Antonio Fusco mi ha convinta solo in parte.
Eh si, perché alcuni passaggi del libro Ogni giorno ha il
suo male mi sono sembrati un po' scontati ed alcune situazioni hanno richiamato
alla mia memoria altri romanzi dello stesso genere.
Buona la storia, con personaggi ben descritti e dalla
personalità complessa ma... di questo commissario non mi sono innamorata come è
successo con altri.
Si tratta di un genere che non disdegno affatto. Anzi, leggo
molto spesso gialli, polizieschi e noir per cui credo di poter dire di avere in
mente un bel panorama di commissari con cui fare qualche confronto.
Pur avendo apprezzato la scrittura scorrevole, la
storia ben costruita e pur considerandolo un buon libro, Ogni giorno ha il
suo male mi ha riservato dei dialoghi un po' artefatti in alcuni passaggi
(dialoghi che, nella realtà, credo difficilmente si sentirebbero pronunciare in
certe situazioni) ed anche delle situazioni poco originali. Il commissario che
vuole restare da solo sulla scena del delitto in attesa che il cadavere gli
parli non è per niente originale, proposto in altre storie e, magari,
situazione anche abbastanza reale però mi è sembrata poco originale.
Casabona si chiama Tommaso di nome. E' lui il
protagonista. Ha qualche macchia nel suo curriculum di poliziotto (nemmeno
questa è una novità assoluta) e questa macchia sarà la chiave del mistero
attorno al quale si trova ad indagare. Ha una situazione familiare particolare,
sulla quale il suo ruolo di commissario incide negativamente soprattutto nel
rapporto con sua moglie.
Tutto sommato quello di Casabona è un personaggio che mi è
piaciuto anche se, come detto, non me ne sono innamorata come avvenuto con Rocco
Schiavone, con Montalbano, con Lojacono o con Harry Hole. Non intendo fare confronti ma è stato inevitabile che altri nomi mi venissero in mente.
Forse un solo romanzo è poco, in questo caso, per
affezionarsi al protagonista ma con altri non è stato così per cui forse -
ovviamente si tratta di un'opinione personale - qualche cosa è mancato.
La storia, dicevo, è ben costruita ed il fatto di non
aver voluto per forza allungare il brodo per arrivare al colpevole l'ho
apprezzato parecchio.
I dialoghi. In alcuni passaggi troppo articolati e poco
spontanei, secondo me.
E poi l'uso del nome e del cognome dei personaggi... Casabona
e Cristina (si tratta di una sua collega): il primo indicato per
cognome, la seconda per nome nella stessa frase. Perché? Ovviamente non
c'è una regola alla base dell'uso dei nomi e dei cognomi ma Casabona e
Belisario o Tommaso e Cristina personalmente mi sembrano accoppiate
più azzeccate.
Una scelta dell'autore, ovvio. Ed un mio modesto pensiero.
Ho letto questo libro in e-book e, nonostante la mia vena
critica, non mi è dispiaciuto. Al momento non sento lo stimolo giusto per
cercare altre avventure che abbiano Casabona per protagonista ma non escludo di
farlo in futuro. Farò sedimentare un po' il personaggio per poi riprenderlo e
verificare l'effetto che fa.
Con questa lettura partecipato alla Challenge From Reader to Reader 2.0 in quanto è uno dei titoli suggeriti. Per me è la prima lettura utile per la challenge nel mese di agosto.
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