Non conoscevo la storia personale di Susanna Tamaro e devo dire che sono rimasta un tantino interdetta nel conoscere tutta la sofferenza che l'ha accompagnata dall'infanzia all'adolescenza fino ad arrivare alla sua maturità. Maturità come persona, intendo, prima ancora che come artista.
Nel libro Il tuo sguardo illumina il mondo l'autrice scrive ad un amico scomparso: a quel Pierluigi Cappello che, seppur con dieci anni di differenza all'anagrafe, tanto in sintonia si è trovato con lei pur essendo due persone opposte per caratteristiche ed esperienze. Due opposti che si completano in un'amicizia profonda, segnata anche dalle distanza, ma comunque un'amicizia importante e nella quale è rimasto un grandissimo vuoto nel momento della morte di lui.
Ho avuto tra le mani questo libro per via di una specifica richiesta di mia madre. L'ho comprato per lei, lo ammetto, ma visto che era impegnata a terminare quello che aveva in lettura, ne ho approfittato e l'ho letto io.
Ed eccomi qui, a segnalarne la lettura per questo venerdì del libro di fine ottobre.
Nel suo ultimo libro la Tamaro si rivolge al suo amico, racconta affinità, desideri con uno stile poetico e profondo, anche difficile in alcuni passaggi, ma sempre delicato e capace di trasmettere l'emozione che un'amicizia così trasmette ancora. Parla anche della sua persona, però, della sua vita, delle sue difficoltà, del suo passato più o meno recente e del suo presente, della sua famiglia e dei sentimenti - qui sono rimasta davvero colpita, lo ammetto, per la lucidità e la schiettezza con cui affronta il tema dei rapporti familiari - ed anche della sua salute, del suo essere donna, del suo passato da ragazzina bullizzata e presa di mira dai più forti, della sua voglia di silenzio e di solitudine, delle sue sfide quotidiane.
Questo libro mi ha sorpresa. O meglio, mi ha presa in contropiede. Non mi aspettavo proprio di leggere ciò che ho letto e, soprattutto, di sentire quasi la sofferenza uscire dalle pagine. Questo è ciò che la Tamaro mi ha trasmesso: ho visto davanti agli occhi una bambina maltrattata, considerata diversa, lei stessa che sente di essere diversa in quanto non ama ciò che tutti gli altri bambini della sua età amano, un'adolescente che cresce con il peso di una famiglia come la sua, rapporti con l'altro sesso che non vanno mai a buon fine "...perchè io sapevo di non essere in grado di dare loro ciò che cercavano". Ho avuto davanti agli occhi l'immagine di una donna fragile ma anche capace di alzare la testa davanti alle prove più dure.
E' un libro molto toccante, una storia che non ha nulla di romanzato e che, davvero, non mi aspettavo.
L'autrice parla in prima persona, fa delle considerazioni, racconta momenti indimenticabili (nel bene e nel male) e fa conoscere al lettore una serie di personaggi che si tratteggiano con chiarezza. La figura che mi ha lasciato maggiormente amareggiata è stata quella della madre.
Cosa vuol dire - si chiede l'autrice - venir pesantemente maltrattati, e vedere tua madre che guarda distrattamente dall'altra parte?
E' una scena che mi ha colpita al cuore, un'immagine che mi è rimasta impressa sottopelle. L'autrice è stata capace di trasmettere emozioni. Emozioni forti, intense.
E credo che non sia poco.
Con questo libro partecipo alla Challenge
Di che colore sei? per lo spicchio verde, libro uscito nel 2018 ed anche alla Visual Challenge in quanto in copertina compare un bel prato verde, elemento utile per la gara in corso.
Ps. piacerà a mia madre? Facciamo una scommessa? Io dico che le piacerà la storia ma mi farà notare che è scritto usando termini un po' troppo difficili... non che voglia sottovalutare mia madre come lettrice, ma oramai la conosco bene, conosco i suoi gusti e la voglia di scorrere le frasi senza troppi intoppi!
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