Sono notti particolarmente luminose, le notti bianche, quel periodo dell'anno in cui nella Russia del nord, e quindi anche nella zona di San Pietroburgo, il sole tramonta dopo le 22.
Sono notti tutte da vivere, verebbe da dire.
Notti che per i protagonisti dell'omonimo racconto giovanile di Fëdor Dostoevskij.
L'ho trovato in una vecchia edizione in biblioteca, cercato perché indicato dall'insegnante di letteratura di mia figlia come lettura mensile. L'ho preso per lei ma l'ho letto io, per ora.
Io non amo i racconti brevi perché preferisco storie più articolate ma stavolta mi sono fatta prendere la mano ed avendolo a disposizione l'ho letto in poche ore.
Sulle prime a colpirmi è stata la cifra narrativa d'atri tempi. L'uso del voi, quel manierismo che nel tempo è andato perduto... ed ho temuto che la storia sarebbe stata troppo obsoleta per i miei orecchi.
Invece, l'autore indaga a fondo nell'animo umano pur con poche pagine. Non tratteggia caratteri marcati dei due protagonisti - due sono, nel vero senso della parola - che in un dialogo quasi casuale all'inizio si mettono a nudo e mettono sul piatto i sogni, le speranze, le illusioni che serbano nel cuore.
Tutto molto veloce, mi sono detta: un giovane ed una giovane si incontrano, si piacciono, sentono consolidare fin da subito una profonda amicizia tanto da portarli a svelare rispettivamente le proprie vite senza risparmiare gli aspetti più dolorosi: uomo solo e abituato ad esserlo, lui, giovane innamorata in attesa del ritorno del suo innamorato, lei.
Lui ci spera che possa essere arrivato il momento giusto per lasciarsi alle spalle la solitudine di una vita ma quando si rende conto che il cuore di lei appartiene già a qualcuno, allora fa un passo indietro.
Ma di passi, avanti e indietro, se ne faranno diversi e da tutte e due le parti tanto che ho pensato che anche i giovani di un tempo, pur usando frasi arzigogolate e pur girando attorno a certi discorsi, fossero piuttosto impulsivi e veloci.
Tutto, infatti, si svolge in poche notti, quelle notti bianche che hanno un significato specifico per quanto riguarda i fenomeni atmosferici ma che a me hanno fatto pensare a delle "notti in bianco" visto come si evolve la situazione.
Quattro, per la precisione. Tante sono le notti nell'arco delle quali i due si avvicinano, si conoscono, si aprono l'uno all'altra, trovano una certa comunione d'intenti per poi... non svelo altro per non togliere il gusto della lettura a quei pochi (io a 50 anni rientravo in tale categoria) che non avessero ancora letto questo classico della letteratura.
Quattro notti che sembrano strappare via l'uomo dal suo isolamento, dal suo spirito di sognatore ma che alla fine non gli riconsegnano altro che un'illusione, o qualche cosa che gli arriva molto vicino.
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Le notti bianche
Fedor Dostoewskij
Newton Compton editore
89 pagine
edizione omaggio de Il Resto del Carlino
collana Mille lire
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