Un altro anno scivola via per la compagnia di via Gonzaga: un gruppo di amici consolidatosi a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, ora quarantenni che hanno a che fare con figli difficili da gestire, situazioni amorose disastrose e la speranza di quella scossa che possa portare, per tutti, un vento di novità che tarda ad arrivare. La compagnia diventa quasi un ripiego e quell'entusiasmo che avrebbe acceso gli animi anni prima inizia ora a scemare.
Non sono più ragazzini Benedetta, Antonella, Costanza, Letizia, Anita, Woody, Andrea anche se fanno finta di avere tutto il tempo del mondo davanti.
Benedetta si barcamena tra un ex marito con il quale gestire il ménage con i due figli - Vittoria e Francesco - un lavoro da fisioterapista, una madre che vive con lei e che ha sempre applicato la tecnica della disciplina di ferro in casa sua, fin da quando era bambina.
Non c'è un vero e proprio amore nella sua vita. O meglio, gli ingredienti per un amore ci sarebbero pure ma, in sostanza, è più una mancanza quella che avverte Benedetta dietro ai silenzi e alle assenze di un uomo che è stato il suo amore da adolescente e che ha ritrovato a distanza di anni, potenzialmente pronto a recuperare quel rapporto interrotto improvvisamente anni prima, con più entusiasmo di prima e con un sentimento più maturo. Questo è ciò che sembra.
La storia narrata da Federica Bosco è la somma di tante storie perché ogni personaggio ha un suo trascorso ed ha qualche cosa da dire. E forse è stato proprio questo che mi ha un tantino depistata perché quella che avevo immaginato come fulcro della storia - la storia d'amore tra Benedetta e il suo amore d'altri tempi - cede il passo in più punti ad altro scadendo più d'una volta sul banale e diventa uno dei tasselli delle vicende che si susseguono.
Devo ammettere che la lettura è andata avanti a rilento, mi sono distratta spesso trovando delle parti ripetitive e portate per le lunghe anche quando non sarebbe servito.
Interessanti gli argomenti trattati (l'amicizia, le aspettative, le ambizioni, la diversità, i rapporti tra ex coniugi e i riflessi che la separazione possono avere sui figli) ma toccando un po' di tutto, senza approfondire niente in particolare.
Una delle figure che ho apprezzato maggiormente è stata quella di Mattia, un giovane disabile che si riscatta agli occhi di un mondo troppo spesso tentato di considerare la disabilità come diversità, come un limite. Anche qui devo dire che è tutto molto soft e molto veloce, nella realtà le cose non sono così immediate così come nella realtà i tempi e i modi per affrontare situazioni di bullismo (altro argomento trattato) sono un tantino differenti.
La lettura è piacevole ma, per me, un tantino dispersiva. Ovviamente è una opinione personale, magari mi aspettavo maggiore approfondimento su personalità che ben si sarebbero prestate a dire molto di più di quel poco che hanno detto.
Non perdiamoci di vista
Federica Bosco
Garzanti Editore
304 pagine
5.00 euro copertina flessibile, 12.00 euro copertina rigida, 9.99 kindle
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