giovedì 14 luglio 2016

Non lasciarmi (K. Ishiguro)

Ho fatto una gran fatica ad arrivare alla fine del libro Non lasciarmi, che mi è arrivato da Giulia nell'ambito dei Libri Geograficamente Sparpagliati, iniziativa delle Lgs a cui partecipo.
E faccio fatica anche a mettere insieme le idee per scrivere i miei pensieri in merito.

La copertina mi piace. Mi piace più ora che ho finito di leggerlo che non appena l'ho avuto tra le mani. Quell'albero piegato dal vento ha un significato in relazione alla storia, un po' come lo sono le vite dei protagonisti: piegate agli eventi, ad un destino che altri hanno scritto per loro e rispetto al quale poco possono fare.

Dirò pochissimo della trama perchè ho ancora le idee confuse e rischierei di perdermi tra le parole. 

C'è una voce narrante, quella di Katy, che racconta rivolgendosi direttamente ai lettori, la sua storia e quella di Ruth e Tommy, i suoi amici. Sono tre cloni. Clonati da persone realmente esistite e fatti crescere in un ambiente protetto allo scopo di diventare donatori. Donatori di organi. Sono dei fornitori di pezzi di ricambio per la scienza, per salvare vite altrui.
E' un racconto di fantasia (distopico, ho letto da qualche parte... ma a dire il vero nemmeno sapevo cosa volesse dire! Poi mi sono informata...) che concretizza una situazione assunta ma non troppo: i donatori vengono creati per essere utili agli altri grazie alla donazione di organi (si racconta che si arriva fino a quattro donazioni per poi completare il ciclo... lascio immaginare cosa ciò voglia dire) per cui la loro esistenza ha una finalità ben precisa.
I tre amici vivono in un collegio, il collegio di Hailsham. Sono seguiti da tutori che li educano tenendoli, però, lontani dalla vita reale. Proteggendoli da essa. Devono essere perfetti: devono stare bene a tutti i costi... altrimenti non potrebbero offrire pezzi di ricambio perfetti per essere ricevuti da chi ha bisogno.

Terrificante come prospettiva! 

Questo è il contesto.
Devo dire che è un genere che proprio non mi piace. La storia non mi ha appassionata. Ho trovato la scrittura a tratti lenta, con introduzione di discorsi e considerazioni che non avevano nulla a che fare con quanto scritto poco prima. Ho trovato la narrazione poco lineare: probabilmente è questa la caratteristica propria di un libro che, da quel che ho letto, è stato parecchio apprezzato.
Io non ero pronta.
Probabilmente l'ho letto in un momento sbagliato ed avevo bisogno di qualche cosa di più lineare: ho fatto davvero fatica ad arrivare alla fine.

La vita di questi ragazzi - non è nemmeno corretto chiamarli così... ma come li vogliamo chiamare? - è letteralmente appesa ad un filo. Sanno cosa li aspetta anche se non vengono preparati in modo chiaro a ciò. 
Sullo sfondo viene narrata una storia d'amore che non diventa mai tale ma che ne ha tutte le caratteristiche. Un amore che il lettore avverte ma che, per un motivo o per l'altro, resta solo tra le righe. I protagonisti vengono privati anche di questo: del lasciarsi andare ad un sentimento come l'amore.

Si parla spesso di pulsioni sessuali, l'argomento "sesso" emerge sistematicamente più come il bisogno di dare una risposta alle necessità corporee che come una condivisione di cuore, corpo ed anima. Verso la fine della storia questo concetto cambia un po', matura, ma non del tutto. Ho avuto la sensazione fino all'ultima riga che anche i momenti di intimità fossero troppo meccanici per essere reali.

E' una storia triste e tragica, terribile, agghiacciante. Inutile nasconderlo: queste sono le emozioni che ha alimentato in me. E pur essendo convinta che un libro che, comunque, provoca emozioni, raggiunge il suo scopo, stavolta l'ho trovato poco nelle mie corde e se mi si chiedesse di consigliarlo direi di no.
Tra domani e sabato lo spedirò alla prossima lettrice sparpagliata e il suo viaggio continuerà magari verso qualcuno che lo potrà apprezzare più di me.
Le lettrici fino ad ora raggiunte
Ecco il viaggio fatto fino ad ora dal libro
Questa lettura mi permette di partecipare alla terza tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori, per l'obiettivo n. 2: un libro con una donna raffigurata in copertina.

4 commenti:

  1. Ciao,
    lo lessi diversi anni fa, in inglese, e devo dire che, come tu stessa dici, l'ho trovato agghiacciante. La storia è terrificante e lo stile freddissimo... non so, poprio non mi piacque e non riuscii neanche ad andare a vedere il film.
    Serena

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    1. Ho letto molti pareri davvero positivi... Mi sentivo una voce fuori da coro. A quanto vedo sono in buona compagnia ;-)

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  2. Avevo sentito molto parlare bene di questo libro ma il tentativo di leggerlo fallì miseramente dopo poche pagine e da allora giace abbandonato. Non è il mio genere, magari ci riproverò in un altro periodo della vita ma non mi prendeva come te e facevo fatica, la lista dei libri belli e sconosciuto è lunga e non volevo perdere tempo così!:-)mi rincuora che ti abbia fatto lo stesso effetto, mi sentivo una voce unica!

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    1. E' un genere molto particolare. Qualcuno ha definito l'autore "geniale" ma io proprio non ce l'ho fatta ad apprezzarlo. Come te, vedo.

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