mercoledì 23 agosto 2017

Harry Potter e il calice di fuoco (J.K. Rowling)

Sono finita nel vortice della serie di Harry Potter e devo ammettere che ci sto proprio prendendo gusto. Sono al quarto capitolo della saga ed ho intenzione di andare avanti. Eh sì! 

Ho letto Harry Potter e il calice di fuoco in parte nel formato cartaceo ed in parte in e-book. Sono 623 pagine e portare in giro, in borsa, un tomo del genere non mi è sembrato il caso. Così, in casa ho letto la versione cartacea nella parte iniziale poi ho terminato con l'e-book in questi giorni di vacanze. 

Harry ha 14 anni. E' cresciuto e le prove che deve affrontare sono più impegnative che mai. E non intendo prove scolastiche, tra i banchi di scuola. No. Le prove che lo attendono sono sempre legate a doppio filo con la figura di Voldemort che abbiamo lasciato più o meno nella polvere ma che trova un'occasione di riscatto. 
Sembrava definitivamente battuto e invece no!

Questa volta Harry si trova - suo malgrado - ad affrontare delle prove piuttosto pericolose (in passato c'è chi ci ha lasciato la pelle!) nel Torneo Tremaghi che, a sorpresa, si terrà nella scuola di magia che frequenta per il quarto anno. 


E' un torneo molto pericoloso e uno studente (o una studentessa) per ognuna delle tre maggiori scuole di magia e stregoneria europee: quelle di Harry, Hogwarts, quella bulgara di Durmstrang e quella francese di Beauxbatons. Tre le prove da affrontare per arrivare a vincere la coppa che decreterà il vincitore. A scegliere chi deve rappresentare ognuna delle tre scuole è un calice magico, il calice di fuoco che, però, inaspettatamente, pur avendo già scelto il campione che dovrà rappresentare Hogwarts aggiunge Harry Potter come quarto partecipare. C'è qualcosa che non va, è  chiaro a tutti, ma una volta decretati i partecipanti da parte del calice di fuoco questi non possono tirarsi indietro per cui la gara tra le tre scuole viene effettuata con quattro partecipanti.

E' chiaro che qualcuno ha voluto mettere in pericolo Harry ma chi può immaginare cosa davvero riservi questo singolare torneo per il nostro maghetto? 

La narrazione è, come al solito, ben costruita. Tanti, tantissimi i personaggi che entrano in scena e bisogna fare mente locale per ricordarli tutti anche se - di questo va dato merito all'autrice - vengono proposti dei richiami alle puntate precedenti per fare in modo che anche chi iniziasse da questo volume a leggere la storia di Harry Potter riesca a districarsi senza fatica. Certo, leggerli in fila è d'obbligo per seguire la saga anche perché ci sono degli sviluppi a situazioni precedenti, ci sono collegamenti e richiami. L'accortezza di fornire, comunque, indicazioni per rendere scorrevole la lettura sono, in ogni modo, da apprezzare.

Ho trovato personaggi più maturi. L'undicenne che era alle prese con le bizzarrie dei primi tempi di Hogwarts è una adolescente perfettamente consapevole di ciò che lo circonda e dei pericoli che ha attorno. Si consolidano amicizie, emergono nuovi sentimenti, compaiono personaggi nuovi che arricchiscono la storia già di per se piuttosto ricca.

Su tutti mi ha colpito il personaggio della giornalista senza scrupoli che rimanda molto ai tempi moderni quando per avere maggiore audience si è, troppo spesso purtroppo, portati a calcare parecchio la mano. Un personaggio che mi ha innervosita ma che mi ha anche divertita, soprattutto nel finale. 

Arriva un nuovo insegnante ed Harry inizia a conoscere meglio quelli vecchi, che da tempo gli stanno attorno. Ciò gli permette di dare delle risposte ad alcune domande che erano ancora insolute nella sua mente.

Oramai è chiaro che debba guardarsi da tutto e da tutti. Sempre vigile... questa è la raccomandazione che gli arriva più spesso e che, oramai, credo si sia stampata in modo indelebile nella sua mente. Così come è oramai chiaro che non possa fidarsi in modo assoluto di chi ha attorno: si contano sulle dita di una mano le persone di cui può davvero fidarsi... per il resto bisogna fare molta, moltissima attenzione. La storia si fa sempre più cupa. Vengono sacrificate delle vite e... chissà cosa c'è da aspettarsi più avanti!!!

Questa volta, pur avendo apprezzato la capacità dell'autrice di tenere il lettore incollato al libro (ammetto di aver perso qualche ora di sonno in questi due ultimi giorni, tanta era la voglia di seguire gli sviluppi) ho avuto la sensazione che nella prima parte - prima del ritorno di Harry a scuola dalle vacanze - la Rowling si sia dilungata un po' troppo. La seconda parte è decisamente più intrigante della prima e la si legge tutta d'un fiato, senza pagine di troppo. Poi, alla fine, si resta nuovamente in attesa del capitolo successivo visto che finisce di nuovo la scuola, Harry torna dagli zii cattivi (ma dai quali, se non ho capito male, si trova in un ambiente protetto dal male più di quanto non lo sia a scuola... male inteso come Male... non come le cattiverie di suo cugino o degli zii, che non mancano mai).

Impossibile parlare in modo più completo della trama perché vorrebbe dire togliere il gusto della lettura. 

Lettura che, peraltro, consiglio caldamente così come consiglio a chi non l'avesse ancora fatto di iniziare dal primo volume per conoscere il maghetto più famoso al mondo!

Un ultimo appunto - e mi scuso per essermi dilungata un po' troppo - va fatto in merito alla traduzione. Nell'edizione e-book viene specificato che la casa editrice he deciso di rivedere la traduzione originale dei libri di Harry Potter  e ne vengono spiegati i motivi. In particolare, tenendo conto dell'unitarietà dei sette volumi di cui è composta l'opera, viene specificato che nel tempo narrato dalla saga i protagonisti diventano grandi e si rivolgono ai loro coetanei. A lettori, cioè, che crescono con loro: cambiano i personaggi nei loro caratteri - crescendo - così come cambia il modo in cui essi vengono proposti dall'autrice visto che maturano così come maturano i lettori.
Per sottolineare tali cambiamenti si è ritenuto di dover rivedere la traduzione che, se all'inizio è stata fatta inevitabilmente di volume in volume, con il passare del tempo è stata pensata tenendo conto dell'intera saga e di dove l'autrice ha portato i suoi personaggi ed i suoi lettori.
Alcuni nomi, in particolare, sono stati modificati rispetto al nome originale per rendere meglio il carattere del personaggio: Severus Snape diventa Severus Piton (che meglio rende quel carattere viscido che gli si attribuisce) o Minerva McGonagall che, nell'edizione italiana, diventa McGranitt (che fa pensare al granito, tanto è rigido il suo carattere). Oltre all'adattamento di nomi a termini più italianizzati, si nota qualche cambiamento importante di nomi già usati nelle precedenti traduzioni. Il più eclatante è quello di una delle quattro casa in cui è divisa la scuola: Tassorosso che diventa Tassofrasso.
Cambiamento solo nel nome, ovviamente. Tutto il resto è invariato.
 
Con questa lettura partecipo  alla challenge Leggendo serialmente.

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