Il libro Marcovaldo, ovvero Le stagioni in città, è composto da venti novelle ognuna delle quale è dedicata ad una stagione: il ciclo delle stagioni, dunque, si ripete tra le pagine per cinque volte.
Il protagonista è sempre lui, Marcovaldo: un omino che fa tenerezza e strappa un sorriso con il suo modo di fare, con quel suo modo di cercare la natura in città. È un personaggio buffo, un po’ malinconico, uomo dall’animo semplice e uomo di fatica: ha una famiglia numerosa che non naviga economicamente in buone acque e lui non si tira indietro davanti al lavoro, per poter provvedere a moglie e figli.
Ho avuto la sensazione che, vivendo in città, avesse una grande nostalgia di una vita diversa, a contatto con quella natura che cerco in ogni situazione. È un po’ smarrito tra i cartelli pubblicitari e le scritte al neon che coprono la visuale della luna e delle stelle, si sente fuori posto anche se appare ben adattato alla vita di città.
La struttura delle varie novelle è, più o meno, sempre la stessa: tra il grigiore della città Marcovaldo cerca i segni dell’avvicendarsi delle stagioni sognando di tornare ad uno stato di maggiore contatto con la natura. Ed ogni volta, puntualmente, per lui è una delusione.
È un ingenuo, un uomo semplice, protagonista di quelle che sembrano delle piccole favole nelle quali, però, il finale porta con sé una buona dose d’amarezza.
Non si comprende in quale città si svolgano le sue avventure, quasi a voler intendere che situazioni di questo tipo potrebbero accadere ovunque, in qualsiasi metropoli industriale. Un’alea di mistero avvolge anche la tipologia del lavoro di Marcovaldo, quel suo caricare e scaricare casse per un’azienda di cui si conosce solo il nome ma non la tipologia, lascia pensare – sulla falsariga di quanto accade per la città – che possa trattarsi di un lavoro qualunque. Un lavoro di fatica, ma qualunque.
Nel corso della lettura ho avuto la sensazione che Calvino sia passato da storielle con sfondo leggermente comico a storielle più malinconiche, meno divertenti. Eppure il protagonista non si rassegna. Segue sempre il suo istinto tanto da apparire anche un po’ sciocco, a volte. Ma sempre ispirando tenerezza – almeno questo è capitato con me – nel lettore.
Non è un uomo fortunato, Marcovaldo. Colleziona anche delle brutte figure, passa anche dei guai di tanto in tanto ma… arriva sempre sera e, con lei, un sonno riparatore d'ogni offesa della giornata.
Un esempio da seguire in questo, riaprendo poi gli occhi con nuova fiducia per affrontare un giorno nuovo.***
Marcovaldo
Italo Calvino
Mondadori editore
127 pagine
12.00 euro copertina flessibile
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