venerdì 19 novembre 2021

Cani perduti senza collare (G. Cesbron)

Siamo nell'immediato dopoguerra quando una generazione di giovanissimi si trova alle prese con una realtà fatta di abbandoni ma anche di speranza, quella di una vita migliore.

Se sul loro cammino incontrano qualcuno che non si omologa al modo di fare di chi è più interessato al sistema che non alle persone, le porte della speranza appaiono pronte a lasciar passare un raggio di luce.

Lamy, giudice dei minori, ha a che fare quotidianamente con vite difficili, situazioni spesso disperate, ragazzini abbandonati, orfani, delinquenti che vedono pendere sulla loro testa una decisione che arriva dall'alto e che, spesso, arriva proprio da lui.

Una famiglia in affido? Un istituto di correzione? Un ambiente lavorativo? Un sanatorio? Una comunità? Il giudice non è incline ad applicare fredde regole, a fare calcoli, valutazioni impersonali ma guarda a quei ragazzi illuminato dalla fede e cerca, in loro, il germe della bontà. Guarda a quei ragazzi con umanità, quella che spesso nelle aule dei tribunali, soprattutto all'epoca, mancava. 

Lamy cerca di guardare il loro cuore, di ascoltare i suoi battiti e di guardare le persone prima che i fascicoli o le relazioni e lo fa con generosità di spirito quasi come se ognuno di quei ragazzini potesse essere suo figlio. Il suo è uno sguardo amorevole che cerca di andare oltre il sistema e le sue scelte mirano alla salvezza, non alla condanna, qualunque siano le colpe compiute da quei visi acerbi, da quelle mani curiose, da quegli occhi brillanti. Sono ragazzini. Prima di tutto ragazzini. Il titolo ben si addice, riprendendo una definizione che arriva dalle pagine del libro e che li rappresenta appieno. Quei cani perduti senza collare sono ragazzini in cerca di un loro posto nel mondo, vogliosi di mordere la vita senza avere, però gli strumenti giusti per farlo. Ecco, perché, perduti senza collare... perché questa mancanza di strumenti provoca il loro smarrimento in un mondo che non fa loro sconti.

 Fanno il male ma sognano il bene!

Trovo che sia uno dei passaggi più commoventi e più toccanti di un libro in cui un singolo uomo incarna tutto l'amore e tutta la comprensione che l'intera società dovrebbe riservare a quei cani perduti. La società, invece, li mette ai margini e tende a farceli restare. Molti i passaggi nei quali, tra le righe, emerge lo spirito cristiano che guida il giudice a portare avanti una battaglia (credo che la si possa considerare come tale) per guardare questi ragazzini con occhi diversi, con gli occhi dell'amore. Non è semplice da accettare un comportamento come il suo per chi, attorno a lui, è abituato a fredde valutazioni che non tengono affatto conto delle persone ma solo dei casi

Tra i personaggi più significativi segnalo Robert Alain che è continuamente alla ricerca della sua libertà e Marco. Mentre Robert Alain non ha una famiglia, Marco ce l'ha ma è come se così non fosse. Questi ragazzi incontrano persone che li guardano prima di tutto con amore e la loro strada inizia a seguire un percorso particolare, fatto di dignità e di speranza.

Non è un romanzo semplice da leggere, secondo il mio parere. Sono sincera. E non lo è sia per i temi trattati - che assumono le sfumature di una potente provocazione nei confronti di un sistema in cui si pensa più agli equilibri che non alle persone - ma anche per lo stile utilizzato. Dialoghi a tratti difficili da comprendere ma anche una narrazione serrata e non propriamente scorrevole richiedono una lettura attenta ed una certa apertura mentale, scevra da ogni pregiudizio.

...quando un ragazzo ruba una bicicletta, che cosa importa alla società?
La sorte della bicicletta?
O quella del ragazzo?

Bhè, trovo che le parole di Lamy lascino dei segni profondi anche in noi lettori contemporanei perché se è vero come è vero che il romanzo è stato scritto nella sua prima edizione nel 1995, è altrettanto vero che le sue riflessioni sono tristemente attuali anche oggi. Non siamo più nel dopoguerra ma di cani perduti senza collare, in giro per le nostre città, trovo che ce ne siano ancora tanti, anche se somigliano poco a quelli di Cesrbon ma pur sempre cani perduti sono. 

E il sistema che fa?  Che cosa fa la società? 

Riflettiamo.
***
Cani perduti senza collare
Gilbert Cesbron
Bur Rizzoli (collana I libri dello spirito cristiano)
315 pagine
9.80 euro copertina flessibile

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