venerdì 6 agosto 2021

Il blu delle rose (T. Laudadio)

 

Una favola distopica che propone un mondo non troppo lontano dal nostro dal punto di vista temporale ma molto lontano sul fronte della ricerca scientifica in fatto di Dna e manipolazione genetica.

Quella raccontata da Tony Laudadio nel libro Il blu delle rose è una storia nella quale l'umanità subisce gli effetti di scelte scientifiche che mirano ad attuare una politica preventiva contro la nascita di potenziali delinquenti individuando - ed eliminando - feti che presentino il gene C che determina, appunto, un potenziale pericolo.

I feti che presentano quel gene sono potenzialmente dei criminali per cui vanno eliminati prima ancora di nascere. 

Questo porta a vivere un'esistenza tranquilla ma porta anche con se' una questione morale davanti alla quale la scienziata Elisabetta Russo si è sempre posta antecedendo gli interessi della società e della scienza a quelli personali di chi mette in dubbio che si possa agire in questo modo. Si è arrivati ad avere una precisa legge che impone aborti a gestanti che portano in grembo un potenziale criminale e chi non si attiene a quanto previsto è di per se un fuorilegge.

Quando, però, venticinque anni dopo l’entrata in vigore della legge Genesi (così è denominata la legge introdotta dal governo sulla base dei risultati delle ricerche scientifiche di cui Elisabetta è stata un attore fondamentale) le certezze della donna iniziano a vacillare mettendola in pericolo, gli equilibri fino a quel momento raggiunti iniziano a vacillare. 

La storia è terribile: se si pensa che si possa fare pulizia di chi potenzialmente potrebbe essere pericoloso, obbligando donne ad abortire per il bene della società e, soprattutto, eliminando non solo un potenziale criminale ma anche - chi lo sa - un potenziale sportivo, un artista, un abile artigiano e così via discorrendo, la prospettiva è davvero terribile.

Soprassedendo sulla facilità con cui si gestisce il problema, trovo la trama estremamente prevedibile con personaggi che si comportano in modo facilmente immaginabile fin dalle primissime pagine. Opinione personale, ovviamente. Gli eventi si susseguono con estrema facilità senza dare il giusto peso (soprattutto sul fronte morale) a scelte che vanno a limitare in modo definitivo la libertà delle persone. La figura di Elisabetta, pur con le sue contraddizioni e i suoi sensi di colpa, è molto superficiale dal mio punto di vista e non si va oltre una favola che lascia presagire al lieto fine senza dare, in realtà, un finale definitivo. I cambiamenti su più fronti sono tanto improvvisi e veloci quanto prevedibili.

Avrei potuto fare tranquillamente a meno di questa lettura. E non perché il distopico non è propriamente il mio genere preferito quanto per la superficialità di una trama che parte con una terribile originalità ed anche con dovizia di particolari sul fronte della terminologia scientifica ma poi si perde in sviluppi frettolosi e poco approfonditi.

Per me è un no ma, lo ribadisco, è una opinione personale.
***
Il blu delle rose
Tony Laudadio
NN Editore
272 pagine
17.00 euro copertina flessibile - 7.99 Kindle

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