Ho avuto questo libro con uno scambio ed è rimasto per un bel po' di tempo ad aspettare che arrivasse il suo momento. L'ho lasciato decantare per bene per poi accorgermi di avere tra le mani un noir ben costruito, ben scritto, con un sacco di intrecci che secondo il mio parere sono ben riusciti anche se in alcuni punti ho pensato che magari si stesse un po' esagerando.
Ho scoperto una Milano violenta, molto violenta, quasi irriconoscibile per chi, come me, è abituato a pensare alla Milano bene, ai monumenti, alla capitale mondiale della moda e del design.Quella che racconta Alessandro Bongiorni è una Milano oscura, dove è la violenza a fare da padrona legata ad un traffico consistente di droga, a metodi alquanto ortodossi per ottenere informazioni, ad ambienti malfamati, ad un giro di prostituzione non indifferente ma anche ad un ambiente politico luccicante e insospettabile al punto tale da non essere credibile.
Il vice commissario Carrera lavora proprio qui: nella questura di una Milano che ama, in ambienti che presentano una faccia oscura, è vero, ma che hanno quel piglio amorevole e quel calore che solo con una passeggiata in solitaria si riescono a percepire. Quando un giovane viene ritrovato cadavere per overdose sembra tutto nella norma, cose che capitano in quei posti. Ma nel momento in cui ci si rende conto che quel giovane è il figlio del commissario Fenisi che era tossico da tempo ma stava seguendo un percorso di disintossicazione, la situazione prende una piega diversa.
Carrera si trova ben presto ad indagare nel torbido, partendo da una morte che non sembra poi così chiara come si può pensare. Viene così a conoscenza di un giro d'affari a molti zeri legato alla droga pesante. Eroina: la guerra è a tutto campo contro il traffico d'eroina che, a quanto pare, si consuma quotidianamente - e in modo piuttosto indisturbato - in quella Milano che sembra avere davvero una doppia faccia. Il tentativo di seguire le indagini in sordina, senza attirare troppe attenzioni viene meno quando un giornalista in cerca dello scoop, Sandro Chiodi, inizia a curiosare ma anche quando un politico che ambisce ad un seggio in Europa decide di fare della guerra all'eroina il suo cavallo di battaglia. Tutte variabili, queste, che si intersecano tra loro e che coinvolgeranno, in un modo o nell'altro, Carrera.
La strada appare tutta in salita e l'indagine avrà molti risvolti che rendono la storia ricca ed intricata senza mai, però, diventare pesante.
L'unica grande difficoltà che ho incontrato, nella primissima parte del romanzo, è stata quella di districarmi con i nomi. L'autore non fa delle chiare presentazioni dei personaggi al lettore: Rodolfo, Rudi, Carrera... ci ho messo un po' a capire che si trattava della stessa persona: vice ispettore Rodolfo Carrera, Rudi per gli amici. Una volta viene chiamato in un modo, una volta in un altro e sulle prime ho fatto davvero fatica perchè come per lui lo stesso discorso vale per altri personaggi.
Piano piano, però, il quadro si chiarisce e si comprendono legami, amicizia, rapporti interrotti, storie passati, amori precedenti, ambizioni attuali, rimpianti e rimorsi oltre al tanto dolore che la violenza porta inevitabilmente con sé.
Carrera è un vice ispettore molto particolare: è un uomo tormentato (e in alcuni punti mi ha fatto pensare all'Harry Hole di Nesbø) pronto a tutto pur di arrivare al suo obiettivo ma ha anche un cuore grande.
Non mancano colpi di scena e... mi sento di consigliare questa storia a chi ama l'alta tensione e non si scandalizza davanti a metodi non troppo convenzionali ma anceh davanti a scelte discutibili sotto certi punti di vista.
Bel libro, ritmo molto alto, ben scritto, consigliato a chi ama il genere.***
La sentenza della polvere
Alessandro Bongiorni
Piemme edizioni
571 pagine
17.50 euro copertina flessibile - 9.99 Kindle
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