martedì 16 novembre 2021

Nel mare ci sono i coccodrilli (F. Geda)

 Ne sono sempre più convinta: siamo fortunati ad essere nati dove siamo nati e nell'epoca in cui ci troviamo!

Il riferimento storico non è il caso di questo libro, perché comunque il protagonista era un bambino all'epoca dell'attentato alle torri gemelle per cui siamo, di fatto, ai tempi nostri. Il riferimento al luogo, però, mi ha convinta una volta di più.

Quella che l'autore racconta è la storia di Enaiatollah Akbari, un bambino che ha dovuto affrontare prove troppo grandi per la sua età e che nessuno, nemmeno da adulto, dovrebbe essere chiamato ad affrontare. Eppure... 

Il protagonista è un bambino di 10 anni di etnìa Hazara che vive in Afghanistan nel villaggio di Nava da dove è costretto a fuggire a causa delle persecuzioni dei talebani. Da un giorno all'altro si trova solo, consapevole che sua madre lo ha abbandonato non perché non lo amasse, ma proprio per via dell'amore che provava per lui. Gli ha voluto dare un'opportunità, la possibilità di vivere nella paura - questo è vero - ma andando verso uno spiraglio di luce che solo allontanandosi dalla sua terra avrebbe potuto incontrare.

La voce narrante è la sua: è un bambino come potrebbe essere uno dei nostri figli, dei nostri nipoti che, però, non devono fare i conti con viaggi in clandestinità, con pistole puntate contro, con le notti all'addiaccio, i viaggi della speranza stipati sul doppiofondo di un camion o con i lunghissimi viaggi a piedi con le scarpe sfondate e le dita viola. Non devono fare i conti con la fame costante, con il freddo che arriva alle ossa, con la morte dei loro compagni di viaggio periti di stenti, di inedia, di malattia lungo il cammino.

Sembra tutto così esagerato, quello che racconta Enaiatollah, così impossibile da restare fuori ogni possibile verità. Eppure... 

Eppure racconta la sua storia e lo fa senza romanzare nulla, senza fare sconti ma cambiando giusto qualche nome - così viene detto chiaramente nelle primissime pagine - quando la narrazione lo ha reso necessario. In altre occasioni, invece, quando il bambino ha incontrato persone gentili, i nomi sono rimasti, omaggio alla bontà d'animo di chi non ha puntato il dito ma ha spalancato le porte dell'amore.

Il suo è un viaggio lunghissimo,  dalla sua nascita in Afghanistan fino al suo arrivo in Italia.

Alla fine del racconto - è sua la voce narrante ma le informazioni sono state raccolte dall'autore in una lunga intervista (e lui stesso viene chiamato in causa dal ragazzino che gli si rivolge in modo diretto) - Enaiatollah ha 21 anni e i suoi occhi hanno visto tanto, troppo. Avevano già visto troppo da bambino, fino a che non è riuscito a trovare quell'equilibrio e quella stabilità che, purtroppo, non a tutti coloro che hanno vissuto la sua stessa esperienza sono stati riservati.

Uno dei passaggi più belli e che mi ha riempito il cuore è stato il riferimento a due persone italiane che si sono dimostrate gentili nei suoi confronti, senza chiedere niente in cambio: "...se tutti gli italiani sono così - dice il ragazzino - allora sarà bellissimo vivere qui". Non ricordo se sia proprio questa la frase precisa ma il senso è questo, e mi ha riempito il cuore. Mi piace pensare che sia davvero così, anche se la cronaca, anche non troppo lontana da noi, ci dice qualche cosa di diverso.

ps. il libro è arrivato a casa mia su indicazione dell'insegnante di italiano di mio figlio di prima liceo, come lettura mensile. L'ho letto molto volentieri anche io e, anche se non potendo ignorare la presenza di alcuni termini per noi incomprensibili, l'ho trovato molto adatto per ragazzini della sua età (così come, ne sono certa, è una lettura adatta anche a lettori adulti).
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Nel mare ci sono i coccodrilli
Fabio Geda
Baldini&Castoldi
151 pagine
12.00 euro copertina flessibile - 6.99 Kindle

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