martedì 10 ottobre 2017

Tutti i nostri oggi sbagliati (E. Mastai)

Originale. Senza dubbio originale. Ed anche piuttosto geniale, direi. Tanto geniale quanto intricato soprattutto nei passaggi tecnici e non semplice da seguire per chi, come me, non è poi così preparata in fatto di discorsi scientifici.

Il mio giudizio in merito al libro Tutti i nostri oggi sbagliati non è semplice da esprimere. Non è un genere che amo, su questo non ho dubbi. E in alcuni passaggi – soprattutto all’inizio – mi sono letteralmente persa lasciando scorrere le parole sotto ai miei occhi senza curarmi troppo del significato delle frasi. Nella prima parte ho davvero fatto fatica.

Siamo in un 2016 diverso da quello che tutti conosciamo. E’ un 2016 perfetto, senza guerre, senza inquinamento, senza il caos quotidiano dovuto al traffico o a qualsiasi altra cosa possa turbare i sereni equilibri di un mondo in cui la scienza ha fatto passi da gigante e dove le comodità di oggi sarebbero considerate al pari delle scoperte del medioevo. Qui vive Tom. In un 2016 in cui si va in vacanza sulla Luna e dove i viaggi temporali non sono poi così lontani dal diventare realtà. Ed è tutto nella norma, nulla è considerato straordinario.

Il mondo è così com’è grazie ad una invenzione straordinaria, quella sì che lo è, risalente agli anni ’60, frutto della mente di Lionel Goettreider, un brillante scienziato che dà vita ad un sistema di produzione energetica che non produce rifiuti di nessun tipo sfruttando la rotazione terrestre. Una forma energetica rivoluzionaria, una scoperta che segnerà la storia, una invenzione che ha cambiato le sorti dell’umanità tanto da stabilizzare, nel 2016, una situazione che ai nostri occhi appare fantascientifica. Lì è la normalità.

Cosa può capitare se una nullità come Tom (che vive in quel 2016) si trova protagonista di una vicenda che gli permetterà di andare indietro nel tempo per influenzare quello che sarà il futuro? E se questo viaggio indietro nel tempo sarà motivato da una vicenda personale per cambiare la quale Tom non si rende conto di correre il rischio di cambiare il suo presente?

Come ben si comprende si tratta di un libro particolare, con tante descrizioni scientifiche che, onestamente, mi hanno anche un po’ annoiata. Torno a ripetere che si tratta di una storia geniale che, però, deve catturare altrimenti il rischio è di andare avanti nella lettura più per inerzia che per effettivo interesse circa le sorti del protagonista e degli altri personaggi che entrano in scena.

Non manca qualche colpo di scena ma io ammetto di non essere riuscita ad apprezzare la lettura nell'insieme. Probabilmente è un mio limite, una mia incapacità di giocare a fondo con la fantasia. O, probabilmente, è il fatto che non ami molto la fantascienza a porre tale limite. Non vado matta per i distopici, per le storie di questo tipo.... Non so. Fatto sta che non ce l'ho fatta ad apprezzare Tom che si trova a convivere, ad un certo punto, con altri due se stesso che arrivano da epoche diverse ed hanno caratteristiche diverse. Non sono riuscita a provare simpatia per nessuno dei tanti. Nessuna empatia anche con altri personaggi che mi sono sembrati tessere di un mosaio che sono riuscita comunque a comporre ma che non mi ha lasciato molto.

Quello che posso dire è che mi sono posta anche io l'interrogativo di fondo del libro: cosa farei se avessi l'opportunità di andare indietro nel tempo? Cambierei qualche evento assumendomi, però, la responsabilità delle conseguenza a ciò legate?
Bella domanda! Onestamente non credo proprio che lo farei.

Con questo libro partecipo alla Challenge La ruota delle letture per l'obiettivo Banner La biblioteca di Eliza. Pur non avendolo apprezzato appieno è stata per me l'occasione di avvicinare un genere con il quale ho poca familiarità e che, probabilmente, se non fosse stato per la Challenge sarebbe stato ancora a lungo lontano da me.

2 commenti:

  1. ma sai che mi hai incuriosita? Quelli che sono per te i limiti a me ispirano un sacco. Ammetto però che è il mio di genere.
    Grazie per questa bella recensione

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    1. Eh sì... per come ho imparato a conoscerti, Chiara, credo che potrebbe fare al caso tuo. Se lo leggerai, fammi sapere che ne pensi. Kiss baby!

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