martedì 2 ottobre 2018

Non siamo amici (E. Valle)

Lo devo ammettere... non amo molto i Self. Più volte mi sono trovata tra le mani delle storie scritte male, zeppe di errori e, onestamente, anche di prendermi gli insulti degli autori/delle autrici che non hanno gradito le mie recensioni. Così, per scelta, mi tengo alla larga da libri di questo tipo più che posso. Per quest'ultimo periodo di gara, però, della Challenge Di che colore sei? una delle varie proposte di letture dello spicchio rosa/romance è proprio il Self.  
Ed eccomi qui con un romanzo rosa, scritto da una giovanissima autrice che mi è del tutto nuova ma che deduco essere tale (giovanissima) proprio leggendo tra le righe.

Lo deduco dalle tematiche scelte per imbastire le storie dei suoi personaggi ma anche dallo stile di scrittura che è piuttosto giovanile ed ingenuo, a tratti, ma con delle potenzialità.
L'idea di fondo è originale: l'ambiente scelto è quello di una scuola piuttosto elitaria dove - e questo mi è piaciuto poco - sembra proprio che gli insegnanti siano succubi di un certo gruppo di studenti, quelli che appartengono a dei gruppi organizzati (Cavalieri, Margherite) che raccolgono vip e lasciano da parte i classici outsider

Una scuola esclusiva, in quel di Como, dove Elena si ritrova, suo malgrado, per via di scelte familiari che l'hanno portata proprio nell'istituto frequentato dalle sue due sorelle gemelle e dove sua madre è la preside. Sorelle e madre che frequenta poco visto che, al momento della separazione dei suoi genitori, Elena ha scelto di vivere con suo padre a Roma da dove ora proviene. 
Qui incontra delle vecchie conoscenze delle quali non serba affatto un buon ricordo essendo stata bullizzata da bambina: situazione, questa, di cui porta ancora addosso le cicatrici.
Ma le persone possono cambiare?
Possono cambiare al punto tale da mostrarsi completamente differenti da ciò che sono state in passato?
Qualcuno sì, qualcuno no. Anzi, se da una parte c'è chi ha capito di aver sbagliato e cerca in tutti i modi di rimediare, dall'altro c'è chi è decisamente peggiorato passando da bulletto di turno a vera e propria minaccia per la vita altrui.
In un contesto di questo tipo Elena si trova a districarsi con una sfida personale piuttosto importante, con meccanismi familiari con i quali fare i conti, con un ambiente scolastico molto particolare e con i battiti cardiaci che a volte accelerano per un bel ragazzo ma anche, a volte, per la paura di incontrare qualcuno di decisamente pericoloso.
Questa è la storia di fondo.  

In un contesto del genere la prima cosa che mi ha fatto storcere il naso è stata la scelta dei nomi. 
Mattia e Matteo, detti Mat (Matty) e Tia, che fantasia!
E poi Elena che si fa chiamare Len.
Ed ancora le due sorelle gemelle, i cui nomi vengono ovviamente accorciati e che ho fatto anche fatica a distinguere... Un gran casino con nomi e nomignoli (una volta i personaggi vengono chiamati per nome, una volta per cognome, una volta con il nomignolo...) che, secondo me, avrebbe potuto essere risparmiato semplicemente scegliendo nomi differenti. 
Una scelta, quella dell'autrice, che rende il tutto molto adolescenziale ma che, secondo me, alla fine stanca.

La storia riserva anche qualche sorpresa ma in parecchi passaggi avrei approfondito maggiormente ip personaggi. Si è voluta mettere tanta carne al fuoco riducendo spesso i dialoghi o a scambi di battute decisamente troppo adolescenziali per avere dei diciassettenni come protagonisti o, in alternanza, a complessi e decisamente forzati in un contesto di adolescenti. 

Non che la storia mi sia dispiaciuta, non dico questo, solo che in diversi passaggi ho trovato la narrazione troppo superficiale, forzatamente ironica a tratti. Avrei gradito maggiore approfondimento sulle situazioni familiari, tanto per cominciare: sia la famiglia di Elena che quella dei due ragazzi protagonisti – Mat e Tia – avrebbero potuto dare una svolta alla narrazione se si fossero approfondite maggiormente le dinamiche che hanno creato le condizioni per separazioni, tradimenti, allontanamenti e riavvicinamenti. Già solo le due famiglie in causa avrebbero fornito materiale sufficiente per scrivere un libro.

Credo che l'autrice abbia buone possibilità di maturare e di proporre anche personaggi e storie capaci di maturare con lei ma Non siamo amici non è un libro che rileggerei, considerando anche che mi sono imbattuta in diversi errorini di cui avrei fatto volentieri a meno. 
Lettura che non boccio ma che promuovo con un appena sufficiente per i miei gusti.

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