Ricorda che un albero con molta chioma e poche radici viene sradicato al primo colpo di vento, mentre in un albero con molte radici e poca chioma la linfa scorre a stento. Radici e chioma devono crescere in egual misura, devi stare nelle cose e starci sorpa, solo così potrai offrire ombra e riparo, solo così alla stagione giusta potrai coprirti di fiori e di frutti.
E quando poi, davanti a te, si apriranno tante strade e non saprai quale prendere, non imboccarne una a caso, ma siediti e aspetta. Respira con la profondità con cui hai respirato il giorno in cui sei venuta al mondo, senza farti distrarre da nulla, aspetta e aspetta ancora.
Stai ferma, in silenzio, ascolta il tuo cuore.
Il libro di Susanna Tamaro "Va' dove ti porta il cuore" mi è arrivato tra le mani, come diversi altri, per merito di una mia amica che, nel traslocare, si è voluta disfare di un gran bel numero di sue vecchie letture. E' rimasto nella mia libreria per diversi mesi prima che mi decidessi a prenderlo tra le mani e, a pelle, mi sono immersa nella lettura con la sensazione che non sarebbe stato un genere a me gradito.
Mi sono convinta a leggerlo soprattutto per via del fatto che non era uno di quei volumi di tante pagine che mi mettono paura solo per la mole di righe da leggere: così mi sono detta che avrei potuto provare.
La prima cosa che ho apprezzato dell'edizione che ho letto io - Baldini & Castoldi editori, 1994 edizione numero 23 - è stato il formato e la dimensione dei caratteri. Ero reduce dalla lettura di un libro in formato tascabile con caratteri molto piccoli e avendo tra le mani questa edizione mi sono trovata molto meglio. Le pagine piuttosto lunghe mi sono piaciute e mi hanno reso più gradevole la lettura, se non altro psicologicamente.
Il libro, in se, è un diario scritto da una donna che si rivolge a sua nipote: una nonna che scrive - o meglio, che vorrebbe scrivere - a sua nipote. Si tratta di lettere che probabilmente non arriveranno mai alla loro destinataria o, se ci arriveranno, non si saprà mai se verranno lette oppure no. In 165 pagine - tante sono le pagine dell'edizione da me letta - la protagonista si mette a nudo arrivata oramai ai suoi ultimi anni di vita. Parla a sua nipote narrandole fatti e situazioni che non ha mai conosciuto, aprendo il suo cuore e mettendo a nudo la sua anima come mai aveva fatto prima. Si rende perfettamente conto di essere fuori tempo per rimediare ai suoi errori ma, affrontandoli - almeno nei suoi scritti - cerca per lo meno di farsene una ragione. Nel momento in cui affronta i suoi errori, le vicissitudini della sua vita, ritrova un pezzetto alla volta se stessa. Questa, per lo meno, è la sensazione che ho avvertito io.
All'inizio, lo ammetto, ho pensato quasi di abbandonare la lettura perchè nel leggere la prima parte ho avvertito una tristezza ed un'angoscia che avrei voluto tenere lontane da me. Ho una nonna vivente con la quale ho vissuto per un periodo della mia vita e - anche se la nostra storia è ben diversa da quella narrata dalla Tamaro - in alcuni momenti, leggendo alcune sue riflessioni, ho pensato a lei... Alla solitudine che può vivere una donna anziana rimasta sola, nella consapevolezza di avere davanti a se la parte finale dalla sua vita... Ammetto di aver pensato anche a me, al passare del tempo, a come sia passato in fretta il tempo e a quante cose non dette mi sono lasciata alle spalle. Insomma, un libro che mi ha fatto pensare malgrado all'inizio mi fosse sembrato piuttosto pesante.
Trattandosi di lettere il finale non soddisfa la curiosità di chi, come me, avrebbe voluto sapere se si sarebbe aperto uno spiraglio di riavvicinamento tra nonna e nipote. Resta un po' d'amarezza in bocca anche se in più punti vengono lanciati degli insegnamenti di cui far tesoro.
Lo stile di scrittura non mi è dispiaciuto anche se, lo ammetto, in alcuni punti mi è sembrato di incappare in alcuni errori grammaticali. Ho letto con un po' di lentezza la prima parte ma nella seconda ho recuperato lo slancio sufficiente per andare avanti spedita. La seconda parte mi è piaciuta di più. Nel complesso, comunque, tenendo conto le premesse fatte in apertura circa le sensazioni che ho provato durante la lettura, devo dire che il libro non mi è dispiaciuto. Sono dell'idea che un libro che sa emozionare è un libro che vale la pena leggere.
***
Va' dove ti porta il cuore
Susanna Tamaro
Baldini & Castoldi editori
Mi sono convinta a leggerlo soprattutto per via del fatto che non era uno di quei volumi di tante pagine che mi mettono paura solo per la mole di righe da leggere: così mi sono detta che avrei potuto provare.
La prima cosa che ho apprezzato dell'edizione che ho letto io - Baldini & Castoldi editori, 1994 edizione numero 23 - è stato il formato e la dimensione dei caratteri. Ero reduce dalla lettura di un libro in formato tascabile con caratteri molto piccoli e avendo tra le mani questa edizione mi sono trovata molto meglio. Le pagine piuttosto lunghe mi sono piaciute e mi hanno reso più gradevole la lettura, se non altro psicologicamente.
Il libro, in se, è un diario scritto da una donna che si rivolge a sua nipote: una nonna che scrive - o meglio, che vorrebbe scrivere - a sua nipote. Si tratta di lettere che probabilmente non arriveranno mai alla loro destinataria o, se ci arriveranno, non si saprà mai se verranno lette oppure no. In 165 pagine - tante sono le pagine dell'edizione da me letta - la protagonista si mette a nudo arrivata oramai ai suoi ultimi anni di vita. Parla a sua nipote narrandole fatti e situazioni che non ha mai conosciuto, aprendo il suo cuore e mettendo a nudo la sua anima come mai aveva fatto prima. Si rende perfettamente conto di essere fuori tempo per rimediare ai suoi errori ma, affrontandoli - almeno nei suoi scritti - cerca per lo meno di farsene una ragione. Nel momento in cui affronta i suoi errori, le vicissitudini della sua vita, ritrova un pezzetto alla volta se stessa. Questa, per lo meno, è la sensazione che ho avvertito io.
All'inizio, lo ammetto, ho pensato quasi di abbandonare la lettura perchè nel leggere la prima parte ho avvertito una tristezza ed un'angoscia che avrei voluto tenere lontane da me. Ho una nonna vivente con la quale ho vissuto per un periodo della mia vita e - anche se la nostra storia è ben diversa da quella narrata dalla Tamaro - in alcuni momenti, leggendo alcune sue riflessioni, ho pensato a lei... Alla solitudine che può vivere una donna anziana rimasta sola, nella consapevolezza di avere davanti a se la parte finale dalla sua vita... Ammetto di aver pensato anche a me, al passare del tempo, a come sia passato in fretta il tempo e a quante cose non dette mi sono lasciata alle spalle. Insomma, un libro che mi ha fatto pensare malgrado all'inizio mi fosse sembrato piuttosto pesante.
Trattandosi di lettere il finale non soddisfa la curiosità di chi, come me, avrebbe voluto sapere se si sarebbe aperto uno spiraglio di riavvicinamento tra nonna e nipote. Resta un po' d'amarezza in bocca anche se in più punti vengono lanciati degli insegnamenti di cui far tesoro.
Lo stile di scrittura non mi è dispiaciuto anche se, lo ammetto, in alcuni punti mi è sembrato di incappare in alcuni errori grammaticali. Ho letto con un po' di lentezza la prima parte ma nella seconda ho recuperato lo slancio sufficiente per andare avanti spedita. La seconda parte mi è piaciuta di più. Nel complesso, comunque, tenendo conto le premesse fatte in apertura circa le sensazioni che ho provato durante la lettura, devo dire che il libro non mi è dispiaciuto. Sono dell'idea che un libro che sa emozionare è un libro che vale la pena leggere.
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Va' dove ti porta il cuore
Susanna Tamaro
Baldini & Castoldi editori
Ciao Stefania,
RispondiEliminaricordo bene questo libro e il film che è uscito poco dopo con lo stesso titolo.
In quegli anni mi era sembrato troppo sdolcinato, a volte "lacrimoso" ore credo lo rileggerei con un altro sguardo.
Lo sguardo che vede i genitori invecchiati e un po' acciaccati e il mio passato che potrebbe avere la stessa "durata" del mio futuro. E anchio, come dicevi tu, forse ho lasciato indietro qualche non detto.
alessandra
È uno dei primi libri che ho letto in italiano. Non mi è dispiaciuto però l'ho trovato un po' troppo zuccheroso. Un saluto.
RispondiEliminaIo l'ho letto anni fa e mi ricordo che mi era piaciuto.. certo, ti fa pensare alla tua di nonna e può mettere angoscia, è vero, ma rimane comunque un libro pieno di sentimento!
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