Siamo nel 1938, in un circo itinerante - Il Mondo delle Meraviglie - che porta la magia e la suggestione offerta da grandi artisti in giro per l'Europa.
Il celebre illusionista Theo Papadopoulos ha una figlia a cui pensare: una ragazzina costretta in sedia a rotelle per via della poliomelite, orfana di madre, sveglia e con un sogno ben chiaro in testa, quello di diventare una scienziata. Una ragazzina protetta in modo quasi ossessivo da suo padre, tanto da sentirsi inutile ed isolata in qualunque ambiente perché diversa.
Sul loro cammino arriva un ragazzo, Alexandre, ritrovato da Lena esanime in una tappa del tour del circo: è malridotto, orfano ed ebreo, sfuggito ai nazisti.
I due ragazzi si comprendono, si riconoscono, si affezionano l'uno all'altra. Ma si è in tempo di guerra, gli ebrei rappresentano un pericolo per tutto il circo che li ospita e Theo, che ha preso il ragazzo sotto la sua ala protettrice, ne è ben consapevole. Tra tradimenti da parte di persone fidate, allontanamenti, scommesse vinte, tenacia e forza di volontà, i destini di Theo, Alexandre e Lena li porteranno a percorrere strade diverse. Si perderanno e sfideranno la sorte per tentare di ritrovarsi fino a rischiare tutto, anche la loro stessa vita.
La storia si snoda lungo decenni di dolore, di perdite, di distanze che appaiono incolmabili. Il mondo del circo appare come un mondo magico non solo per la presenza di tanti artisti ma anche perché sembra offrire una realtà alternativa a quella fatta di bombe, di violenza, di morte. Sotto questo punto di vista devo dire che, essendo nel periodo della seconda guerra mondiale, ho avuto qualche dubbio sull’effettiva condizione degli artisti che appaiono davvero lontani dai rischi che un conflitto mondiale si porta dietro.
Ad un certo punto ho anche pensato che la storia fosse un tantino scontata soprattutto quando sono emersi dei sotterfugi, delle bugie che avrebbero avuto sicuramente un risvolto prevedibile soprattutto quando diventano la base di un rapporto tra persone intelligenti. Ad un certo punto le vicende si sono svolte così come avevo immaginato ma è stato un attimo visto che, poi, ci sono state delle ulteriori evoluzioni inaspettate e capaci davvero di depistare il lettore.
Viene affrontato il tema della disabilità, che all'epoca altro non era se non un handicap estremamente limitante, tanto più per una ragazzina. Un handicap che si somma, però, alle ambizioni di una giovane donna per la quale, all’epoca, era impensabile un futuro da scienziata. Tematiche affrontare non con superficialità ma dimostrando, da parte dell’autrice, anche un certo approfondimento attorno al tema della poliomelite, dei rimedi messi in campo, delle terapie messe a punto. In un’epoca in cui inclusione, uguaglianza ed autonomia non erano certo scontate, la storia di Lena e di suo padre (superprotettivo nei confronti della ragazzina) fa pensare che non tutte le porte fossero chiuse anche in quel periodo storico così delicato. Mi piace pensare che non fosse così anche nella realtà, non solo nel romanzo.
Si tratta di una storia frutto della fantasia dell’autrice – anche se la ricostruzione storica è piuttosto fedele ed alcuni personaggi sono realmente esistiti o sono ispirati a persone realmente esistite – che porta speranza nell’ambito di un’epoca in cui era proprio la speranza la prima che si perdeva e dove spesso si perdeva la vita.
Il mondo del circo è suggestivo ed ammaliante: siamo dopo l’età dell’oro della magia statunitense ma in un periodo in cui distrazioni come quelle offerte dagli artisti sotto ad un tendone erano considerate come necessarie in certi ambienti e per offrire una parvenza di normalità. Come, ad esempio, nel campo di concentramento Theresienstadt (citato e realmente esistito) che era in realtà un luogo di raccolta e smistamento di prigionieri ma veniva fatto passare per luogo in cui l’alta concentrazione di artisti, di intellettuali ebrei mitteleuropei facesse pensare a qualche cosa di diverso di un semplice luogo di passaggio verso la morte.
Viene affrontato in modo efficace anche il tema dell'amore, quello con la A maiuscola che viene reso al lettore con vicende che lo declinano in tanti modi diversi, non sono quello tra un ragazzo e una ragazza.
Ad un certo punto ho avuto la sensazione che mancasse
qualcosa per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, come se si
facessero degli accenni velati a situazioni che, invece, da lettrice avrei voluto conoscere. Gap recuperato poi strada facendo.
Bel libro. Lettura consigliata.
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Il circo delle illusioni
Amita Parikh
Giunti editore
418 pagine
14.90 euro copertina flessibile, 9.99 Kindle
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