con un bel lieto fine.
Sul lieto fine non posso e non voglio dire nulla (ci sarà? o no?) ma sulla trama e sullo stile da dire ce n'è un bel po'.
Mi sono trovata d'avanti uno scenario in cui la violenza la faceva da padrone ed ho storto un po' il naso. Andando avanti con la lettura, però, sono emersi elementi che mi hanno fatto dimenticare la sensazione provata all'inizio.
Laia ed Elias appartengono a due realtà contrapposte: quella dei Dotti lei, quella dei Marziali lui.
I Marziali hanno conquistato, nel tempo, le terre necessarie per fondare un Impero ed hanno attuato un sistema oppressivo che vede i Dotti in una posizione di netto svantaggio. Sono equiparati a degli schiavi e letteralmente banditi. A loro è impedito l'esercizio di ogni forma di cultura e sono considerati inferiori senza riserva alcuna.
Laia vive assieme ai suoi nonni e a suo fratello Darin: sarà quest'ultimo una figura chiave di una storia che gli gravita attorno pur vedendolo presente solo nella prima parte del racconto.
Elias è una Maschera, vive dall'altra parte della barricata ed ha un passato ed un presente che gli vanno stretti. E' una figura molto ben delineata tanto che il suo disagio nel vestire quei panni che gli sono stati cuciti addosso si avverte chiaramente fin dall'inizio. Elias descrive se stesso e le persone come lui - le Maschere, così chiamate perchè hanno delle vere e proprie maschere in viso che si fondono con il loro volto - in modo molto efficace, come coloro che hanno un destino fatto di potere, morte e violenza. Un destino che non hanno scelto ma che è stato loro imposto.
Mentre, da una parte, Laia si trova a perdere anche i nonni uccisi per mano di una Maschera e a perdere suo fratello rapito da quest'ultima, dall'altra Elias combatte la sua battaglia personale verso la libertà. Assieme ad altri eletti è stato scelto come possibile imperatore: quando la linea dinastica di Taius si concluderà, e la cosa è piuttosto vicina, servirà un imperatore che governerà l'Impero mettendosi alla testa di milioni di soldati e controllerà 40milioni di anime. Alcuni eletti, alcuni candidati devono sfidarsi in prove all'ultimo sangue per conquistare quel posto. Elias non è interessato a tutto ciò: vuole solo la sua libertà. Libertà da un sistema oppressivo e violento che non gli appartiene, da doveri che gli sono stati imposti fin da bambino, da prospettive di potere che non lo allettano affatto.
I due mondi entreranno in contatto l'uno con l'altro nel momento in cui Laia decide di mettersi sulle tracce di suo fratello ed entrare a far parte della Resistenza, contro il regime. Le verrà dato un incarico delicato e da ragazzina un tantino insignificante si trasformerà in una ragazza coraggiosa, protagonista di vicende che la fanno sembrare un'eroina imbattibile, che si piega ma non si spezza.
Terribili le prove a cui le Maschere prescelte, tra cui Elias, vengono sottoposte.
Saranno indotte a vivere le loro paure più profonde, gettate in pasto a creature che non dovrebbero esistere, sollevate le une contro le altre armando le loro mani.
Il sangue scorre in abbondanza. Morti a destra e a manca. Ma anche speranze di un futuro diverso, quelle di Elias e il coraggio di dare il tutto per tutto per difendere ciò che resta della sua famiglia, quello di Laia.
Tra i due ho preferito il personaggio maschile. Tormentato, cresciuto in un mondo fatto di violenza e di odio ma profondamente fuori luogo dentro a quei panni che non si sente affatto come suoi. La disperazione di ritrovare un fratello, da una parte. La voglia di libertà, dall'altra. Quando queste due forze si incontrano non possono che essere scintille.
Mi ha incuriosita molto anche la figura di Darin: una figura fantasma, come accennavo presente solo nella prima parte e rispetto alla quale alcuni tasselli si compongono grazie ai ricordi di Laia. Poco presente nel senso che non interagisce con gli altri personaggi se non all'inizio ma onnipresente ed attorno alla quale si snoda la storia.
E' anche una storia di rapporti familiari molto singolari, di persone che non sono come appaiono o che hanno qualche cosa da nascondere di piuttosto importante. E' una storia in cui fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio e per il finale della quale ho comprato il secondo volume pronta per iniziare la lettura.
Consiglio per il Venerdì del libro di oggi questo titolo agli amanti del genere, che non si aspettino una storia d'amore o un'avventura come tante. L'ho trovata originale, particolare e capace di tenermi attaccata alle pagine nonostante l'odore di morte che in certi punti sembrava raggiungere davvero le mie narici.
Autrice molto efficace, non c'è che dire.
Con questo libro partecipo alla Challenge Di
che colore sei? in quanto rientrante nello spicchio nero, obiettivo n. 1 (libro recensito da una delle due organizzatrici).
Partecipo, inoltre, alla Challenge From Reader to Reader 2.0.
Ps. non manca il cattivo dei cattivi che, stavolta, è una donna.
Ps. non manca il cattivo dei cattivi che, stavolta, è una donna.
piano piano ti convertiamo al genere
RispondiEliminaCredo proprio di essere su quella via. Sto finendo anche La figlia di Odino... è tutto un dire!
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