Il Ricciardi che conosco io non scrive libri ma fa lo stesso mestiere del protagonista del libri che questo Ricciardi, Giovani, propone nel libro I gatti lo sapranno.
Si tratta di un libro piuttosto breve (appena 157 pagine) che propone un commissario molto diverso da quelli proposti da autori più blasonati: Ottavio Ponzetti è una persona normale, come tante altre, che racconta un'indagine svolta anni prima facendo conoscere al lettore anche la sua storia personale, i suoi sentimenti, i suoi legami familiari.
Non è un commissario bello e dannato, non ha a che fare con fiumi di sangue ed inverosimili torture mortali, non è un alcolizzato, non è un reietto. E' uno sbirro, ma sì, egli stesso concede al lettore di chiamarlo così. E come tale è alla ricerca della verità.
Un verità nascosta, in questo caso, dietro a quello che sembra un incidente: una donna investita da un pirata della strada. Una donna che non è un cadavere ma che è ridotta in fin di vita.
Lei, poi, è una persona particolare: è Giovanna la gattara.
Che ci sia qualche cosa di strano dietro a quell'incidente così misterioso? Eh sì, perchè ci sono dei dettagli che a Ponzetti fanno proprio pensare a qualche cosa di diverso.
Ecco, dunque, che inizia un viaggio nella vita di quella donna. Un viaggio che porterà alla scoperta di segreti mai svelati ma anche di una profonda umanità in quella che tutti consideravano una donna tanto strana e particolare. Una donna che ha commesso degli errori, una donna alla ricerca dei suoi affetti, una donna pronta a credere anche a ciò che è difficile dare per vero pur di arrivare ad essi.
E lui, Ponzetti, racconta questa indagine e si racconta. Parla in prima persona e mette in mano al lettore la storia di un uomo come tanti. Non è un supereroe, è un uomo che ha delle debolezze ma che sa riconoscere i punti fermi della sua vita. E' un padre alle prese con una figlia oramai grande ed un'adolescente con i suoi alti e bassi. E' anche una persona sensibile nei confronti di chi si trova accanto.
La sua storia e quella di sora Giovanni sono ambientate in una Roma dei tempi di oggi. Una Roma cambiata dalla presenza massiccia di persone di etnie diverse, dove il mercato non è più quello di una volta, dove ognuno si fa i fatti suoi e nessuno vede o sente niente.
Una Roma - o meglio, un rione di Roma - dove bisogna saper cercare nel modo giusto e con i dovuti modi per avere qualche informazione e raccogliere elementi utili per dare risposte ad interrogativi che rischiano di restare insoluti.
Lo stile di scrittura è molto semplice e poco pretenzioso. L'intercalare romano è simpatico e ben comprensibile ed il commissario, nella sua semplicità, si dimostra all'altezza della situazione senza troppe forzature e, soprattutto, senza essere mai sopra le righe.
Non è certo un romanzo indimenticabile ed un personaggio di quelli che ti attaccano alle pagine però la storia è gradevole anche se la copertina, non posso non dirlo, non attira affatto. O, per lo meno, a me proprio non piace.
Con questo libro partecipo alla quarta ed ultima tappa della The Hunting Word Challenge con la parola GATTO che trovo nel titolo e raffigurata in copertina anche se al plurale.
Nessun commento:
Posta un commento