Valentina Colmi si racconta in un e-book. La blogger Valentina Comi, del blog www.post-partum.it, si racconta nell'e-book Out of the blue. Rinascere mamma. E' il secondo libro sul tema della depressione post-partum che leggo nell'arco di due mesi, dopo quello di Simona Redana.
L'argomento è lo stesso, le protagoniste sono donne alle prese con la propria gravidanza e tutto ciò che ne deriva, sia a livello fisico che psicologico. Entrambe si raccontano ma lo fanno in modo diverso.
Valentina rende partecipi le proprie lettrici di un racconto diretto, schietto ed oggettivo. Simona aggiunge un pizzico di ironia. Valentina no. Ognuna ha il suo modo di raccontarsi, di raccontare la propria esperienza. Entrambe parlano delle difficoltà legate all'essere madre quando l'istinto materno manca, quando ancora non si riesce ad essere la mamma che si immaginava di essere, quando non si prova niente (o quasi) per quell'esserino che fino a poco tempo prima andava in giro dentro la pancia della sua mamma.
Valentina decide che è il momento di avere un figlio ed arriva alla gravidanza in fretta. Forse troppo in fretta. Se ne rende conto nel momento in cui si trova ad affrontare un parto più difficile di quanto previsto e, poi, quando si trova ad avere accanto una bambina per la quale non sente alcun trasporto se non quello che simula ogni volta che qualcuno dei suoi cari la va a trovare. Valentina ha bisogno di attenzioni ma le attenzioni, ora, sono tutte per sua figlia. Valentina non sta affatto bene e solo nel momento in cui ammetterà di stare male e di dover affrontare la sua malattia riesce a capire cosa le sta succedendo e ad affrontare la situazione.
Fino ad un certo punto del racconto ho pensato che fosse proprio deprimente per una mamma in dolce attesa che, leggendo la storia di Valentina, avrebbe potuto farsi prendere dal panico. Alla fine, però, il messaggio che viene lanciato è chiaro: donne, non temete di mettervi a nudo, non temete di chiedere aiuto quando sentite di non stare bene, dopo il parto. Non c'è vergogna che tenga davanti alla necessità di essere aiutate e di venir fuori da una situazione che non è affatto irreversibile e che, soprattutto, non è poi così rara come può sembrare.
Grazie alla terapia Valentina scopre molto di se stessa, del suo rapporto con la sua famiglia e tutto ciò le sarà utile per affrontare il suo problema con gli strumenti giusti.
L'autrice racconta la sua esperienza senza filtri, racconta come non sia tutto rosa e fiori come spesso si vuole far credere ad una gestante, come i problemi possano essere dietro l'angolo e, soprattutto, come non vada mai ignorata la necessità di farsi aiutare.
Da qui l'invito alle donne che si trovano in questa sua stessa situazione a non mettere la testa sotto la sabbia ma a trovare il coraggio e la lucidità necessari a farsi aiutare.
Nonostante il racconto possa davvero mettere addosso un bel po' di panico a chi si appresta a partorire (questo è quel che ho pensato, non posso farci niente) il libro si chiude con un messaggio di speranza e con la testimonianza di come, con l'aiuto giusto, ogni donna possa farcela anche quando la situazione sembra oramai sfuggita di mano.
Nonostante il racconto possa davvero mettere addosso un bel po' di panico a chi si appresta a partorire (questo è quel che ho pensato, non posso farci niente) il libro si chiude con un messaggio di speranza e con la testimonianza di come, con l'aiuto giusto, ogni donna possa farcela anche quando la situazione sembra oramai sfuggita di mano.
E' una lettura positiva, che vuole aiutare le donne che vengono a trovarsi in una situazione simile e che potrebbero sentirsi abbandonate, incomprese, diverse. Valentina dice loro che non è affatto così e la sua storia, così come la storia di Simona, ne è una prova.
Lo propongo per il Venerdì del libro di oggi a cui arrivo sul filo di lana e lo propongo anche come spunto di riflessione sull'argomento.
E' scritto da una donna pertanto mi permette di partecipare alla terza tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori, per l'obiettivo n. 1: libro scritto da un'autrice.
Forse leggerlo durante la gravidanza può risultare un po deprimente, ma credo siano letture utili da fare prima, in modo da capire che non si è le sole, nel caso accada di soffrirne.
RispondiEliminaBella proposta.
Buon fine settimana.
Non conosco questa blogger e non ho ancora letto neppure il libro di Simona Redano, però credo sia giusto affrontare anche questi temi e farlo con sincerità perché è un problema più comune di quanto si pensi e forse troppo sottovalutato. Certo, non sarà una lettura leggera per una mamma in attesa!
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