giovedì 17 agosto 2017

Il segreto della collana di perle (J. Corry)

Tre donne, tre artiste, un unico destino legato - in modo seppur misterioso - ad una collana di perle che viene donata, di generazione in generazione, da una donna all'altra della famiglia. 
Questa, di fondo, la storia narrata nel libro Il segreto della collana di perle, di Jane Corry: una saga familiare che copre un periodo che va dalla fine dell'ottocento ad oggi. 

Chiudendo il libro, a storia finita, ci si rende conto che - a differenza di quanto scritto in copertina - le donne protagoniste sono più di tre.

L'avvio è con la storia di Louisa 1897/1898 per poi passare a tempi più moderni con Caroline che è colei che fa un viaggio a ritroso grazie al ritrovamento dei diari della nonna (Rose) e delle lettere di sua madre (Helen). Si torna a Rose (1908/1941) per poi fare nuovamente una capatina nel luglio del 1997 con Caroline, tornare indietro ad Helen (1941/1987) per poi approdare per l'ultima volta nel luglio del 1997 con epilogo ai tempi d'oggi, nel 2016. In quest'ultima pagina non c'è un nome di donna nel titolo ma è sottinteso: siamo con Scarlet, l'ultima donna della famiglia, figlia maggiore di Caroline che resta, comunque, un personaggio marginale anche se importante nel racconto.

In estrema sintesi è Caroline che, in un momento poco felice della sua vita matrimoniale, sceglie un periodo di solitudine e cerca informazioni sulle sue antenate. 
Se non ho capito male, l'albero genealogico è il seguente: 

Louisa ha sposato James Mason ed ha avuto tre figlie femmine: Rose, Grace e Phoebe.
Grace è morta giovane.
Phoebe si è sposata ma non ha avuto figli.
Rose ha avuto quattro figli: Richard, Geoffrey, Helen e Frank.
Helen ha avuto Caroline e Grace.
Caroline ha avuto Scarlet e due gemelli maschi.

Se mi sono persa qualcuno per strada chiedo venia. Questo è quanto ricordo.

Prendo come riferimento le donne perchè, a ben guardare, gli uomini nella vita di ognuna di loro sono stati più d'uno: nessuna ha sposato quello giusto o, per lo meno, nessuna ha sposato l'amore della sua vita. In tutti questi racconti - che svelano le storie di donne poco fortunate, con amori sbagliati ma anche con grandi passioni, legami familiari più o meno forti - a fare da filo conduttore sono delle perle che, lo si scopre alla fine ma lo si intuisce ben presto, secondo una leggenda familiare si portano appresso una buona dose di sfortuna.
Caroline è l'ultima che le riceve e sarà quella che spezzerà il legame?

Le voci femminili sono differenti per carattere e personalità ma tutte segnate da una triste destino (non solo pene d'amore ma anche una buona dose di malattie ci mette lo zampino) e ciò che emerge più o meno per tutte, fino ad arrivare ai tempi più moderni, è quella rassegnazione che domina soprattutto nelle antenate più anziane, quelle per le quali le donne avevano un ruolo senza dubbio di secondo piano nell'ambito della famiglia.

Rose... 
Lei era una donna. Aveva il compito di accontentarsi di ciò che la vita le riservava, e se suo marito aveva scelto di fare il Don Giovanni, come si diceva al circolo, non significava che lei avrebbe potuto fare altrettanto.
Donne rassegnate ma non tutte. Segno dei tempi che cambiano ma anche di personalità più forti.

Al di là della storia, che è anche ben costruita con donne che hanno molto da raccontare, ciò che non posso esimermi dal segnalare sono alcune stonature, alcuni errori che non mi sono passati inosservati.

Frasi come:
Non apparteneva più al ceto medio-alto, oramai, ma a una più bassa, anche se non alla classe operaia.
Una più bassa che cosa? Ok, ci si arriva, ma passaggi poco precisi come in questo caso mi hanno innervosita. E poi qualche strafalcione come il riferimento ai figli di Caroline che passano tempo nella loro stanza su Facebook: non ci sarebbe niente di strano se non fosse che l'epoca a cui si fa riferimento è il 1997 quando di Facebook ancora non c'era traccia. Dettagli? Bhè, non proprio. Se si ha l'ambizione di proporre una storia che va a ritroso nel tempo, con riferimenti storici ben precisi, non si possono ammettere errori di questo tipo. 
Poi si dice che Caroline è madre di quattro figli ma a ben guardare i figli sono tre...
Errori che si sommano anche ad una traduzione alquanto imprecisa in più parti. Nell'insieme un prodotto che poteva sicuramente essere meglio curato e non parlo solo di dettagli.

Intrigante come storia, non del tutto originale nella struttura ma nemmeno da bocciare. Se fosse stata meglio curata nel suo complesso sarebbe stato decisamente un libro migliore.

Con questa lettura partecipo alla terza tappa della The Hunting Word Challenge per la parola PERLA che trovo nel titolo e raffigurata in copertina.

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