venerdì 30 giugno 2017

Afrodite bacia tutti (S. Signorelli) - Venerdi del libro

Originale. E' senza dubbio originale l'idea di Stefania Signorelli di inserire i miti greci in un'epoca contemporanea in cui personaggi che ne portano il nome ne incarnano, seppur in parte, le caratteristiche.
Nel libro Afrodite bacia tutti l'autrice raccoglie storie brevi di personaggi moderni con nomi antichi. Niente di straordinario, si potrebbe pensare: io conosco un signore che si chiama Sandokan eppure non ha niente a che fare con la Malesia. E invece no. In questo caso Pandora, Teseo, Arianna, Mida, Achille, Efesto, Megera e tutti gli altri portano addosso qualche cosa dell'antico mito da cui hanno preso il nome. Nel carattere, per lo più, così come nei comportamenti che richiamano la mitologia greca. Alcuni in modo più marcato (penso a Megera, che si comporta in linea con ciò che il suo nome richiama) ed altri meno così come alcuni racconti sono più efficaci di altri: ci può stare, in una raccolta, che non tutto ciò che viene raccontato piaccia allo stesso modo. Mentre in un romanzo è l'insieme che permette di farsi un'idea del libro, in una raccolta di racconti ci si può fare un'idea diversa per ognuno.

Io non amo i racconti, l'ho sempre detto e sono coerente con tale posizione: li trovo sempre troppo brevi per i miei gusti, poco strutturati e li considero a mo' di traccia per quello che avrebbe potuto essere un libro sviluppato con ognuno di essi. Questa volta, però, devo dire che la rapidità nella narrazione, l'immediatezza con cui i personaggi vengono resi al lettore, me li ha fatti considerare come racconti compiuti così come sono stati proposti.
Le storie sono brevi ed intense, alcune violente, altre più romantiche: in ogni racconto emerge la profonda umanità di ogni personaggio. Umanità che si esprime con momenti di profonda voglia di vendetta (come nel caso di Megera) o nella noia dovuta alla mediocrità di una routine oramai divenuta pesante (come nel caso di Achille), al perdersi e al ritrovarsi (come nel caso di Teseo), alla paura che altri vogliano soffiare da sotto il naso i propri averi (come nel caso di Mida). 

Un'umanità varia, quella proposta dalla Signorelli, che viene proposta in 13 racconti che fanno emergere le diverse facce di esistenze che hanno molto da dire oltre all'apparenza, alla quotidianità.

Scrittura asciutta, immediata, senza fronzoli, quella di Stefania Signorelli, in un volume dal formato che mi è molto gradito: piccino, non pesante, adatto per essere tenuto sempre in borsa (abitudine, questa, che ho oramai preso da un po' e che con pesanti tomi diventa una vera tortura). 

Mi è particolarmente piaciuto un personaggio che non porta il nome di un mito greco ma che mi è rimasto più simpatico degli altri: si tratta di Gino, l'ultra centenario che la fa da padrone nella casa di riposo Villa Serena. Mi è piaciuta una descrizione, in particolare, rispetto al suo modo di essere:
Gino lancia le parole per aria, gli cadono sotto il tavolo, spuntano da dietro il televisore e diventano un teatro, una città, un'amante già morta, un figlio che lo ha abbandonato, le rose della moglie che rifioriscono splendide per appena un attimo sul pavimento del salone.
Me lo immagino, Gino: un vecchietto che ama raccontare di tutto e di più, intrattenendo i presenti ma soprattutto se stesso, così vicino alla fine da non volerle dare troppo spazio, quello spazio che il silenzio potrebbe riservare a pensieri che della prossima morte avrebbero il sapore. Eppure Gino non riesce a sfuggire a pensieri negativi sulla sua salute, su quanto gli resti da vivere. E' un po' ciò che capita a tutte le persone avanti con l'età, no? Magari sono persone loquaci, anche troppo a volte, ma non si pensa mai che questo modo di relazionarsi con il mondo potrebbe essere un meccanismo di difesa rispetto alla consapevolezza del tempo che sta per scadere.

Ribadisco che si tratta di una lettura particolare ed originale.
Segnalo questo libro per il Venerdì del libro di oggi e partecipo, con questa lettura, alla Challenge La ruota delle letture per l'obiettivo n. 4: un libro che nel titolo riportasse una parola con una consonante doppia vicina.
 

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