Finito, finalmente! E' quello che ho detto arrivata all'ultima delle 435 pagine del libro Fulmini di Danielle Steel. Un libro che avrebbe potuto risolversi tranquillamente con 200 pagine in meno se solo l'autrice avesse voluto evitare di portare alcuni momenti troppo per le lunghe.
Ho letto diversi libri di questa autrice che, lo ammetto,
non mi ha mai catturata più di tanto. Ho imparato a riconoscerne lo stile e mi
sono detta - appena preso in prestito il libro in biblioteca - che mi sarei
concessa una pausa romantica, leggera, non impegnativa.
E invece, la storia è di per se piuttosto angosciante e resa
pesante durante la narrazione. Non credo che servissero tante pagine per
rendere al meglio la situazione, che parla da sola, e si sarebbe comunque messa
in mano ai lettori una storia non banale ma nemmeno originalissima.
Già l'inizio mi ha dato sui nervi: Alex e Sam, una
coppia di successo, avvocato lei e uomo d'affari lui, che non vuole permettersi
di perdere tempo con un figlio. Si amano, la loro è una vita felice ma
un figlio non porterebbe altro che scompiglio e sarebbe un ostacolo per le
rispettive carriere. Meglio abortire, dunque, quando Alex si rende conto di
essere in attesa. Tanto sono giovani e ne avranno di tempo, giusto? Non fanno
nemmeno in tempo a pensarlo che Alex perde il bambino spontaneamente.
Improvvisamente le cose cambiano e i due iniziano a fare
carte false pur di avere quel figlio che, si rendono conto, avrebbe riempito la
loro vita e non squilibrato il loro essere!!!
Arriva una bambina così come arriva una brutta notizia: un
cancro al seno per Alex.
La situazione precipita e gli equilibri famigliari sono
davvero, questa volta, minati alla radice.
Ho odiato caldamente quell'uomo. Un bambino mai cresciuto,
incapace di affrontare la vita con i suoi alti e i suoi bassi, incapace di
stare vicino alla donna che ama e incapace di venire fuori da un passato che lo
rende ancora fragile.
Ho odiato lei quando non l'ha cacciato di casa a calci nel
sedere.
Non sono mai passata in situazioni di questo tipo, per
carità, ma leggere la storia di una donna letteralmente presa a pesci in faccia
dal suo compagno di vita nonché padre di sua figlia a seguito di una malattia
che le ha fatto quasi perdere la vita bhè... mi ha irritata!
Già le difficoltà legate ad una malattia come può essere il
cancro la dicono lunga di quanto angosciante possa essere una storia simile,
figuriamoci con un marito di quel tipo accanto.
Nemmeno quando arriva un barlume di speranza che risponde al
nome di Brock, collega di lavoro di Alex, la storia si alleggerisce. Eh no.
Perché ora a cadere in disgrazia è Sam che torna a bussare alla porta di Alex
con la coda tra le gambe.
Sono arrivata alla fine del libro a fatica, non posso non
ammetterlo. Mi aspettavo una storia più leggera, più scorrevole invece mi sono
trovata a sbuffare più e più volte. E nemmeno il finale mi è piaciuto.
Anche la traduzione ci ha messo lo zampino non rendendo al
meglio.
E poi alcune situazioni grottesche: una bambina che viene
definita in una pagina di tre anni, in un'altra di quattro anni, in un'altra
ancora di tre anni e mezzo... ebbe, una bambina di questa età che si esprime
con frasi che nemmeno un ventenne sarebbe in grado di pronunciare. Non
credibile!
Poi una donna che viene descritta come affascinante pur se
non tanto alta ma che, qualche pagina dopo, ha delle lunghe gambe affusolate!
Dettagli che, nell'insieme, hanno reso la lettura deludente.
Con questa lettura - di cui si può fare tranquillamente a meno - partecipo alla Challenge The
Hunting Word Challenge. La parola utile per la gara è FULMINE che ho trovato nel titolo ed anche raffigurato in copertina (copertina che, peraltro, è terribile!).
Bellissimo il tuo blog, davvero infatti ho deciso di seguirti. Abbiamo la stessa passione... spero tu mi venga a trovare. A presto.
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